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Quasi due milioni di euro per capire se la sigaretta elettronica può aiutare le persone senzatetto a smettere di fumare. È di questa entità, precisamente 1,7 milioni di sterline, il finanziamento che il britannico National Institute for Health Research ha erogato alla London South Bank University (Lsbu). Come riportato nei giorni scorsi, il Regno Unito sta intensificando gli sforzi per raggiungere l’obiettivo che si è posto del 2019: sconfiggere il fumo entro il 2030. E per farlo è necessario agire a tutto campo, con particolare attenzione alle fasce della popolazione svantaggiate che registrano tassi di fumatori anche superiori alla media. Compresi quei cittadini senza fissa dimora, spesso definiti “gli invisibili”, dove nel Paese i fumatori secondo l’Lsbu superano il 70% (ma altre fonti riportano dati che arrivano all’85%), a fronte della media nazionale del 14,1%.
In passato sono stati condotti degli studi di fattibilità su scala nazionale e degli esperimenti come quello di Manchester, dove si è approfittato della pandemia e della necessità di alloggiare i senzatetto negli alberghi per fornire anche e-cigarette. Le sigarette elettroniche, spiega l’ateneo londinese, sono lo strumento più popolare per smettere di fumare e, secondo molti studi, sono più efficaci di gomme o cerotti alla nicotina e molto meno dannosi del tabacco. Il costo di uno starter kit ricaricabile, però, è spesso proibitivo per chi vive sulla strada. I ricercatori cercheranno dunque di capire se offrire ai senzatetto delle sigarette elettroniche gratuite nei centri che si occupano di assisterli, può contribuire a combattere il problema.
Il progetto di ricerca è guidato da Lynne Dawkins, docente presso il Centre for Addictive Behaviours Research della London South Bank University, e da Sharon Cox, ricercatrice presso il Dipartimento di scienze della salute e del comportamento dello University College London. Altri sette atenei sono partner nella ricerca: il King’s College London, la Queen Mary University di Londra, la University of East Anglia, la University of York, la Cardiff University, la University of Stirling e la University of Edinburgh. Lo studio sarà condotto in trentadue centri sparsi in cinque aree del Regno Unito: Scozia, Galles, Londra, il Sud-est e l’Est dell’Inghilterra. Per comprendere l’efficacia dell’e-cigarette, sedici centri forniranno ai senzatetto la sigaretta elettronica, mentre i restanti sedici offriranno l’assistenza classica. I partecipanti saranno 480, equamente divisi nei due gruppi (e-cig o assistenza), ogni centro ne seguirà 15.
Lynne Dawkins si dichiara fiduciosa sugli esiti di questa sperimentazione, anche alla luce dello studio di ricerca su scala più piccolagià citato. “Se scopriamo che fornire kit gratuiti per sigarette elettroniche aiuta le persone a smettere – spiega – i centri per senzatetto potrebbero decidere di adottare questo approccio in futuro, per aiutare a ridurre l’impatto delle malattie legate al fumo tra le persone senza fissa dimora”.