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Sigarette elettroniche, rete consumatori europei: “Fortemente delusi da parere Scheer”

Il problema, secondo l’associazione Ethra, nasce principalmente dal fatto che gli effetti e i potenziali danni delle sigarette elettroniche sono stati valutati avendo come termine di paragone i non fumatori, sebbene sia pacifico che il vaping sia utilizzato come sostituto del fumo.

Dati importanti sui cittadini europei sono stati ignorati, i danni potenziali esagerati e c’è un’enfasi eccessiva sull’iniziazione dei minori mentre è completamente trascurato l’impatto dell’uso della sigaretta elettronica sulla cessazione del fumo negli adulti”. Non è una reazione positiva quella di Ethra, la rete europea di associazioni dei consumatori di prodotti del vaping, al parere definitivo sulla sigaretta elettronica pubblicato lo scorso 29 aprile dal Comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti (Scheer). In un documento pubblicato oggi, Ethra si dichiara “fortemente delusa” e si accoda al coro di critiche che si è alzato intorno al lavoro dello Scheer.
Il problema, secondo l’associazione, nasce principalmente dal fatto che gli effetti e i potenziali danni delle sigarette elettroniche sono stati valutati avendo come termine di paragone i non fumatori, sebbene sia pacifico che il vaping sia utilizzato come sostituto del fumo. Questa impostazione, però, è dovuta al mandato della Commissione europea che, in vista della revisione della Tpd, aveva richiesto allo Scheer “di concentrarsi esclusivamente sull’impatto sulla salute paragonato ai non fumatori” (pag. 10 del parere, ndr). Naturalmente un paragone fra vaping e fumo sarebbe stato più appropriato e avrebbe dato un tono diverso al documento, visto che – scrive Ethra – “l’esposizione sostanze chimiche nocive è di diversi ordini di grandezza inferiore durante lo svapo rispetto al fumo”.
L’associazione europea esprime anche il suo disappunto per la scarsa considerazione dei 691 contributi inviati nella consultazione pubblica aperta, dopo la pubblicazione della bozza preliminare del documento dello Scheer. Come descritto in questo articolo, le differenze fra le due versioni sono minime. Poi Ethra entra nello specifico. Il parere dello Scheer, per esempio, giudica deboli le prove che la sigaretta elettronica sia utile a smettere di fumare. Non solo questa conclusione, scrive l’associazione, “contraddice l’evidenza di indagini nazionali, dati osservazionali, degli studi controllo randomizzati e l’esperienza di milioni di vaper in tutta Europa”. Ma Trascura anche i dati dell’Eurobarometro 2020, dell’ultima revisione Cochrane e dell’aggiornamento 2021 di Public Health England che evidenziano come l’e-cigarette sia più efficace delle altre terapie per smettere di fumare.
Lo Scheer insiste, invece, sul gateway effect (cioè sul fatto che il vaping introdurrebbe i minori al fumo), pur avendo abbassato l’evidenza da forte a moderata. E lo fa, nonostante segnali, come nella versione preliminare, che sono “conclusioni tratte da studi americani e non direttamente trasferibili all’Unione europea”. Ethra nota che anche negli Usa non vi sono prove del gateway effect, visto che il tasso del fumo giovanile è ai minimi storici. Per quanto riguarda l’Europa, sia l’Eurobarometro che il recente rapporto Ash segnalano che i vaper sono nella quasi totalità ex fumatori. “Da anni – chiosa Ethra – si parla di gateway effect e tuttavia i tassi dei fumatori continuano a diminuire. Non è ora di mettere a tacere questo mito?”. Anche gli aromi, cioè i gusti, nei liquidi sono valutati dallo Scheer solo in funzione dell’attrazione sui minori, senza alcuna attenzione al ruolo che svolgono per i fumatori adulti.
Insomma, il taglio del parere dello Scheer lo rende, secondo Ethra, potenzialmente dannoso. “Se il parere indirizzerà la politica, come si intende fare – conclude l’associazione – i vaper e i fumatori saranno le vittime della continua demonizzazione dei prodotti più sicuri a base di nicotina. Gli sforzi di advocacy devono ora essere raddoppiati al fine di istruire i politici e i legislatori”.

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