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La Commissione europea insiste: se verrà provata la minor tossicità della sigaretta elettronica rispetto al tabacco tradizionale e se davvero fa smettere di fumare allora dovrebbe sottostare alle regole – e alle normative – farmaceutiche. Lo ha (ri)scritto nero su bianco la commissaria alla salute Stella Kyriakides in risposta all’interrogazione dei parlamentari italiani Fiocchi, Patriciello e Sardone.
“L’articolo 28, paragrafo 2, lettera g), della direttiva sui prodotti del tabacco – dice la Commissaria – prescrive che, nella sua relazione sull’applicazione, la Commissione debba prestare particolare attenzione, tra l’altro, alle sigarette elettroniche. Queste ultime sono prodotti di recente arrivo sul mercato dell’UE e stanno ancora emergendo elementi a conferma dei loro potenziali rischi e benefici, ma è noto che la nicotina è una sostanza tossica e che crea dipendenza. Per questo motivo la Commissione ha chiesto al comitato scientifico dei rischi sanitari, ambientali ed emergenti (Scheer) un parere sulle sigarette elettroniche incentrato sui rischi e gli effetti sulla salute di chi ne fa uso rispetto ai non fumatori. Il parere dello Scheer sottolinea le conseguenze sulla salute del consumo di sigarette elettroniche e il ruolo importante che svolgono nell’iniziazione al fumo, sostenendo l’approccio prudente e precauzionale adottato finora. A tale riguardo, il suddetto parere scientifico costituirà anche la base per le decisioni della Commissione in materia di gestione dei rischi sulle sigarette elettroniche e contribuirà alla valutazione dell’eventuale necessità di apportare modifiche legislative alla direttiva sui prodotti del tabacco o ad altre misure di regolamentazione/applicazione. Per quanto concerne il ruolo delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo – e questo è il punto dolente espresso da Kyriakides – il parere dello Scheer ha concluso che vi sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare. Qualora se ne accertasse l’efficacia e venissero considerate aiuti per la disassuefazione, “la loro regolamentazione dovrebbe seguire la legislazione farmaceutica”, come indicato nella relazione sull’applicazione della direttiva del 20 maggio 2021“.