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Una previsione spropositata forse utile solo a far approvare la nuova imposta sui liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Tanto che, a poche settimane dall’approvazione parlamentare, il ministero delle finanze corregge il tiro fortemente al ribasso, rivedendo le stime delle entrate fiscali legate all’introduzione della nuova tassa sui liquidi.
Secondo quanto riportato dal bollettino mensile di luglio del ministero delle finanze, “l’introduzione della tassazione sui liquidi delle e-cig porterà nelle casse dello Stato circa un miliardo di euro entro il 2026”. Si tratta di una stima che dimezza le previsioni che avevano accompagnato la nuova legge fino alla sua approvazione, avvenuta poche settimane fa, quando il governo stimava entrate per 1,947 miliardi di euro. Che i calcoli siano stati fatti un po’ approssimativamente (si usa un eufemismo) è ancora riscontrabile nella cifra che i funzionari del Ministero delle finanze avevano stimato quando avevano elaborato la legge, prima dunque che venisse discussa e approvata dal consiglio di gabinetto di governo, la scorsa primavera: 2,7 miliardi di euro. Da quel momento le cifre si sono drasticamente ridotte, tanto che anche quella attuale di 1 miliardi appare incerta. Il motivo lo spiegano gli esperti delle dogane: gran parte dei consumatori si rifornirà di liquidi all’estero o sul mercato nero. Rischia dunque di fruttare poco o nulla dal punto di vista fiscale il balzello che invece produrrà difficoltà per produttori e venditori interni.