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Iss, è chiusura totale: “La sigaretta elettronica non riduce i danni del fumo”

In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco sotto accusa i nuovi strumenti di somministrazione della nicotina. "Venduti senza controllo, introducono al fumo, poco tassati".

I fumatori e i consumatori di sigarette elettroniche vivono all’interno di un palazzo di cento piani. Chi consuma sigarette tradizionali sarà destinato a cadere dal centesimo piano; chi consuma prodotti a tabacco riscaldato cadrà dal cinquantesimo piano; i consumatori di sigarette elettroniche cadranno dal decimo piano. E la chiamiamo riduzione del danno? Noi vogliamo far uscire tutte sani e salvi scendendo dalle scale”. In occasione della XXIII Giornata mondiale senza tabacco, il Ministero della salute italiano ha utilizzato la metafora del grattacielo per evidenziare ancora una volta che le sigarette elettroniche, dal suo punto di vista, rappresentano un prodotto di consumo da ostacolare e da non tenere in considerazione a livello di salute pubblica. Anzi, l’obiettivo del 2021 è che tutti gli operatori sanitari prendano pubblicamente le distanze dalla teoria della riduzione del danno attraverso l’utilizzo dei prodotti del mondo del tabacco. Anche qui, il riferimento alle sigarette elettroniche e ai riscaldatori del tabacco è evidente. Anzi, come spiegato da Daniela Galeone durante la relazione da remoto, bisognerebbe adottare e rafforzare nuove misure tra cui l’uniformità delle accise senza sconti per sigarette elettroniche e tabacco riscaldato e il divieto totale di inserire aromi nei liquidi. Secondo la dirigente pubblica, se questo in Italia non avviene è anche per colpa della politica – governo e parlamento – perché non “capisce l’importanza di alzare il prezzo delle sigarette e uniformare quelli dei nuovi prodotti”.
Ad apertura di convegno, Roberta Pacifici (Istituto superiore di sanità) ha fotografato la situazione del consumo attuale di tabacco e sigarette elettroniche. Rispetto all’anno scorso i fumatori sono aumentati: 11,3 milioni (26,2% della popolazione). A gennaio 2020 fumava invece il 23,2% degli italiani; durante le fasi del lockdown – contrariamente a quanto successo nel resto del mondo – i consumatori di tabacco in Italia sono diminuiti: 22,9% ad aprile 2020 e 24% a novembre 2020.  Però, ha sottoliato sempre Pacifici: “un ruolo chiave nell’aumento dei fumatori lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato, HTP) e le e-cig. Infatti il loro uso in Italia contribuisce alla iniziazione e alla ricaduta del consumo di sigarette tradizionali e ne ostacola la cessazione, alimentando l’epidemia tabagica”. Tra il 2017 e il 2020 il consumo di sigarette elettroniche è aumentato del 616% (9% della popolazione) mentre di tabacco riscaldato nello stesso periodo è aumentato del 1089% toccando il 7% della popolazione. Le sigarette elettroniche sono usate prevalentemente con nicotina (67% dei consumatori) e con sistemi aperti o con pod (65%). Il consumatore medio fa “trenta svapate al giorno”. Secondo la ricostruzione dell’Istituto superiore di sanità, il 7% cento dei consumatori di sigarette elettroniche sono riusciti a smettere definitivamente di fumare (nessun utilizzatore di tabacco riscaldato). Però, conclude, il 20% di persone hanno cominciato a usare per la prima volta la sigaretta elettronica pur non avendo mai fumato. Ergo, conclude l’Iss, “l’utilizzo della sigaretta elettronica e dei nuovi prodotti del tabacco in Italia, contribuiscono alla iniziazione e alla ricaduta al consumo di sigarette tradizionale e ostacolano la cessazione”.
Le conclusioni dell’Istituto superiore di sanità lasciando francamente disorientati. Sembrerebbe che i dati vengano utilizzati per rafforzare la propria posizione ideologica di chiusura nei confronti dei nuovi prodotti del tabacco. E non viceversa, ovvero darne lettura senza pre-giudizi. Tant’è vero che, se i dati si leggessero da un altro punto di vista, si potrebbe sostenere senza possibilità di smentita che le sigarette elettroniche possono rappresentare una soluzione di transizione tra la dipendenza da tabacco combusto e la cessazione del consumo di nicotina. A differenza del tabacco, la sigaretta elettronica permette infatti di dosare la nicotina, scalandola gradualmente nel tempo sino ad arrivare alla totale cessazione. E tutto questo senza necessità di assumere farmaci e a un costo ben più ridotto.
Nella fase finale della presentazione è stato riservato del tempo alla ormai consueta celebrazione del numero verde antifumo. L’anno scorso ha ricevuto 8.008 telefonate (3mila in meno rispetto lo scorso anno), solo lo 0,6% ha riguardato l’uso di e-cig o riscaldatori. Eppure all’Iss sono riusciti a premiare anche questo risultato con una spiegazione a dir poco surreale: è stata data risposta a meno chiamate perché le telefonate sono durate di più. Si è dato cioè più valore alla qualità del trattamento rispetto alla quantità di contatti telefonici. Anche in questo caso si tratta di punti di vista ma, chissà come mai, il nostro non riesce mai a coincidere con quello dei funzionari pubblici della salute. Insomma, secondo gli esperti italiani di salute pubblica, nel breve periodo per smettere di fumare rispetto alla sigaretta elettronica avrebbe più successo “l’agopuntura o la digitazione dell’orecchio come ad esempio fanno in Toscana. Smettere di fumare è come un viaggio: partiamo insieme“. Ma, come ricorda un vecchio e saggio adagio: a volte è meglio soli che…

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