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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’8 al 14 agosto

La Germania dimezza le stime delle entrate per la tassa sui liquidi per sigaretta elettronica, mentre l'Ucraina vieta gli aromi. In Spagna continuano le proteste contro il governo e uno studio australiano smentisce (di nuovo) l'effetto gateway.

GermaniaTassa e-cig: governo dimezza stime entrate a poche settimane dall’approvazione
Il governo tedesco ha rivisto fortemente al ribasso le stime delle entrate fiscali legate all’introduzione della tassa sui liquidi delle sigarette elettroniche. Secondo quanto riportato dal bollettino mensile di luglio del ministero delle finanze, “l’introduzione della tassazione sui liquidi delle e-cig porterà nelle casse dello Stato circa un miliardo di euro entro il 2026”. Si tratta di una stima che dimezza le previsioni che avevano accompagnato la nuova legge fino alla sua approvazione, avvenuta poche settimane fa, quando il governo stimava entrate per 1,947 miliardi di euro. Che i calcoli siano stati fatti un po’ approssimativamente (si usa un eufemismo) è ancora riscontrabile nella cifra che i funzionari del Ministero delle finanze avevano stimato quando avevano elaborato la legge, prima dunque che venisse discussa e approvata dal consiglio di gabinetto di governo, la scorsa primavera: 2,7 miliardi di euro. Da quel momento le cifre si sono drasticamente ridotte, tanto che anche quella attuale di 1 miliardo appare incerta. Il motivo lo spiegano gli esperti delle dogane: gran parte dei consumatori si rifornirà di liquidi all’estero o sul mercato nero. Rischia dunque di fruttare poco o nulla dal punto di vista fiscale il balzello che invece produrrà difficoltà per produttori e venditori interni.

UcrainaIl parlamento approva restrizioni alle sigarette elettroniche e il divieto degli aromi
Via libera da parte del parlamento di Kiev alla nuova legge sul tabacco che introduce, tra l’altro, il divieto di produrre o vendere liquidi aromatizzati per le sigarette elettroniche. Restano invece disponibili i soli liquidi al tabacco. Altre misure restrittive per ul vaping sono contenute nella legge appena varata: tra di esse, il divieto di utilizzo dell’e-cig nei luoghi pubblici, sia al chiuso che all’aperto, come parchi, giardini e pertinenze, e quello di pubblicità e sponsorizzazione di eventi. Nel giustificare tali restrizioni, il parlamento ucraino si è appoggiato proprio al recente rapporto dell’Oms, che indicava nelle sigarette elettroniche una via di accesso al fumo, e – per quel che riguarda il bando degli aromi – alle controverse teorie sul vaping giovanile.

Anche l’Ucraina si piega all’Oms: stop agli aromi nelle sigarette elettroniche

AustraliaDa uno studio nuova smentita dell’effetto Gateway delle sigarette elettroniche
Una nuova smentita del cosiddetto effetto Gateway prodotto dalle sigarette elettroniche giunge dall’Australia. A fornirla è uno studio condotto da otto ricercatori della University of Queensland e della University of New South Wales, coordinati da Tianze Sun, sulla base di dati americani, Paese in cui la teoria Gateway gode di grande credito, nonostante le ripetute smentite empiriche. Fra i ricercatori anche Gary Chan, autore di una revisione pubblicata ad aprile, in cui certificava una maggiore efficacia (50%) delle e-cig rispetto ad altre terapie sostitutive nella lotta al tabagismo. Lo studio si intitola Has increased youth e-cigarette use in the USA, between 2014 and 2020, changed conventional smoking behaviors, future intentions to smoke and perceived smoking harms?” e sarà pubblicato a dicembre sulla rivista Addictive Behaviors. Ricca la base empirica su cui si fonda la ricerca, proveniente da due grandi indagini nazionali negli Usa fra i giovani compresi tra gli 11 e i 18 anni, e chiaro il responso: la sigaretta elettronica non sta affatto incentivando il fumo, ma lo sta sostituendo. Il dettaglio dell’analisi, sia per l’impostazione che per i risultati, nell’approfondimento di Sigmagazine.

Giovani e sigaretta elettronica: nuovo studio smentisce il gateway effect

 

SpagnaContinuano le proteste degli industriali del vaping contro il governo
Proseguono le proteste e le reazioni dell’industria del vaping spagnolo contro la campagna governativa contro le sigarette elettroniche avviata alla fine dello scorso anno dal Ministro della sanità. Come riportato in occasione dell’avvio della campagna, le organizzazioni industriali denunciano i contenuti disinformati i e i toni sensazionalistici dell’azione governativa, basata su informazioni smentite dalle ricerche ma anche dalle stesse indagini, come nel caso del caso Evali, cui l’esecutivo spagnolo continua ad attribuire la responsabilità alle e-cig. Nel frattempo i dirigenti dell’industria del vaping organizzati nell’Uvep (Union de Promotores y Empresarios del Vapeo) hanno avviato azioni legali nei confronti di tale campagna, denunciando il governo di violazione di più articoli della legge spagnola sulla pubblicità e della legge sulla comunicazione istituzionale. La richiesta resta sempre quella iniziale: la cessazione di una campagna di disinformazione che equipara lo svapo al fumo, mentre in altri Paesi europei si allarga il sostegno all’e-cig come strumento di riduzione del danno e di aiuto alla disassuefazione al tabacco.

Arabia SauditaAl via la campagna biennale contro il fumo, ma non c’è spazio per l’e-cig
Durerà due anni la campagna contro il fumo sponsorizzata dalle autorità saudite, in prima fila dal Ministero della salute. L’obiettivo è ambizioso, portare il tasso dei fumatori dall’attuale 19,8% all’8% della popolazione e rafforzare le politiche di prevenzione nell’ambito del progetto Vision 2030. La campagna si propone di agganciare due segmenti, in due fasi distinte: una prima fase dedicata ai non fumatori, una seconda ai fumatori. Senza però il ricorso agli strumenti di riduzione del danno, l’iniziativa suona come una bella promessa che rischia di naufragare. Ma il Regno saudita segue con diligenza le direttive dell’Oms in materia e dunque c’è poco da meravigliarsi.

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