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“Non è vero che la sigaretta elettronica aumenta le ricadute nel fumo”

Il professore britannico Peter Hajek smentisce uno studio americano che sta tenendo banco sui media internazionali.

Con grande tempismo, appena la Fda ha autorizzato la commercializzazione della prima e-cig e a pochi giorni dal Cop9, arriva il puntuale studio contro la sigaretta elettronica, destinato a fare il giro dei media di tutto il mondo e a suscitare lo scetticismo dell’opinione pubblica verso lo strumento di riduzione del danno da fumo. Pubblicato ieri su Jama Network, lo studio si intitola “Incidence of Cigarette Smoking Relapse Among Individuals Who Switched to e-Cigarettes or Other Tobacco Products” ed è stato condotto da tre ricercatori della University of California: Hohn P. Pierce, Ruifeng Chen e Sheila Kealey.
Secondo questo studio di coorte il passaggio dal fumo tradizionale alla sigaretta elettronica non è associato con la prevenzione della ricaduta nel fumo. In parole semplici, la sigaretta elettronica non aiuta gli ex fumatori che la usano a non tornare a fumare. Anzi, secondo lo studio, rispetto a chi smette di fumare senza aiuto, “passare a qualsiasi prodotto del tabacco compresa la sigaretta elettronica era associato a un aumento delle ricadute dell’8,5% nell’anno successivo”. Ed è il caso di tenere a mente il fatto che la sigaretta elettronica è associata a “altri prodotti del tabacco”.
A rispondere ai colleghi ricercatori da Science Media Center è il professore britannico Peter Hajek, direttore della Tobacco Dependence Research Unit della Queen Mary University di Londra e autore di autorevoli studi sulla sigaretta elettronica. “Il comunicato stampa – afferma Hajek – riporta male i risultati dello studio. Dice che ‘i fumatori che smettono sostituendo il fumo con il vaping hanno maggiori probabilità di ricadute’, ma questo studio di coorte non ha riscontrato tale effetto. I fumatori che hanno smesso da soli e quelli che avevano bisogno di sigarette elettroniche per aiutarli a smettere non differivano nei loro tassi di ricaduta!”.
Questo nonostante il fatto – continua il professore londinese – che i fumatori che hanno bisogno di aiuto per smettere siano in genere più dipendenti, con un rischio maggiore di ricaduta, rispetto a quelli che sono in grado di smettere da soli. In effetti, anche in questo studio, coloro che smettevano senza aiuto erano significativamente meno dipendenti dalle sigarette rispetto a quelli che smettevano con l’aiuto delle sigarette elettroniche”.“Stranamente – spiega ancora Hajek, arrivando al punto che segnalavamo prima – in un’analisi separata, lo studio ha anche mescolato le persone che hanno smesso di fumare e hanno usato le sigarette elettroniche con quelle che hanno continuato a fumare ma sono semplicemente passate a un altro prodotto del tabacco. Questo gruppo combinato ha avuto un tasso di ricaduta più elevato, guidato da persone che non hanno mai smesso di usare il tabacco, ma questo non ha alcuna incidenza sulla valutazione degli effetti delle sigarette elettroniche”.
Semmai, lo studio suggerisce – prosegue – che l’uso della sigaretta elettronica rimuove l’handicap della dipendenza dal tabacco, piuttosto che causare ricadute. Ciò corrisponde ad altre prove scientifiche che indicano che le sigarette elettroniche sono un aiuto efficace per smettere di fumare”. Infine Hajek conclude che “i fumatori che desiderano smettere non dovrebbero essere scoraggiati dal provare la e-cigarette per riuscirci”.

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