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BAT, a Trieste il centro di produzione e ricerca prodotti senza combustione

Annunciata l'apertura del nuovo hub che si occuperà dei prodotti a potenziale rischio ridotto. Giorgetti: "Partire da qui per dimostrare che l’Italia può essere il luogo d’eccellenza per costruire un futuro migliore".

Un nuovo hub dedicato alla produzione, ricerca e sviluppo di prodotti a potenziale rischio ridotto. Sorgerà a Trieste su impulso di British American Tobacco. Il centro sarà realizzato in collaborazione con Interporto Trieste Spa, infrastruttura dedicata alla logistica intermodale, e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – Porti di Trieste e Monfalcone. L’investimento è stato stimato in 500 milioni di euro nei prossimi cinque anni e porterà a dare lavoro a circa 2700 persone (600 diretti e 2100 di indotto).
“Siamo orgogliosi di annunciare l’apertura di ‘A Better Tomorrow Innovation Hub’, un elemento fondamentale nei nostri obiettivi di trasformazione per ridurre l’impatto del nostro business sulla salute – commenta Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di BAT Italia – Questo investimento rafforza ulteriormente il legame tra Bat e l’Italia. Negli ultimi anni, abbiamo contribuito alle entrate erariali dello stato con oltre 2 miliardi di euro l’anno tra accise e Iva. Con questa iniziativa vogliamo assumere un ruolo più attivo nella trasformazione del nostro settore, attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi che soddisfino le preferenze dei consumatori adulti e attraverso un processo di innovazione continua che possa realizzare un reale cambiamento in termini di sostenibilità e di riduzione del nostro impatto sulla salute”.
Parole di sostegno all’iniziativa sono arrivate sia dal governo nazionale che regionale. “Possiamo partire da qui per dimostrare che l’Italia può essere il luogo d’eccellenza per costruire un futuro migliore – afferma Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico – La localizzazione del nostro Paese ed in particolare del Nord Est, cuore dell’Europa, può essere attrattivo per gli investimenti esteri non solo perché c’è un governo serio e affidabile e anche perché proprio qui, a Trieste, la presenza di centri di ricerca di alto livello e di integrazione tra mondo universitario e mondo produttivo attrae l’industria avanzata dove si concentrano eccellenze universitarie e capitale umano. La ricerca e l’innovazione devono diventare una delle strade alternative alla perdita dei posti di lavoro che è uno dei costi sociali della pur necessaria transizione ecologica”. Alle parole del ministro si aggiungono poi quelle di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia: “Questo di BAT rappresenta un investimento che, in termini occupazionali e di indotto, possiede tutti i presupposti per diventare un elemento di crescita economica del territorio triestino e di quello regionale. Siamo infatti davanti a un insediamento industriale che opererà all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica. Requisiti, questi, che ben si associano alla vocazione scientifica della nostra regione, che in base a uno studio della Commissione europea viene valutata come la prima regione italiana sul fronte dell’innovazione. Infine, mi piace sottolineare come questa operazione imprenditoriale sia anche un modello di collaborazione tra pubblico e privato, in cui gli enti e le istituzioni locali hanno operato con responsabilità e impegno al fine di rendere concreta una preziosa opportunità per generare sviluppo e lavoro”.
“Sviluppo del porto, filiera integrata, incremento dei traffici commerciali, centri di ricerca di eccellenza e, da ultimo, gli hub come quello di Bat – aggiunge Stefano Patuanelli, Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali – sono gli strumenti che permettono di percorrere la strada della sostenibilità sociale, economica ed ambientale. A Trieste, come in tutta Italia, innovazione, ricerca e sviluppo sostenibile sono i driver di questa crescita. Il Governo sostiene costantemente iniziative come l’A Better Tomorrow Innovation Hub, che rendono concreto l’impegno per lo sviluppo della filiera italiana del tabacco, permettendo di meglio distribuire il valore aggiunto tra le diverse fasi di produzione e creando nuovi posti di lavoro nei territori. Inoltre, i nuovi investimenti di Batincrementeranno ancora di più la sostenibilità delle attività produttive e la valorizzazione di imprese e centri di ricerca del Friuli-Venezia Giulia.  Un percorso che incrocerà le direttrici di investimento del Pnrr, che prevede 1,2 miliardi di euro destinati ai contratti di filiera, e della nuova Pac”.
Il polo triestino a guida di British American Tobacco si pone dunque in diretta concorrenza con quello bolognese,  cuore delle attività di Philip Morris in Italia.

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