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Quali dati sistematici sono disponibili per i prodotti a rischio ridotto e le sigarette elettroniche? Un gruppo di esperti e scienziati di riduzione del danno da fumo ha provato a rispondere in un incontro virtuale organizzato dal Forum mondiale sul tabacco e la nicotina (Gtnf). Il panel mirava a sottolineare il ruolo cruciale della scienza nel fornire dati neutri e privi di pregiudizi per aiutare i consumatori a fare scelte informate che possono migliorare la loro salute.
Tra gli esperti intervenuti, di rilievo il discorso di Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna all’Università di Catania e fondatore del Coehar, il centro catanese di ricerca in materia di riduzione del danno da fumo. Nel suo intervento ha messo in discussione i dati delle ricerche scientifiche che stabiliscono un presunto legame tra le sigarette elettroniche e l’incidenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva e dell’asma. Continuare a ripetere questi falsi risultati serve solo ad incutere nei consumatori dubbi sulla reale efficace delle sigarette elettroniche, fino a spingerli ad abbandonare del tutto l’utilizzo di questi strumenti. “Penso che un approccio scientifico rigoroso alla riduzione del danno – ha spiegato Polosa – non debba essere considerato un ostacolo ma una risorsa. Una risorsa in grado di generare una scienza credibile, in grado di abbattere le barriere e ridurre le divisioni tra i ricercatori”.
Durante l’incontro Neil Mckeganey, direttore del Center for Substance Use Research presso l’Università di Glasgow, ha annunciato il lancio dello studio The Big Vape Survey, che vedrà coinvolti nel Regno Unito 30 mila fumatori. “Lo studio si propone di valutare l’efficacia comparativa di diversi dispositivi a rischio ridotto circa la capacità di cambiare le abitudini dei fumatori adulti, valutando la rapidità con cui avviene il passaggio dal fumo a questi dispositivi, quando si verifica la riduzione del numero e gli eventuali cambiamenti nel desiderio smettere di fumare”. L’evento ha inoltre sottolineato la necessità di supportare la scelta dei consumatori con studi standardizzati. “Non siamo creature razionali – ha concluso David M. Abrams, docente di Scienze Sociali e Comportamentali alla New York University – convinzioni forti ed emotive possono prevalere sulle raccomandazioni e le evidenze scientifiche. Dobbiamo però essere precisi e sistematici perché c’è in gioco la vita di circa un miliardo di fumatori”.