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Corrieri Usa rifiutano di spedire sigarette elettroniche: la protesta dei negozianti

Il divieto riguarda spedizioni verso consumatori e aziende. Impossibile quindi rifornire gli store di merce dai grossisti.

È firmata da 428 negozianti di sigarette elettroniche americani la lettera indirizzata a Frederick W. Smith, amministratore delegato della società di spedizioni FedEx. La richiesta dei firmatari, sotto l’egida dell’American Vaping Association, è quella di riconsiderare la recente decisione del corriere che non permette loro di ricevere o inviare prodotti del vaping, vale a dire sigarette elettroniche. Si tratta di un altro, l’ennesimo, grosso ostacolo alla sopravvivenza dei negozianti e del settore del vaping americano, già messo a dura prova dal clima di caccia alle streghe americano e il conseguente fiorire di divieti, limitazioni, demonizzazioni e disinformazione.
Tutto nasce dalla decisione del Congresso Usa, che lo scorso dicembre vietò al servizio postale nazionale di consegnare ai privati (intesi come consumatori) prodotti per lo svapo. Sulla scia di questa risoluzione, corrieri come FedEx (ma anche Ups e Dhl) hanno adottato la stessa politica, andando persino oltre le intenzioni del Congresso e rifiutando l’invio di sigarette elettroniche e e-liquids anche alle aziende. Questo vuol dire che i negozianti specializzati non solo non possono inviare i prodotti ai loro clienti, ma non possono nemmeno ricevere la merce dai distributori. “Per i negozianti – spiegano i firmatari nella lettera – le opzioni di spedizione hanno raggiunto un costo stellare o sono svanite del tutto”.
Ma, specificano i negozianti, non sono solo loro ad essere colpiti da questa decisione. “Se i consumatori non avranno accesso o non potranno permettersi il costo di queste alternative a rischio ridotto alle sigarette – spiegano – saranno costretti a tornare al tabacco combusto, che è molto più pericoloso e avrà conseguenze sulla loro salute per tutta la vita”. Il divieto di spedizione, poi, sempre secondo i firmatari, farà sentire i suoi effetti negatici soprattutto sulle minoranze e sulle comunità economicamente svantaggiate, dove i tassi di fumo sono particolarmente alti e la riduzione del danno è più necessaria.
Nella lettera si ricorda che le grandi industrie del tabacco hanno una propria rete di distribuzione e dunque non sono colpite dal divieto. Si sottolinea, inoltre, l’incoerenza di FedEx che continua a spedire senza problemi prodotti farmaceutici illegali e armi da fuoco, “mentre impedisce a noi – affermano i firmatari – di rifornire i nostri negozi con prodotti legali”. “Purtroppo – continuano – sembra l’ennesimo esempio di aziende che si fanno influenzare dai dollari delle lobby, invece di guardare il quadro generale”.
A quello dei negozianti, si aggiunge l’appello di Gregory Conley, presidente dell’American Vaping Association. “FedEx – commenta – sta facendo un grave disservizio alle piccole imprese e ai consumatori americani. Sta facendo il gioco di Big Tobacco, che beneficia direttamente di politiche che rendono più costoso il passaggio dei fumatori adulti. Non solo i prodotti per lo svapo sono legali e regolamentati dalle Food and drug administration, ma stanno salvando vite tenendo le persone lontane dalle sigarette combustibili”.

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