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Sigarette elettroniche, Commissione europea: “Riducono il danno? Allora sono medicinali”

Pubblicato il report sullo stato d’applicazione della Direttiva europea sui tabacchi (Tpd) con le considerazioni aggiuntive in vista della revisione.

Se si verificasse quanto auspicato sarebbe una vera e propria iattura: liquidi e dispositivi elettronici di somministrazione della nicotina potrebbero essere soggetti alla regolamentazione farmaceutica. L’ipotesi è contenuta nel report pubblicato oggi dalla Commissione europea in merito alla regolamentazione delle sigarette elettroniche. La Commissione europea ha infatti diffuso il report sull’applicazione della Direttiva europea sui tabacchi con le proprie considerazioni in vista della revisione. Il documento è rivolto al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Comitato economico-sociale europeo e al Comitato delle Regioni. Per quanto riguarda le questioni sanitarie e di prevenzione, il report si basa sul parere dello Scheer, il Comitato scientifico sulla salute, l’ambiente e i rischi emergenti.
Nella misura in cui le sigarette elettroniche sono aiuti per smettere di fumare, la loro regolamentazione dovrebbe seguire la legislazione farmaceutica”: recita testualmente il report nelle sue conclusioni. In sostanza, se la comunità scientifica riconoscesse anche a livello istituzionale le potenzialità della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno, allora bisognerebbe considerarla come un prodotto medicale. E quindi sottoporlo agli stessi obblighi, vincoli, catena distributiva e rete vendita dei medicinali. Addio negozi su strada, addio larghe produzioni, addio libero mercato. Il dibattito tra economia e salute era già stato affrontato nel 2021, quando per la prima volta l’Europa venne chiamata a regolamentare i nuovi dispositivi di somministrazione della nicotina. A quel tempo si diceva che fosse una battaglia tra Big Tobacco contro Big Pharma, con quest’ultima che poi mollò la presa. E così la sigaretta elettronica venne inserita all’interno della Direttiva europea sui tabacchi che, proprio per l’occasione, vide estendere l’ambito normativo anche ai prodotti liquidi da inalazione (articolo 20).
Tra le ulteriori criticità sollevate dalla Commissione, anche l’utilizzo di aromi all’interno dei liquidi, la dimensione eccessiva di alcuni tank, l’imprecisione di alcune avvertenze di sicurezza in etichetta. “Si potrebbe fare di più – recita il report – per fornire maggiori informazioni sulla qualità, in particolare sui dati tossicologici e sulle dosi di nicotina coerenti al consumo, ad esempio standardizzando i metodi di valutazione. Alcune disposizioni si sono rivelate difficili da attuare nella pratica, ad esempio le avvertenze per la salute non si applicano solo ai contenitori di ricarica o ai dispositivi prericaricati e pronti all’uso, ma anche al dispositivo per sigaretta elettronica stesso. Sarebbero utili ulteriori specifiche e avvertenze differenziate, in particolare quando lo strumento elettronico è commercializzato senza la presenza di un liquido contenente nicotina”. Ma questo proposito, la Commissione auspica che anche i liquidi di ricarica senza nicotina possano rientrare nella direttiva sui tabacchi per essere soggetti agli stessi obblighi e vincoli di quelli contenenti nicotina. “Le sigarette elettroniche – sono le conclusioni a cui è giunta la Commissione – contengono nicotina, una sostanza tossica. La Commissione baserà le sue decisioni di gestione del rischio sulle sigarette elettroniche sul parere scientifico Scheer. L’opinione Scheer ha sottolineato le conseguenze sulla salute e il ruolo importante che svolgono nell’iniziazione al fumo. Il presente parere sostiene l’approccio attento e precauzionale finora adottato.Tuttavia, è opportuno esaminare se alcune disposizioni possano essere ulteriormente sviluppate o chiarite, come le dimensioni dei tank o i requisiti di etichettatura; uso di aromi; uso di liquidi privi di nicotina; disposizioni pubblicitarie. Nella misura in cui le sigarette elettroniche sono aiuti per smettere di fumare, la loro regolamentazione dovrebbe seguire la legislazione farmaceutica”.
Come interpretare dunque il parere della Commissione? Se da un lato si ipotizza il trasferimento delle competenze alle istituzioni sanitarie, dall’altro viene espressamente detto che si terrà conto del giudizio dello Scheer che, ricordiamo, non ha pienamente riconosciuto l’efficacia della sigaretta elettronica come uno strumento per smettere di fumare. È attorno a questi due giudizi che ruoterà il destino dei vaporizzatori personali: se saranno riconosciuti strumenti di riduzione del danno finiranno sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale di sanità; se non lo saranno rimarranno in una Direttiva Tabacchi che potrebbe essere notevolmente rafforzata. Oggi, comunque, è ufficialmente partita la corsa alla sopravvivenza per migliaia di aziende del vaping europeo e, di riflesso, per centinaia di migliaia di consumatori che, nonostante tutto e tutti, sono riusciti a smettere di fumare grazie alla sigaretta elettronica e senza ricorrere alla medicina.

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