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Se la politica sanitaria tedesca è affidata al ministro delle Finanze

In uno scambio epistolare la leggerezza con cui una questione sanitaria viene manipolata dalle esigenze di natura fiscale.

Difficile che venga fuori qualcosa di buono se la politica sanitaria viene affidata al ministro delle finanze. A margine alla nuova legge sul tabacco, la rivista del vaping Egarage è venuta in possesso di una breve ma significativa corrispondenza fra un lettore, membro del partito socialdemocratico, e il ministro (appunto delle finanze) cui sarà legata l’introduzione della prima tassa sulla sigaretta elettronica in Germania, Olaf Scholz. Le lettere sono state scritte nello scorso febbraio, quando il governo rese nota l’intenzione di proporre la nuova legge.
Il lettore, che per la cronaca si chiama Günter Karnowsky, è un ex fumatore passato con successo alla sigaretta elettronica e dunque felice di ridurre il danno alla propria salute. Il secondo è anche il candidato alla cancelleria per lo stesso partito socialdemocratico (Spd). I due insomma condividono la stessa fede politica, ma sul vaping le posizioni non potrebbero essere più diverse. Con la consueta confidenza che si usa tra compagni di partito (Genosse) anche se non ci si conosce personalmente, Karnowsky si rivolge in maniera diretta al suo autorevole interlocutore: “Caro Olaf, ho letto con indignazione del progetto di tassare la sigaretta elettronica”. Il militante svapatore racconta la propria odissea con il fumo e ricorda al ministro che sei anni e mezzo fa, grazie all’utilizzo della sigaretta elettronica, la sua schiavitù dal tabacco è finita e nel tempo è riuscito a passare ai liquidi senza nicotina e senza aromi al tabacco: oggi per lui lo svapo è un puro piacere, molto meno dannoso del fumo.
Karnowsky rammenta gli ostacoli frapposti dalle industrie del tabacco e farmaceutica, spiazzate dal successo dell’e-cig, e ammoniva – aihmé inutilmente – il suo ministro a rivedere il suo progetto di tassazione, per motivi sanitari ma anche elettorali: “Circa tre milioni di svapatori in Germania sono anche elettori, non facciamone dei nemici ma trasformiamoli in elettori dell’Spd, fino al giorno del voto c’è tempo”.
Il tempo è invece inutilmente trascorso, le elezioni si avvicinano ma non portano buoni auspici per l’Spd e il suo candidato Scholz (ma probabilmente neppure una rettifica sulla tassa per l’e-cig lo avrebbe aiutato). Il ministro non ha cambiato rotta, ma lo stesso Karnowsky non si era fatto più illusioni quando ha ricevuto la risposta alla sua lettera. Giunta direttamente non dal ministero, né da Scholz, ma da qualche funzionario di partito impiegato nella sede centrale dell’Spd. “Caro Günter”, era l’incipit altrettanto confidenziale, “il consumo di sigarette elettroniche è un grande rischio per la salute, le analisi hanno certificato la presenza di sostanze dannose e cancerogene in tali prodotti. Per questo è necessario tassarli assieme ai riscaldatori di tabacco”. Il funzionario dell’Spd si addentra poi nella questione degli utilizzatori duali: il fatto che molti continuino a fumare pur utilizzando le sigarette elettroniche è testimonianza del fatto che queste ultime non servano a smettere di fumare.
Al di là dell’aneddotica, lo scambio di missive è indicativo della leggerezza con cui una questione di natura sanitaria venga manipolata da esigenze di natura fiscale. Per giustificare la nuova tassa, funzionari politici poco informati ignorano pagine e pagine di impegnativi studi scientifici e si fanno forti di argomentazioni che non citano fonti, numeri, ricerche.

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