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Ricerca italiana promuove a pieni voti la sigaretta elettronica

Pubblicati i risultati di uno studio condotto dal laboratorio piemontese Abich: il vapore delle e-cig è sino a 90 volte meno tossico del fumo di sigaretta.

Sta letteralmente spopolando in rete un video in cui sei medici (vedi sotto, ndr) commentano i risultati di alcune analisi di laboratorio che hanno messo a confronto due tipi di sigarette tradizionali, un riscaldatore di tabacco (Iqos) e una sigaretta elettronica (Zeep) caricate con differenti liquidi (Malby Vaporart e mela/kiwi Vaporart).
Tra le sei ricerche condotte dal laboratorio Abich di Verbania, sono due quelle che spiccano e riguardano la presenza di residui tossici o di metalli pesanti nel fumo e nel vapore. I risultati confermano quanto già stabilito ormai da anni dalla comunità medico-scientifica internazionale: le sigarette elettroniche hanno un impatto drasticamente inferiore alle sigarette tradizionali e di molto inferiore al riscaldatore di tabacco. Estremizzando, si può affermare che fatto 100 il danno del fumo, quello del tabacco riscaldato arriva a 30 mentre quello del vapore delle e-cig oscilla tra 5 e 10, a seconda della potenza erogata dal dispositivo utilizzato. Ma vediamo nel concreto i risultati delle indagini. La prima è stata volta a determinare la quantità residua di particolato totale, incluso il catrame. Il test si è articolato articola in una fase di campionamento su membrana tarata tramite apposita macchina del fumo ed una fase di valutazione del materiale raccolto sulla membrana tramite calcolo della differenza di peso, prima e dopo il campionamento del fumo.
Le membrane utilizzate per il campionamento del fumo delle sigarette tradizionali – conclude la ricerca – hanno mostrato visivamente la forte presenza di residui catramosi e particolato. Le membrane utilizzate per il campionamento delle sigarette IQOS mostrano una presenza di residuo catramoso e particolato pari a circa il 7% rispetto a quanto riscontrato per la sigaretta tradizionale Marlboro Gold, risultata con la quantità residua maggiore di particolato/residuo catramoso. L’incremento di peso riscontrato per le membrane utilizzate per le sigarette elettroniche, maggiore in assoluto rispetto alle altre sigarette, non è dovuto alla presenza di residuo catramoso ma bensì ai componenti costituenti il liquido di riempimento che vengono trattenuti dalla membrana”. Tutti i valori ottenuti sono riferiti alle particelle di aerosol trasportate dal fumo e trattenute dalla tipologia di membrana utilizzata, avente porosità di 0,7 μm.
La seconda indagine era volta a misurare l’eventuale presenza di elementi residuali o metalli pesanti nel fumo e nel vapore. Il fumo di sigaretta è stato campionato utilizzando una macchina del fumo composta da un sistema a depressione e tre beute da 500 mL collegate rispettivamente ad una sigaretta tradizionale, una sigaretta elettronica e un riscaldatore di tipo Iqos. La sigaretta elettronica è stata posizionata verticalmente su un raccordo plastico inerte di modo che la resistenza presente all’interno del serbatoio ed utilizzata per riscaldare il liquido potesse rimanere sempre bagnata, così come indicato dal produttore.
Dai risultati ottenuti, si legge nella conclusione dell’indagine, si evince che “nel fumo generato dalle sigarette tradizionali è possibile rilevare la presenza di elementi appartenenti alla classe 1 di tossicità secondo ICH Q3D (As, Pb, Cd), con in alcuni casi una concentrazione superiore al limite riportato da ACGIH [As e Pb per Marlboro e As per Camel]. Tali elementi non sono invece rilevabili all’interno del condensato del fumo delle sigarette Iqos ed elettroniche; è stata rilevata la presenza di alcuni elementi (Ni, Cr e Cu) nel fumo di tutte le tipologie di sigarette, in concentrazione comunque al di sotto del limite di riferimento considerato. Dal confronto dei risultati tra le sigarette elettroniche e le sigarette Iqos non è possibile notare differenze sostanziali, se non per il contenuto maggiore di Cu nelle sigarette Iqos, che risulta comunque al di sotto del limite considerato”.
Le ricerche in originale sono state pubblicate su un sito collegato al laboratorio di ricerca piemontese.
Di seguito il commento dei medici Carlo Cipolla, Fabio Beatrice, Lamberto Manzoli, Umberto Tirelli, Giacomo Mangiaracina e Giovanni Tazzioli.

 

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