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Motivazioni, abitudini e preferenze dei consumatori italiani di sigarette elettroniche

Dal sondaggio di Ethra il ritratto dei consumatori nel nostro Paese: la maggior parte ha smesso di fumare e svapa per ridurre i danni del fumo.

È un interessante ritratto degli svapatori italiani quello che emerge dal grande sondaggio condotto online da European Tobacco Harm Reduction Advocate (Ethra) alla fine del 2020 sugli utilizzatori europei di prodotti con nicotina. Grazie al lavoro dell’associazione dei consumatori di sigarette elettroniche Anpvu, infatti, i nostri connazionali sono stati il gruppo più numeroso a prendere parte all’iniziativa, raggiungendo 7952 partecipanti. L’analisi dei dati scorporati, elaborati dalla nostra testata, offre uno spaccato delle motivazioni, le abitudini e le convinzioni dei vaper italiani.
Cominciamo col dire che a rispondere sono stati per la stragrande maggioranza i maschi: 7269, pari al 91,54%, a fronte di 646 femmine (i pochi altri hanno preferito non rispondere). La fascia di età più rappresentata è quella fra i 30 e i 39 anni (32,61%), seguita da 40-49 anni (26,85%), 18-29 anni (25,88%), 50-59 anni (11,98%) e 60-69 anni (2,49%). Le percentuali dei partecipanti dai 70 anni in su sono inferiori all’1%, probabilmente determinate anche dal mezzo usato, cioè il sondaggio online.
Il prodotto con nicotina più utilizzato dai partecipanti italiani è di gran lunga il vaporizzatore personale (l’e-cigarette), 95,06%, seguito dalle sigarette tradizionali (8,34%), dal tabacco da arrotolare (4,99%), dai prodotti a tabacco riscaldato (2,88%) e dai sigari (1,24%). Tutti gli altri prodotti contemplati nel sondaggio, dalla pipa allo snus, alle bustine di nicotina e ai prodotti farmaceutici, riscontrano percentuali di utilizzo vicine allo zero. Da notare che questa domanda permetteva di selezionare più di una risposta, quindi non si tratta necessariamente di utilizzatori esclusivi.
Fra i vaper, infatti, un importante 80,6% dichiara di aver smesso di fumare. Di questi il 58,4% lo faceva da più di 10 anni. A continuare a fumare è il 15,74%, cioè è utilizzatore duale, mentre l’1% non ha mai fumato. Una percentuale, quest’ultima, piuttosto rassicurante. I vaper che continuano a fumare lo fanno perché non vogliono smettere (“mi piace fumare”) al 33,15%, perché gli e-liquid costano troppo (31,75%), perché non hanno trovato un aroma che li soddisfi (14,13%), per la scarsa disponibilità dei prodotti (12,73%) o perché il vaping non soddisfa il fabbisogno di nicotina (12,11%).
In generale quali sono, secondo i partecipanti al sondaggio, gli ostacoli alla cessazione? Anche in questo caso era possibile scegliere più risposte e il 31,94% cita come primo motivo il costo delle alternative a basso rischio. Il 15,85% lamenta la mancanza di supporto o consulenze, il 13,3% la mancanza di piacere nell’utilizzo di alternative a basso rischio, il 10,75% la bassa efficacia della nicotina somministrata da questi strumenti e un ulteriore 10% la poca informazione o incertezza sui rischi dei prodotti alternativi. Una ampia percentuale dei partecipanti, il 36%, non sa o preferisce non rispondere.
Ma veniamo agli italiani che invece ce l’hanno fatta. Il 97,75% ha smesso di fumare con la sigaretta elettronica ed è il dato più importante. Il 2,45% ha tratto beneficio dal supporto dei familiari e l’1,25% degli amici. Quasi il 2% dichiara di avercela fatta senza nessun aiuto, mentre l’1,67% con gomme o cerotti alla nicotina. Tutti gli altri metodi, come farmaci, servizi di assistenza, ipnosi, libri e altro sono al di sotto dell’1%. Anche in questo caso si potevano selezionare più opzioni. Nella totalità dei partecipanti, il 39, 57% usa la sigaretta elettronica da un periodo compreso fra 2 e 5 anni, il 31,55% da più di 5 anni e il 9,78% da meno di un anno. Il consumo medio di e-liquid al giorno è di 8,76 ml con una concentrazione di nicotina pari a 4,63 mg/ml. Più liquido si consuma, più si abbassa la nicotina, anche se di poco. Si va dai 4,85 mg/ml di chi consuma 5 ml o meno al giorno ai 3,77 mg di chi ne usa più di 10 ml.
Ethra ha chiesto poi la rilevanza di alcuni fattori nella scelta di usare la sigaretta elettronica. Per il 98,39% è stato importante o molto importante il fatto che fosse meno dannosa del fumo e quindi migliorasse la salute. Il 90,97% è stato spinto dal desiderio di smettere di fumare. Percentuali molto alte anche per la possibilità di personalizzazione di liquidi e device (90,37%) e per gli aromi, cioè i gusti, che sono stati importanti per l’86,18%. La possibilità di provare l’e-cig e la sua disponibilità è ritenuta rilevante per il 67,27%, mentre il minor costo rispetto alle sigarette tradizionali è stato determinante per il 58,22%. Gli altri motivi giudicati importanti dagli utenti per il passaggio al vaping sono: la possibilità di personalizzazione (il consumo di nicotina (44,6%) e la curiosità (43,19%). Gli stessi motivi, con percentuali abbastanza simili, spingono i consumatori a continuare a svapare.
I consumatori italiani prediligono i liquidi al tabacco mescolato con altri aromi (68%) o solo al tabacco (61,43%), seguiti dai fruttati (44,19%), dai cremosi (45,29%) e dai gusti che richiamano bevande (12,65%). Si riforniscono in percentuali molto simili in negozi fisici specializzati (80,92%) e in quelli online (78,83%). Solo il 3,15% dichiara di acquistare dall’estero e il 3% dai tabaccai. Il 75,6% dei consumatori sa che in Italia i prodotti del vaping sono sottoposti a una tassa specifica e per questo il 37,41% ne limita il consumo. A non aver cambiato abitudini, invece è il 36,22%, mentre il 16,85% si rivolge a fonti alternative e il 5,7% ha ricominciato a fumare o fuma di più.
E chi ha provato la sigaretta elettronica e poi non l’ha adottata? Il 26,14% non l’ha fatto perché è troppo cara. Il 18,18% lamenta che la nicotina somministrata non è abbastanza efficace, mentre il 17% la mancanza di disponibilità. La stessa percentuale, 17% dichiara di non averne bisogno e l’11,36% semplicemente che “non gli è piaciuta”.

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