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“Stop aumento fiscale o svapare costerà come fumare”

Partita questa mattina da Bolzano la Ride4Vape 2021. Roccatti (Anafe): "Vogliamo far capire ai legislatori che alzare ulteriormente l'imposta sui liquidi non porta gettito ma solo instabilità, illecito e incertezza".

Ottocento chilometri in quattro giorni. Da Bolzano a Roma in bicicletta per sostenere la causa della sigaretta elettronica. E denunciare l’instabilità fiscale che da troppi anni attanaglia il comparto dei prodotti liquidi da inalazione. Umberto Roccatti, presidente di Anafe Confindustria, è partito questa mattina alla volta del Ministero dell’Economia dove incontrerà i rappresentati governativi per sollecitarli ad intervenire in fase di legge di bilancio. Anche quest’anno avrà al suo fianco Gabriele Alessio, già partner in occasione della prima edizione della Ride4Vape che nel 2020 si tenne da Torino sino all’Istituto superiore di sanità, dove vennero consegnate cinquanta ricerche scientifiche che riconoscono la sigaretta elettroniche come strumento per contrastare il fumo. La prima tappa, con partenza da Bolzano, si conclude a Abano Terme (Pd).
Il focus di quest’anno è la fiscalità, anche in virtù dello scatto automatico e progressivo che, se non verrà bloccato, porterà un liquido di ricarica con o senza nicotina a dovere pagare una importa superiore a un euro.
Da 1 a 100, quanto è alto il rischio che a gennaio i liquidi costeranno più di un pacchetto di sigarette?
Il rischio è alto perché la legge è in vigore. Come da Legge di Stabilità 2020, a partire dal primo gennaio 2022 l’imposta raddoppierà rispetto a quella attuale e da gennaio 2023 salirà del 150 per cento. Ma c’è modo di intervenire. Possiamo dimostrare che l’aumento di quest’anno non ha prodotto gettito e vogliamo far capire, a tutte le forze politiche, che sarebbe un grosso errore alzare ulteriormente l’imposta attuale che già ci penalizza rispetto a tutti i principali mercati d’Europa.

Umberto Roccatti e Gabriele Alessio poco prima della partenza

L’emendamento che ha sospeso l’incremento dell’imposta sino a dicembre è arrivato un po’ a sorpresa. Visto che era inserito nel Decreto Sostegni per le aziende a causa della crisi, si deve considerare un contentino una tantum o crede che l’aliquota possa essere mantenuta anche nel 2022?
Tecnicamente non si è potuto fare di più: nel decreto Sostegni non potevano essere inclusi provvedimenti che avessero un orizzonte pluriennale. Ma si può e si deve intervenire per far sì che l’aliquota si stabilizzi ai livelli attuali. Lo si deve fare per non disorientare i consumatori, per non rendere sconvenienti i liquidi rispetto al tabacco tradizionale disincentivando il rischio ridotto, per poter fare programmazione industriale alle imprese distributrici e produttrici.
Cosa chiederà durante l’incontro al Ministero dell’Economia?
Sono già in programma numerosi incontri, non solo al Ministero ma anche al Senato e alla Camera. Vogliamo spiegare perché è ingiusto e irragionevole la norma della scorsa legge di stabilità, che ha previsto un aumento fino al 300 per cento dell’imposta sui liquidi senza nicotina e non ha stabilito un aumento di neanche un centesimo sul tabacco tradizionale. Ma ci rendiamo conto che con questi aumenti svapare costerà come fumare sigarette e costerà più che fumare trinciato?
Il compianto Veronesi qualche anno fa durante un’intervista ci disse che quella sui liquidi è una tassa che fa male alla salute. Una sintesi perfetta…
Il professor Veronesi ci manca molto. È stato un pioniere delle posizioni sul rischio ridotto. Quello che parte delle istituzioni sanitarie non ha compreso è che la sigaretta elettronica è uno straordinario strumento complementare alle sacrosante politiche di cessazione spinte dal Ministero della Salute. Le ultime, da sole, sono l’equivalente di svuotare l’oceano con un secchiello.

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