Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Anche la Norvegia va verso il flavor-ban nelle sigarette elettroniche

L'ipotesi del governo prevede di introdurre nuove restrizioni alla vendita dei liquidi di ricarica.

Anche il governo norvegese è indirizzato verso il divieto di utilizzare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. Lo rende noto la locale associazione dei consumatori Nikan. Inoltre ci potrebbero essere restrizioni sulla commercializzazione, come ad esempio l’introduzione del limite dei 10 millilitri di liquido per flacone, come già in vigore da diversi anni in seno ai paesi membri dell’Unione europea. I due provvedimenti seguono direzioni opposte: mentre l’allineamento alla Tpd può essere visto come un segnale di interesse verso le sicurezza dei consumatori, l’ipotesi di vietare i liquidi aromatizzati spingerebbe invece i consumatori ad abbandonare la sigaretta elettronica. Consentire soltanto i gusti tabaccosi toglierebbe ai consumatori la sensazione di essersi liberati dalla dipendenza dal fumo perché la loro memoria verrebbe continuamente stimolata da quanto percepito dalle papille gustative. La funzione degli aromi è, infatti, principalmente quella di distaccare il consumatore di sigarette elettroniche dal ricordo della sigaretta tradizionale. Secondo un recente sondaggio, in Norvegia sono proprio i liquidi al tabacco quelli meno utilizzati, mentre i più usati sono quelli alla frutta. Ma, secondo il governo, i gusti dolci ed estranei al tabacco attirerebbero i giovani che, in un secondo momento, sarebbero poi invogliati a provare a fumare le sigarette tradizionali. Una motivazione assai astratta, che si alimenta col passaparola istituzionale e mai dimostrata da analisi o indagini di mercato. Oltretutto la vendita di prodotti del vaping, così come di tabacco tradizionale, è vietata ai minori: il problema, dunque, semmai è alla fonte, controllando e sanzionando i rivenditori che, vendendo illecitamente ai ragazzi, mettono in cattiva luce un intero comparto e, soprattutto, uno strumento nasco e sviluppatosi con l’intento di far smettere di fumare le persone.

Articoli correlati