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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’1 al 7 agosto

Dagli Usa una ricerca che sgombra il campo: vietare la sigaretta elettronica significa spingere i giovani verso il fumo. Intanto l'Oms rinvia al Cop 10 del 2023 la discussione sui prodotti del tabacco di nuova generazione.

UsaStudio: il boomerang dei divieti sul vaping spinge i giovani verso il più dannoso tabacco
I divieti sui prodotti del vaping spingono una larga parte degli ex fumatori a tornare alle più nocive sigarette del tabacco, soprattutto nella fascia giovanile, producendo un effetto boomerang rispetto agli obiettivi dichiarati delle politiche restrittive. È quanto emerge da un nuovo studio intitolato “Reactions to sales restrictions on flavored vape products or all vape products among young adults in the Usa”, realizzato da cinque ricercatori della George Washington University e della Standford University coordinati da Heather Posner e pubblicato su Nicotine and Tobacco Research. Secondo i ricercatori americani, il divieto di aromi diversi dal tabacco nei liquidi delle sigarette elettroniche produrrebbe un passaggio alle sigarette combustibili del 33,2% dei giovani consumatori negli Usa, mentre con un divieto totale alla vendita dei prodotti del vaping il ritorno al tabagismo interesserebbe il 39% degli svapatori. Sono dati allarmanti, tanto più che il divieto dei liquidi è pratica già adottata in alcuni Stati americani in seguito a campagne sensazionalistiche non basate sui dati empirici. L’equipe di ricerca ha analizzato i dati provenienti da uno studio longitudinale condotto fra febbraio e maggio del 2020 su 2.159 cosiddetti giovani adulti (di età compresa fra i 18 e i 34 anni) nelle sei aree metropolitane di Atlanta, Boston, Minneapolis, Oklahoma City, San Diego e Seattle. L’auspicio degli autori è che i risultati della loro ricerca vengano presi in considerazione nell’elaborazione delle future iniziative di controllo del tabacco. Sigmagazine fornisce ulteriori dettagli sullo studio.

Con i divieti sulla sigaretta elettronica aumentano i giovani fumatori

 

Scozia – Sondaggio: maggioranza contraria a restrizioni sul vaping in nome della lotta al fumo
Una ricerca condotta per la Scottish Grocers’ Federation (Sgf) ha evidenziato come una larga maggioranza di cittadini scozzesi sia contraria a ulteriori restrizioni nei confronti del vaping e il sostegno a tali politiche, talvolta enfatizzate dagli organi di informazione, venga da una contenuta minoranza. I dati emersi dall’indagine sono chiari: il 24% degli interpellati si è dichiarato “fortemente contrario” a restrizioni che riguardino anche l’accesso a informazioni sui prodotti del vaping e un altro 24% si è detto semplicemente “in disaccordo”. La stessa percentuale, quindi quasi un quarto degli interpellati, si è invece dichiarato favorevole a ulteriori giri di vite. La maggioranza dei cittadini ritiene inoltre che i legislatori scozzesi e gli esperti della sanità dovrebbero tenere maggiormente in considerazione queste opinioni in modo da “utilizzare uno strumento come la sigaretta elettronica per favorire gli obiettivi del governo scozzese in tema di contrasto e riduzione del tabagismo”. Nel 2017 il governo scozzese aveva annunciato una serie di iniziative per fare della Scozia uno “smoking free country” entro il 2034. Lo scorso anno le autorità sanitarie hanno registrato il livello più basso di fumatori di sempre. Un progresso costante che non deve essere messo a repentaglio con avventate politiche restrittive sul vaping.

SvizzeraCop9, l’Oms rinvia al 2023 la discussione sulle sigarette elettroniche
Tempi supplementari per le sigarette elettroniche. Secondo quanto riportato dall’ordine del giorno provvisorio della nona Conferenza delle parti (Cop9), è rinviata al 2023 la discussione sui cosiddetti “nuovi ed emergenti prodotti del tabacco”, definizione che comprende anche le sigarette elettroniche, nell’ambito della Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc). La nona è una conferenza segnata dal Covid: prevista per lo scorso anno è stata rinviata di un anno, e si terrà come previsto dall’8 al 13 novembre 2021, ma in modalità virtuale. È forse per questo motivo che il confronto su temi sensibili e controversi come quello legato alle sigarette elettroniche, è stato rinviato al 2023, quando ci si augura che la decima conferenza (Cop10) possa svolgersi di nuovo dal vivo. Resta aperta l’ipotesi che lo svolgimento venga anticipato al 2022, se la situazione della pandemia lo consentirà, recuperando la calendarizzazione originaria. Ad ogni modo, data la posizione ormai consolidatasi all’interno dell’Oms sui prodotti del vaping, il rinvio può dare ai sostenitori delle politiche di riduzione del danno un tempo supplementare per provare a riequilibrare le posizioni.

Oms, Cop9: discussione su sigarette elettroniche rinviata al 2023

 

GermaniaRapporto Oms, la mano unica di Bloomberg inficia la neutralità delle valutazioni sul vaping
Non si arrestano le critiche da parte degli ambienti del vaping alle tesi sulla sigaretta elettronica contenute nel rapporto dell’Oms di cui abbiamo scritto la scorsa settimana. Nuove bordate arrivano dalla Germania e mirano direttamente a Michael Bloomberg, il tycoon americano nemico giurato delle politiche di riduzione del danno e finanziatore unico del famigerato rapporto: “È degno di nota il fatto che la fondazione del miliardario americano ed ex sindaco di New York risulti come finanziatore unico del rapporto”, ha commentato il magazine di settore Egarage. Ma la responsabilità maggiore ricade proprio sull’Onu, ha proseguito il giornale, perché “in quanto organizzazione speciale delle Nazioni Unite è tenuta a osservare la massima indipendenza e a giudicare nel modo più neutrale possibile e nel segno di un’informazione pluralista”. La posizione pregiudiziale della fondazione di Bloomberg sulle sigarette elettroniche impedisce al contrario una corretta valutazione anche degli effetti positivi del vaping in tema di riduzione del danno da fumo.

UzbekistanCampagna dei 100 giorni contro il fumo, ma il vaping manca all’appello
È in corso ormai da oltre un mese la campagna nazionale “Commit to quit”, realizzata dal ministero della salute dello Stato centro-asiatico in associazione con l’associazione degli studenti di medicina e il supporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Si tratta di un’iniziativa legata al World No Tobacco Day dell’Oms, e come tale si carica addosso tutte le contraddizioni dell’organizzazione Onu nelle battaglie contro il tabacco, non ultima quella di non considerare in alcun modo il supporto dei sistemi alternativi al fumo come le sigarette elettroniche. La campagna si snoda attraverso iniziative per 100 giorni e una serie di messaggi informativi finalizzati all’abbandono del tabacco. Per molti osservatori, la stretta osservanza delle direttive Oms e l’assenza di indicazioni a favore di alternative meno dannose come l’ecig è uno dei limiti più grandi di questa campagna.

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