Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, tutto il mondo è Paese: si dice salute ma si pensa a far cassa

Parlamento tedesco approva nella notte la nuova supertassa sui liquidi. Le proteste dell'opposizione si infrangono sulla miopia della maggioranza Cdu, Csu e Spd.

Se le associazioni di produttori e consumatori del vaping e gli scienziati esperti di riduzione del danno avevano espresso nelle settimane e nei mesi scorsi le proprie preoccupazioni per la tassa sui liquidi per sigarette elettroniche contenuta nella legge approvata in nottata dal Bundestag, adesso è il tempo dei politici. Naturalmente dei politici di opposizione.
Troppo tardi, verrebbe da dire, dal momento che i parlamentari della maggioranza (Cdu, Csu e Spd) non hanno avuto troppi scrupoli ad affibbiare ai liquidi del vaping una che porterà il prezzo di un flacone da 10 millilitri ad aumentare di 1,60 euro dal prossimo anno e di 3,20 euro nel 2026, quando il balzello sarà a pieni giri. Ma le dichiarazioni politiche, espresse durante l’ultimo dibattito notturno o nel corso del confronto degli ultimi giorni, mostrano anche uno spaccato di come ragionano i partiti quando si parla di vaping. E offrono ai vaper, in quanto elettori, una bussola con la quale orientarsi quando è il momento di recarsi alle urne. Le posizioni dei partiti sul vaping non possono essere naturalmente l’unico riferimento per un voto consapevole, ma in tempi in cui l’appartenenza politica si allenta per l’affievolimento delle ideologie, un occhio di riguardo a chi tutela le proprie passioni è più che lecito.
Tanto più che, per quel che riguarda la Germania, ce n’è per tutti i gusti. I partiti di opposizione coprono infatti un ampio spettro politico. Si va dai liberali dell’Fdp più di centrodestra ai Verdi ecologisti, fino alla Linke, che occupa lo spazio della sinistra radicale.
Per la maggioranza, il rappresentante dell’Spd Michael Schrodi ha fissato il punto del governo sulla sigaretta elettronica: la tassa è giusta perché difende la salute. Saltando a piedi pari decine di recenti studi scientifici e posizioni di altri servizi sanitari europei (quello britannico in testa), Schrodi ha ammesso che “probabilmente” i danni arrecati dal vaping sono minori di quelli del tabacco, ma “mancano informazioni sulle conseguenze nel lungo periodo”. Ecco il binomio magico al quale agganciare ogni volontà di far cassa: difendere la salute. Con buona pace delle strategie per la riduzione del danno, cui non viene concessa alcuna apertura. Di più: il parlamentare socialdemocratico ha lanciato strali populisti contro le lobby del tabacco e delle sigarette elettroniche, cui il governo non cede: la salute viene prima di tutto, ha tuonato.

La cancelliera Angela Merkel con il ministro alle finanze Olaf Scholz

Non si sono mobilitate le lobby delle multinazionali del tabacco, ha replicato il deputato liberale Till Mansmann, ma “i gruppi di interesse di piccoli produttori o dei fumatori che, dipendenti dalla nicotina, avevano trovato nelle sigarette elettroniche una possibilità per smettere di fumare”. Per i liberali, la crociata contro le lobby miliardarie dell’industria del tabacco, che avrebbero mosso le fila della protesta da dietro le quinte, è priva di senso: le grandi imprese sono in grado di vivere tranquillamente anche con gli aumenti della tassa sul tabacco, mentre ai piccoli produttori è stato negato anche il confronto, ha accusato Mansmann.
Più legata al tema della salute la critica dei Verdi, che pure in passato si erano adoperati per una forma di tassazione dell’ecig a livello europeo. Ma una misura che tenesse conto della specificità del prodotto, dicono gli ecologisti, e della opportunità che offre ai fumatori per affrancarsi dalla dipendenza del tabacco. La tassa del governo, invece, “non si preoccupa né di prevenzione né di riduzione del danno”, ha detto in aula il deputato Stefan Schmidt, “e quando i tentativi tradizionali di smettere di fumare falliscono, è giusto passare a prodotti di minor danno”. Ma la legge stabilisce un aumento enorme per sigarette elettroniche e riscaldatori, al contrario un aumento minimo per le sigarette di tabacco. I risultati saranno due: o si arresterà il passaggio a prodotti meno dannosi, o si ricorrerà al loro acquisto all’estero, con il rischio di ricorso anche a prodotti illegali e di contrabbando.
Anche la Linke ha provato a mettersi di traverso alla legge del governo fino all’ultimo momento, quando i suoi parlamentari avevano avanzato una controproposta che riduceva di molto l’aumento della tassa, sia per i liquidi ecig che per i riscaldatori. In particolare sui liquidi, ora tassati a prescindere che contengano o meno nicotina, la sinistra radicale suggeriva un occhio particolare per quelli privi di nicotina, che costituirebbero un vero aiuto per i fumatori in cerca di alternative al fumo (in realtà tutti gli studi scientifici concordano sul fatto che i liquidi più efficaci per i fumatori, almeno nella prima fase, siano quelli con nicotina). Ad ogni modo, per la Linke “la riduzione del consumo di tabacco deve avere la massima priorità e per raggiungere tale obiettivo la sigaretta elettronica è uno strumento provato e adeguato”.
Ma per i partiti di governo, più della salute conta il bilancio dello Stato. Che poi la diminuzione delle cure di malattie anche gravi causate dal fumo si rifletta positivamente anche sui bilanci sanitari è un discorso di prospettiva che mal si concilia con le esigenze di una politica rassegnata ad agire con la vista corta. Anche in Germania.

Articoli correlati