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Torna a fare un appello al governo britannico l’Intergruppo parlamentare per il vaping (Appg), al fine di massimizzare le opportunità di riduzione del danno da tabacco nello scenario post-Brexit. Le esortazioni dei parlamentari sono contenute in un rapporto intitolato “Inquiry into UK Tobacco Harm Reduction Opportunities Post-Brexit: Achieving a Smoke-Free 2030” e traggono ispirazione da una inchiesta che ha visto contributi da oltre 400 fra consumatori e operatori del settore, compresa la rete europea Ethra, che è espressamente citata nel documento. Questo è un anno cruciale per il Regno Unito che, libero dai vincoli imposti dalla Direttiva europea Tpd, sta mettendo mano alla legge sul tabacco, che verrà modificata in modo da raggiungere l’obiettivo di diventare un Paese senza fumo entro il 2030.
Da qui la richiesta dell’Intergruppo di alleggerire alcune restrizioni sulla sigaretta elettronica e di “intraprendere una via indipendente per il Regno Unito, adottando un approccio più progressista sulla riduzione del danno da tabacco e includendo tutti i prodotti e le tecnologie che vogliono relegare al passato le sigarette a tabacco combusto”. Ricordiamo, infatti che, mentre le istituzioni sanitarie del Paese sono molto aperte nei confronti dell’e-cigarette, sono state sempre prudenti verso gli altri strumenti alternativi al fumo. Ora i parlamentari chiedono di estendere questa apertura anche a prodotti come le bustine di nicotina, i riscaldatori di tabacco e lo snus, quest’ultimo al momento ancora illegale come in tutta l’Unione europea, con l’esclusione della Svezia. “Chiediamo al governo – spiega l’Intergruppo – di estendere la normativa dei prodotti del vaping a una più ampia varietà di sistemi per la somministrazione di nicotina a rischio ridotto, per dare ai 7 milioni di fumatori del Regno Unito la migliore opportunità possibile di smettere di usare il tabacco combusto”.
I parlamentari chiedono anche delle misure che rendano più efficace la sigaretta elettronica, in modo da poter soddisfare meglio sia le necessità degli attuali utilizzatori che quelle dei fumatori che hanno provato il vaping senza però adottarlo. In particolare si chiede di aumentare la capacità degli atomizzatori e dei flaconi di liquido (che la Tpd fissa rispettivamente a 2 e 10 ml) e di abolire il tetto di 20 mg/ml alla concentrazione di nicotina. “Quest’ultimo – si legge nel documento – è spesso la principale barriera che impedisce ai fumatori accaniti di smettere con l’e-cig”.
Ancora una volta si sottolinea, poi, la necessità di una corretta informazione sulla riduzione del danno. Per questo i parlamentari chiedono all’esecutivo di “consentire una comunicazione ragionevole – e diretta – ai fumatori e agli svapatori sui prodotti disponibili, tramite inserti nei pacchetti di sigarette o attraverso strumenti digitali e online”. Il rapporto ritorna poi sulla necessità, già espressa qualche mese fa, di rappresentare con forza la posizione pro riduzione del danno del Paese nelle sedi internazionali. In particolare durante la prossima Conferenza delle parti (Cop 9) della Convezione quadro per il controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiali di sanità, che si terrà il prossimo novembre, per evitare misure draconiane e divieti sulla sigaretta elettronica.