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Cresce il contrabbando di liquidi da inalazione. Vengono acquistati prevalentemente sul web e dall’estero ma, in alcune aree aree geografiche del napoletano e casertano, anche presso le bancarelle ambulanti o al mercato. È quanto è emerso nel Report annuale “Il commercio illecito di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche in Italia” curato dall’Università di Trento e presentato questa mattina al Senato. Secondo il report, nel 2020 sono stati consumati 60 milioni di millilitri di liquidi da inalazione, un dato che si è triplicato in soli due anni.
Leggermente in calo invece il consumo di sigarette tradizionali: poco più di 61,5 milioni di pacchetti contro i 64 milioni dell’anno precedente. Chi acquista dall’estero i liquidi di ricarica per sigarette elettroniche lo fa mediamente una volta ogni dieci giorni. Secondo i dati di una indagine poi presentata dall’Istituto Piepoli, la maggioranza degli svapatori ha cessato il consumo di tabacco. In questo senso, “la sigaretta elettronica viene vista come un prodotto sostitutivo del tabacco e non complementare“.
Ad aprire la conferenza è stato il padrone di casa, il senatore Senatore Bruno Astorre (PD): “Se compro un prodotto del tabacco su internet o di contrabbando sto ingrassando la criminalità organizzata. Serve una grande campagna di comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica”. Un tema che, come vedremo, sarà ripreso e fatto proprio dai vertici di British American Tobacco, multinazionale che ha organizzato la presentazione.
La parola è quindi passata a Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli: “L’Italia rappresenta l’eccellenza in materia di regolamentazione e tracciabilità dei prodotti del tabacco e liquidi da inalazione. Nell’ultimo anno abbiamo fatto cose molto importanti. La grande innovazione riguarda i prodotti liquidi da inalazione ha portato i prodotti liquidi da inalazione sotto regime di tracciamento e monitoraggio analogo a quelli del tabacco. Tra qualche mese nuovi esercizi al dettaglio che non avranno la T ma il simbolo della sigaretta elettronica. Fondamentale perché la gran parte dei prodotti purtroppo circolava in maniera irregolare e numerosi erano gli interventi delle forze dell’ordine. Importanti normative ancora studiate monitorate e ponderate, cartine e filtri, che ancora non hanno questo sistema di tracciatura. Abbiamo migliaia di tonnellate di tabacco nei nostri depositi. Qui bisogna prendere una posizione. Io chiesi di tentare con le doverose verifiche di poterlo vendere e non solo smaltirlo”. Un accenno anche alla vendita sul web. “È necessaria una disciplina che consenta il mistery client. Ovvero un potere di vigilanza che dovrebbe consentire all’Agenzia di fare acquisti sul web senza svelare la propria identità, verificando così la liceità e la regolarità delle vendite”. Il prossimo obiettivo sarà regolamentare la vendita della canapa sativa non dopante: “Bisogna aprire una discussione seria – ha auspicato Minenna – perché c’è disciplina sino alla Cassazione che ha definito dei criteri, non c’è facilità amministrativa a procedere. Questi negozi proliferano e, scusatemi, non pagano accisa. Problema di disparità di trattamento. Il problema è come effettuare controlli omogenei e adeguati. Con tanti anni di lavoro il tabacco, i liquidi buon livello di governance e regolamento”.
Il punto di vista del governo è stato rappresentato da Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro Sviluppo Economico: “Con l’avvento di nuovi prodotti come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche la nostra attenzione deve andare prima di tutto sulla tutela del consumatore. La questione dei liquidi contenenti sostanze nocive deve essere affrontata in maniera importante da parte del Ministero Salute e Adm. Il mondo del tabacco rappresenta un importantissimo settore produttivo che dobbiamo tutelare. Garantisce miliardi di euro nelle casse dello Stato ma bisogna soprattutto pensare alla salute del consumatore”.
“La nostra missione – ha poi aggiunto Roberta Palazzetti, presidente di British American Tobacco – è costruire un futuro migliore, miglioramento del futuro per i nostri consumatori e i nostri dipendenti. L’uso del tabacco tradizionale ha un pesante impatto sulla salute. La nostra missione è ridurre l’impatto negativo per spostare l’attenzione verso i prodotti a rischio ridotto come sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco. Tredici milioni di persone si sono già spostate, l’obiettivo è arrivare a 50 milioni entro il 2030. Moltissimi consumatori di sigarette elettroniche si riforniscono su siti internet senza controllo. Abbiamo deciso di monitorare la vendita online al fine di evitare che in futuro questi comportamenti illeciti possano espandersi. Primi passi già stati fatti con la nuova regolamentazione, per esempio con l’apposizione dei tasselli fiscali come per le sigarette. Sottolineo che tutto questo è possibile solo tramite il coordinamento di tutti gli attori, il nostro impegno è immutato. Occorre però un equilibrio fiscale”.
Andrea De Nicola (Intellegit): “Il web ha dato possibilità alle organizzazioni criminali di sfruttarne le potenzialità. Nel 2020 però, anche a causa della pandemia, si registra il dato più basso di consumo di sigarette di contrabbando: 4 per cento. Cambia anche la geografia del consumo di sigarette di contrabbando. Napoli scende al terzo posto scalzata da Trieste e Udine”.
La conferenza si è conclusa con l’impegno di British American Tobacco di organizzare una massiccia campagna rivolta ai consumatori per informarli dei rischi che corrono comprando liquidi attraverso canali illeciti. Ben venga, ovviamente, tutto ciò che è informazione. È però bene precisare che il contrabbando è un illecito fiscale, teso a eludere il fisco e le imposte. La salute si tutela con le analisi e, eventualmente, con le conseguenti certificazioni di responsabilità del ministero della salute. La speranza dunque è che la futura campagna di comunicazione di Bat non faccia un parallelismo tra contrabbando e salute perché le due cose non sono correlate. Potrebbero infatti esistere sul mercato aziende che pagano regolarmente le imposte ma producono liquidi di bassissima qualità ed altre che, evadendo l’imposta di consumo, producono con ingredienti validi, proprio in virtù del “risparmio” dovuto all’evasione. Il contrabbando è un illecito soggettivo, introdotto dal legislatore, mentre la qualità è un valore oggettivo riscontrabile e verificabile con rilevazioni strumentali.
Entrando nel dettaglio dei numeri diffusi dal report “mentre dal 2018 il consumo di sigarette tradizionali nel mercato legale è in calo (-8,4%), al contrario sia quello di prodotti del tabacco riscaldato che dei liquidi da inalazione per le sigarette elettroniche è cresciuto fortemente (+250,2% per i primi, +200% per il consumo dei liquidi). La crescita del consumo si è riversata anche in una crescita della domanda e dell’offerta sul mercato illecito. Circa 4 utilizzatori di sigarette elettroniche su 10 hanno acquistato i liquidi da inalazione per sigarette elettroniche da uno o più canali non autorizzati: siti Internet stranieri o che comunque spediscono in Italia i propri prodotti da Paesi stranieri (28%), bancarelle dei mercati (12% dei consumatori) e venditori ambulanti (8%). Le motivazioni dell’acquisto risiedono nel risparmio (53%), nella possibilità di comprare prodotti in grande quantità (28%) e/o di acquistare liquidi con additivi non disponibili nei rivenditori leciti (27%). Due consumatori di liquidi da inalazione su 10 non sanno che tali prodotti possono essere venduti soltanto tramite canali autorizzati. Inoltre, il 35% ha dichiarato di non sapere che esistono rivenditori illeciti di eLiquids. Il 38% di coloro che acquistano i prodotti sul mercato illecito ritiene che l’utilizzo da canali illeciti sia un comportamento sbagliato, mentre quasi la metà (48%) ritiene che la valutazione vada fatta caso per caso. Non sorprende, quindi che ben 6 persone su 10 abbiano dichiarato che continueranno ad acquistare i prodotti con le stesse modalità anche in futuro, confermando la reale possibilità che il mercato illecito di liquidi da inalazione crescerà nei prossimi anni. Dal punto di vista dell’offerta, i 48 rivenditori di eliquid monitorati durante l’indagine e operanti illecitamente, si dividono quasi equamente tra italiani (21) e stranieri (26). Per quel che riguarda i rivenditori stranieri, le macro aree sono principalmente Stati Uniti (11) ed altri Paesi Europei, in particolare Spagna (4), Regno Unito e Germania (2 ciascuno). Si tratta di hot spot di provenienza dei prodotti illeciti molto diversi da quelli del contrabbando tradizionale. I flaconi di liquidi da inalazione per sistemi aperti venduti illecitamente online contengono solitamente 10 ml di prodotto (60,4% dei casi), che è la dimensione maggiormente presente anche nel mercato lecito, e la maggior parte di essi (83,3%) contiene nicotina. Il costo dei prodotti presenta un’estrema variabilità a seconda delle dimensioni del flacone, del suo contenuto, dei Paesi di provenienza e, più in generale, del venditore. Per quanto riguarda invece il commercio illecito di sigarette per dispositivi a tabacco riscaldato (THP), sono stati rilevati sia siti dedicati alla vendita di stick per IQOS (la maggior parte, con 11 siti tra i 19 analizzati) o per glo (4 su 19), sia rivenditori che offrivano prodotti per entrambi i device (4 su 19). La particolarità relativa agli acquisti tramite questi canali riguarda l’impossibilità di acquistare pacchetti singoli. I prezzi di vendita dei pacchetti di sigarette THP nel mercato illecito online sono abbastanza omogenei, e oscillano tra un minimo di 3,71€ ad un massimo di 7,59€, con una media di 5,31€. Le spese di spedizione sono quasi sempre gratuite. Per quanto riguarda invece la vendita illecita online di dispositivi per tabacco riscaldato, la maggior parte dei rivenditori offre prodotti provenienti dal Regno Unito e dalla Russia. Il 50% dei siti analizzati vende solo IQOS, il 20% solo glo e un altro 20% entrambi i brand. A livello di prezzo non si riscontrano particolari differenze rispetto agli originali“.