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Qualcuno è riuscito persino a farci dell’ironia, definendo questo giorno “Starttober”. Il riferimento ovvio è a Stoptober, la tradizionale campagna contro il fumo delle autorità sanitarie britanniche che parte oggi e durerà tutto il mese. “Nel Regno Unito ottobre è il mese in cui si smette di fumare – spiega una breve clip della vlogger Pippa Starr – In Australia ottobre è il mese in cui si ricomincia a fumare”. Oggi infatti, dopo una lunga serie di rinvii, entra in vigore la misura fortemente voluta dal Ministro della salute Greg Hunt, prevista inizialmente per il 1° luglio 2020. Da oggi i vaper o chi voglia provare la sigaretta elettronica per smettere di fumare dovrà avere una ricetta del proprio medico, che si dovrà incaricare di importare i liquidi con nicotina dall’estero. E sarà punita non solo l’importazione illegale, ma anche il semplice possesso di e-cig con nicotina, se non si avrà una ricetta medica.
La vendita di liquidi per sigarette elettroniche con nicotina è da sempre illegale in Australia. I consumatori, però, sfruttando quella che Hunt definisce una scappatoia legale, potevano acquistarli da siti e rivenditori esteri, soprattutto neozelandesi. Da oggi, invece, i consumatori dovranno sottoporsi a una laboriosa trafila per sperare di ottenere, alla fine, i propri liquidi. In base alle indicazioni della Therapeutic Goods Administration (Tga), l’agenzia del farmaco del governo australiano, bisognerà prima di tutto recarsi dal proprio medico e “discutere la propria situazione individuale”. Il medico sceglierà il metodo migliore per il suo paziente che “potrà includere la sigaretta elettronica con nicotina o altre opzioni come farmaci da banco, con ricetta o non medicinali”.
Già questo passo è meno facile di quanto possa sembrare. Non è infatti scontato che il medico sia disponibile a fare la prescrizione, visto che l’Associazione dei medici di base australiani considera le sigarette elettroniche come terapie per smettere di fumare di seconda linea, cioè da provare dopo che abbiano fallito tutte le altre. L’Australian Tobacco Harm Reduction Association (Athra) ha redatto una lista di medici disposti a prescrivere la sigaretta elettronica, se lo ritengono appropriato. Sono quindici in tutto il Paese. E infatti iniziano ad arrivare le testimonianze di consumatori che non riescono ad ottenere la prescrizione. Anche la quantità di e-liquid e la concentrazione di nicotina è a discrezione del medico. Con il documento si potranno acquistare i liquidi da un sito estero (stando ben attenti che copia della ricetta sia inserita nell’ordine) o recarsi presso una farmacia autorizzata, fisica o online, che potrà preparare il liquido o importarlo dall’estero. Si raccomanda di tenere sempre con sé una copia della prescrizione, cartacea o digitale, perché le autorità possono richiederla se si svapa in pubblico. Il possesso di nicotina senza ricetta è punito con ammende pesanti e in alcuni Stati addirittura con il carcere.
Questa disposizione si applica a: sigarette elettroniche con nicotina; prodotti per la vaporizzazione con nicotina (gli e-liquid); nuovi sistemi per la somministrazione di nicotina, come i prodotti a tabacco riscaldato. Non si applica invece a terapie sostitutive a base di nicotina come spray, cerotti e gomme da masticare e alle e-cigarette con nicotina. E, soprattutto, non si applica alle sigarette tradizionali che rimangono in libera vendita in tutto il Paese.
Secondo i sostenitori della riduzione del danno da fumo, le conseguenze di questa nuova legge potrebbero essere drammatiche per la salute pubblica. “Molti consumatori torneranno a fumare”, ammonisce il dottor Colin Mendelsohn che ha redatto una guida per i medici australiani. “Altri – continua – importeranno la nicotina senza avere la prescrizione e rischiando multe enormi, mentre prospererà il mercato illegale”. Preoccupazioni condivise anche dal dottor Alex Wodak di Athra: “Questa legge rende ancora più difficile ottenere un’alternativa più sicura al fumo come il vaping, mentre le mortali sigarette sono prontamente disponibili in 20 mila rivendite in tutto il Paese. È una follia”. Una follia che si gioca sulla pelle dei consumatori e dei fumatori australiani.