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Oms, Cop9: esperti chiedono ingresso sigaretta elettronica nel tobacco control

Lanciato il nuovo rapporto di Gsthr: è urgente che l'Oms cambi prospettiva a favore della riduzione del danno da fumo.

È urgentemente necessario un cambiamento”. Questo è l’appello rivolto all’Organizzazione mondiale di sanità e ai componenti della sua Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dagli esperti riuniti oggi per il lancio del rapporto “Fighting the last war: the Who and international tobacco control”. Mentre gli occhi del pubblico sono puntati sulla Cop26 di Glasgow sul clima, quelli del mondo della sigaretta elettronica e della riduzione del danno si rivolgono alla Cop9 dell’Fctc del prossimo 8 novembre che, lamentano gli autori del report, “si svolgerà in condizioni di segretezza paragonabili al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Pubblico e media non potranno assistere a niente, fatta eccezione per la plenaria di apertura in gran parte cerimoniale. Eppure le decisioni prese alla Cop9 interesseranno la vita di milioni di persone”.
I numeri del rapporto pubblicato dall’osservatorio Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr) dell’organizzazione Knowledge Action Chance (Kac) sono impietosi. La Convenzione quadro, che stabilisce i principi del controllo globale del tabacco, è entrata in vigore per ridurre le morti e le malattie fumo-correlate nel 2005, quando c’erano 1,1 miliardi di fumatori nel mondo. Nel 2021 i fumatori sono sempre 1,1 miliardi con otto milioni di decessi all’anno. È chiaro che qualcosa non sta funzionando. “La politica per il controllo del tabacco è congelata nel tempo”, commenta Harry Shapiro, autore del documento. Uno status quo che di fatto fa sì che i fumatori continuino a fumare, invece di passare a prodotti più sicuri, favorendo l’industria del tabacco.
Perché sono proprio gli strumenti di riduzione del danno da tabacco che possono rappresentare una opportunità di cambiamento nel tobacco control. Sigarette elettroniche, snus, bustine di nicotina e riscaldatori di tabacco – spiega il Gsthr – sono molto più sicure, perché somministrano nicotina senza combustione, permettendo a chi non vuole o non riesce a smettere di fumare di ridurre il danno. Ma i segnali indicano che il Segretariato dell’Fctc continuerà a chiedere alle parti di limitare l’accesso ai prodotti più sicuri con nicotina, o addirittura di vietarli. Stanno combattendo la loro ultima battaglia contro l’industria del tabacco, ha detto Shapiro nel suo accorato intervento, negando le evidenze scientifiche e usando i fumatori come le prime linee da sacrificare. “Questo è un crimine”, ha concluso l’autore.
Ed è per questa posizione di totale opposizione dell’Fctc, approfondita nell’intervento di Derek Yach che fu tra i fondatori della Convenzione, che il rapporto fa appello alle Parti. In particolare a quelle, come il Regno Unito e la Nuova Zelanda, che hanno introdotto politiche di riduzione del danno e visto diminuire i tassi dei fumatori. Sono i Paesi, insiste il rapporto, che devono riprendere il controllo delle Conferenze delle parti, arginando l’eccessiva influenza del Segretariato dell’Fctc. Dovrebbero chiedere discussioni basate sulle evidenze, utilizzando la vasta gamma di competenze scientifiche, cliniche ed epidemiologiche sui prodotti più sicuri a base di nicotina. Un modo per farlo, sarebbe l’istituzione di un gruppo di lavoro sulla riduzione del danno, soluzione già suggerita dall’Intergruppo sul vaping del Parlamento britannico e dall’associazione dei consumatori New Nicotine Alliance UK. Così, suggerisce il documento, si potrebbe delineare un percorso programmatico per una Fctc del 21° secolo.
L’era della combustione – per il tabacco come per i combustibili fossili – deve finire”, ha affermato a conclusione della giornata il direttore di Kac Gerry Stimson, riprendendo il parallelo fra la Cop9 sul controllo del tabacco e la Cop26 sul clima. Il docente emerito dell’Imperial College di Londra ha comunque introdotto una nota di ottimismo, dichiarandosi convinto che la diffusione dei prodotti più sicuri alternativi al fumo può essere rallentata ma non fermata. “La riduzione del danno da tabacco – ha aggiunto – offre nuove vie d’uscita ai fumatori adulti. Stime del Gsthr indicano che 98 milioni di loro sono già passati a prodotti più sicuri. Alla Cop9, le delegazioni dei governi devono riprendere il controllo e impedire lo scivolamento nel divieto assoluto della nicotina che vedrebbe molti tornare a fumare e molti altri milioni  di fumatori non riuscire mai a smettere”.

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