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Stanno suscitando polemiche non solo in Italia le conclusioni del rapporto dello Scheer e del Piano europeo contro il cancro per non avere tenuto conto delle potenzialità della sigarette elettroniche come strumento di riduzione dei danni del fumo. Alle voci degli eurodeputati Patriciello, Sardone e Fiocchi – firmatari di una interrogazione rivolta alla Commissione europea – si aggiunge anche quella dell’eurodeputato croato Tomislav Sokol (Ppe). Coinvolto dall’associazione dei consumatori croati HrVape, il deputato si è dimostrato disponibile ad avviare un percorso di sensibilizzazione nei confronti della Commissione e del Parlamento europeo, sottolineando soprattutto il minor danno derivante dal consumo di sigarette elettroniche rispetto alle sigarette tradizionali. L’attività politica di Sokol, membro sostituto nella commissione speciale contro il cancro (Beca), è da sempre impegnata a garantire il diritto alla salute e l’uguale assistenza medica per tutti i cittadini dell’UE.

La sigaretta elettronica, quindi, rientra a pieno titolo tra gli argomenti che possono sostenere la salute pubblica e lottare contro il fumo. La delegazione dei consumatori era composta dalla presidente di HrVape, Željka Hrlić, e dai componenti del direttivo Rinor Krasniqi e Vedin Hodžić. “È stato un incontro molto proficuo – commenta Hrlić – al termine del quale abbiamo convenuto l’importanza di una azione sinergica tra l’attività di pressione delle associazioni dei consumatori e la possibilità di intervento degli eurodeputati. A breve foniremo un nostro contributo sul rapporto dello Scheer, sottolineando le informazioni contraddittorie e incomplete mentre Sokol le farà proprie, inviandole per essere discusse dalla Commissione“. Anche in vista della prossima revisione della direttiva europea sui tabacchi e prodotti liquidi da inalazione (Tpd), Sokol si è dimostrato disponibile a dare voce alle esigenze dei consumatori e dell’industria perché “le sigarette elettroniche e le sigarette di tabacco non sono la stessa cosa, e quindi non dovrebbero essere regolamentate dalla stessa direttiva“.
Con la discesa in campo dell’associazione croata potrebbe dunque aprirsi un nuovo fronte di pressione che potrebbe vedere coinvolte le singole associazioni nazionali dei consumatori, tra cui anche l’italiana Anpvu, già attiva da tempo nel dibattito europeo anche grazie alla posizione capofila nell’ambito della rete dei consumatori europei Ethra.