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No Tobacco Day, Coehar: “Italia molto indietro sulle politiche di harm reduction”

Nel convegno del Coehar si parlerà della promozione degli strumenti alternativi al tabacco, come la sigaretta elettronica.

Sappiamo che per chi non riesce a smettere di fumare da solo, passare a prodotti senza combustione permette di ridurre i danni fumo correlati. Anni di ricerche scientifiche hanno dimostrato che per alcuni soggetti affetti da particolari patologie (come diabete, ipertensione, obesità e schizofrenia) passare a strumenti a rischio ridotto consente di ridurre enormemente i danni legati all’abitudine al fumo di sigaretta convenzionale”. Riccardo Polosa, fondatore del Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo (Coehar), introduce così quello che sarà il focus del convegno che si terrà a Catania il prossimo 31 maggio, in occasione del World No Tobacco Day organizzato dall’Organizzazione mondiale di sanità.
Ogni anno il fumo di sigarette, ricorda il Coehar, uccide più di otto milioni di persone, l’80% delle quali nei Paesi a basso e medio reddito, dove il peso delle malattie e delle morti legate all’uso di tabacco ha un bilancio più pesante proprio a causa della mancanza di alternative ed alla scarsa sensibilizzazione sui temi legati alla prevenzione e alla promozione di stili di vita sani. In Italia, invece, secondo l’Istat ci sono ancora 10 milioni di fumatori abituali e più di 90 mila morti ogni anno per malattie fumo correlate.
Ma, come è noto, le sigarette elettroniche e gli strumenti di riduzione del danno da fumo nel nostro Paese ancora non godono della benedizione delle istituzioni sanitarie. “Nonostante gli sforzi di attivisti e scienziati che negli anni hanno dedicato decine di studi all’implementazione di politiche pubbliche sulla riduzione del danno da fumo – spiega il Coehar – l’Italia resta ancora parecchio indietro rispetto a paesi come la Gran Bretagna, dove la promozione di strumenti alternativi al fumo (come le sigarette elettroniche) passa direttamente attraverso il sistema sanitario nazionale. La scarsa informazione da parte dei legislatori, i dati scientifici spesso prodotti e diffusi senza seguire standard di riferimento e i pregiudizi nei confronti dei produttori rallentano la possibilità di offrire alternative meno rischiose ai fumatori italiani che non riescono a smettere”.
Questi temi saranno affrontati nel convegno del 31 maggio che è rivolto non solo ai professionisti sanitari, ma anche al grande pubblico. “Durante una giornata così importante come quella del No Tabacco Day – conclude Polosa – l’obiettivo rimane quello di combattere la disinformazione legata a questi temi e fornire ai fumatori strumenti e consigli utili per abbandonare definitivamente il tabagismo e adottare uno stile di vita sano“.
Per tutti i dettagli dell’evento e le modalità di iscrizione, si rimanda a questo articolo.

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