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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 10 al 16 ottobre

L'Fda rilascia la prima autorizzazione alla vendita di una sigaretta elettronica ma sono più gli aspetti negativi che quelli positivi. Intanto in Gran Bretagna si chiede che il governo faccia pressioni all'Oms per riconoscere le potenzialità dell'e-cig in ottica di riduzione del danno da fumo.

Gran BretagnaCop9, sempre più parlamentari contro la linea dell’Oms
Duro attacco del parlamento britannico all’Organizzazione mondiale della sanità per le politiche anti vaping nel quadro della lotta al fumo. Il deputato David Jones, già Ministro per l’uscita dall’Unione europea fra il 2016 e il 2017 e, prima ancora Segretario di Stato per il Galles, ha accusato in una dichiarazione al Daily Express l’Oms di aver lanciato una crociata antiscientifica contro la sigaretta elettronica: “L’organizzazione elogia costantemente le nazioni che adottano misure sempre più draconiane contro il vaping”, ha detto Jones, che ha poi chiesto al governo di Boris Johnson di prendere una ferma posizione pro e-cig durante la nona Conferenza delle parti (Cop9) della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) del prossimo novembre. Quello di Jones è solo il più recente degli interventi di parlamentari preoccupati in vista della Cop9, riassunti nell’articolo di approfondimento di Sigmagazine.

Regno Unito in pressing per difendere la sigaretta elettronica alla Cop9

 

Gran BretagnaCop9, gli esperti di Gsthr spingono il Regno Unito a “scendere in campo”
Fare pressione sull’Organizzazione mondiale di sanità in vista della Cop9 del prossimo novembre. È l’appello che arriva al mondo politico britannico in senso lato e al governo in particolare dai due briefing paper pubblicati dal Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr), il progetto portato avanti da Knowledge Action Change. L’Oms continuerà a spingere i Paesi aderenti a non adottare approcci per la riduzione del danno da tabacco che potrebbero aiutare a salvare milioni di vite. I due paper del Gsthr intendono invece da un lato illustrare scopi e funzioni dalla Convenzione quadro per il controllo del tabacco e delle Conferenze delle parti, dall’altro disegnare il potenziale ruolo di leadership che Londra potrebbe assumere durante la Cop9. “Il Regno Unito deve essere pronto a prendere una linea forte e sostenere le politiche che ha messo in atto che stanno dimostrando di aumentare il numero di persone che riescono a smettere di fumare”, sostiene il Gsthr, che accusa l’Oms non solo di rifiutare qualsiasi apertura al fronte della riduzione del danno, ma soprattutto di diffondere opera di disinformazione nei confronti dell’opinione pubblica.

Sigarette elettroniche: il Regno Unito deve imporsi con l’Oms nella Cop9

 

Gran BretagnaBritish Army: no al fumo nelle aree militari, ma si potrà svapare in aree riservate
Vietare completamente ai soldati il fumo di sigarette nelle aree interne della difesa e in quelle vicino alle sedi militari. È la scelta estrema cui punta il segretario alla Difesa Ben Wallace per tutelare la salute dei propri soldati. L’annuncio è arrivato in occasione di Stoptober, l’annuale campagna pubblica di sensibilizzazione contro il fumo che si sta svolgendo in tutto il Regno Unito in questo mese. “Il fumo è stato parte intrinseca della cultura militare da quando le sigarette sono diventate popolari dopo la seconda guerra mondiale”, hanno spiegato i responsabili della British Army, “ma adesso la cultura sta cambiando e i soldati di oggi sono più consapevoli degli effetti che il fumo ha sulla loro salute”. Da qui la scelta di Wallace di vietare il fumo in tutte le basi militari britanniche e anche nelle aree vicine agli ingressi, proibizione che si estende a tutti coloro che entrano in aree militari, come lavoratori di ditte appaltatrici e visitatori. Sarà invece ancora consentito svapare, ma solo in zone riservate. Una testimonianza del diverso approccio anche da parte dell’esercito verso gli strumenti di riduzione del danno.

 

IrlandaLegge di bilancio: niente tassa sul vaping, smentite le preoccupazioni della vigilia
Niente tassa sulla sigaretta elettronica in Irlanda con la presentazione della nuova legge di bilancio per il 2022. Smentite così le indiscrezioni della vigilia. Anzi: la legge prevede un aumento di 50 centesimi del prezzo dei pacchetti di sigarette tradizionali, un contributo alla lotta contro il fumo, sostengono fonti governative. Si era temuto invece l’opposto, e cioè che il Ministro delle finanze Paschal Donohoe volesse invece introdurre il carico fiscale sulla sigaretta elettronica. Ipotesi che aveva suscitato le critiche della Vape Business Ireland (Vbi), secondo cui l’eventuale tassa avrebbe pregiudicato gli obiettivi di riduzione del tasso dei fumatori previsti per il 2025. Ora sul tappeto resta invece la soddisfazione della Irish Vape Vendors Association: “È importante che svapare continui a costare molto meno di fumare per incoraggiare i fumatori adulti a passare ad un’alternativa molto più sicura e avvicinarsi all’obiettivo di una Irlanda senza fumo”.

Irlanda: nessuna tassa sulle sigarette elettroniche nel bilancio 2022

 

GermaniaUn libro di scienziati e medici per sostenere l’e-cig e le politiche di riduzione del danno
Un’alleanza di scienziati e medici delle dipendenze hanno dato alla luce un libro per sostenere un radicale ripensamento delle politiche di disassuefazione dalle droghe e dalle altre dipendenze, con un punto centrale: nuove evidenze spingono ad adottare come principio guida politiche di riduzione del danno per la lotta al tabacco. Curato da Heino Stöver, direttore del Centro sulle dipendenze di Francoforte e uno dei maggiori studiosi del tema in Europa, il libro è in gran parte incentrato sulla lotta al tabacco e pone al centro fin dal titolo il tema della riduzione del danno: “Tobacco Harm Reduction, diversificazione delle strategie di disassuefazione dal fumo”. Le tante campagne anti-fumo animate da buoni propositi e i ripetuti aumenti dei pacchetti di sigarette non sono serviti ad abbattere in maniera sistematica il tasso di fumatori, sostengono gli autori. Da qui l’appello sentito ai legislatori e al mondo politico in generale: è ormai tempo di allargare le strategie comprendendo anche nella lotta al tabacco l’utilizzo di sistemi alternativi che riducono il rischio. In tal senso c’è urgente bisogno di diffondere chiara e corretta informazione su strumenti innovativi come le sigarette elettroniche, i riscaldatori di tabacco o lo snus (il tabacco umido in polvere per uso orale diffuso soprattutto in Scandinavia), per aiutare finalmente i fumatori nel processo di allontanamento dal tabacco.

Studiosi tedeschi: la lotta al fumo ha bisogno della sigaretta elettronica

 

UsaDa FDA via libera alla prima e-cig. Luci e ombre sull’azione dell’agenzia per la salute
Vuse Solo, prodotta da R. J. Reynolds Vapor Co., cioè dalla multinazionale del tabacco di Winston-Salem confluita in British American Tobacco, è la prima sigaretta elettronica ad essere stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA), oltre un mese dopo la scadenza che era stata fissata al 9 settembre scorso. Insieme al dispositivo sono state approvate tre ricariche con liquido al gusto di tabacco, mentre l’autorizzazione è stata rifiutata per altre dieci aromatizzate, cioè con sapore diverso dal tabacco. Questa prima autorizzazione offre l’occasione per fare il punto sull’azione dell’agenzia americana per la salute, che Sigmagazine sviluppa nel suo articolo di approfondimento.

L’Fda approva la prima sigaretta elettronica e scrive il futuro del vaping in Usa

 

GlobalRevisione: l’e-cig non causa malattie cardiovascolari o danni polmonari
Una revisione di studi internazionali, realizzata da un pool di esperti come Cother Hajat della Università degli Emirati Arabi Uniti, Emma Stein psico-oncologa di Atlanta (Usa), Saran Shantikumar della University of Warwick (Regno Unito) e Raymond Niaura della New York University e coordinata dagli italiani Pietro Ferrara dell’Univesità Bicocca di Milano e Riccardo Polosa dell’Università di Catania, ha dimostrato risultati importanti sul piano degli effetti del vaping sulla salute. L’uso della sigaretta elettronica non causa malattie cardiovascolari, scrivono gli autori, e anzi porta beneficio ai pazienti ipertesi. Il passaggio dal fumo allo svapo riduce l’aggravamento della broncopneumotatia cronica ostruttiva (Bpco) e non deteriora la funzione polmonare. La revisione si intitola “A scoping review of studies on the health impact of electronic nicotine delivery systems”, ed è stata pubblicata su Internal and Emergency Medicine. Metodo, basi di ricera e ulteriori considerazioni degli autori nell’approfondimento di Sigmagazine.

Sigaretta elettronica non causa malattia cardiovascolari o danni polmonari

 

Francia Torna VapExpo, Parigi si gioca il futuro della sua fiera del vaping
O la va o la spacca. È il motto non dichiarato del ritorno di VapExpo sulla scena delle fiere internazionali. L’appuntamento parigino, che parte sabato 16, scavalla il fine settimana e si conclude lunedì 18, è il primo dopo la crisi della pandemia che ha paralizzato l’attività del settore per due anni. Per questo gli organizzatori sono sulle spine e hanno previsto una manifestazione in linea con le regole di contenimento di una pandemia che non è ancora finita: stand di piccola e media grandezza, postazioni più modeste rispetto al passato, green pass per l’accesso o tampone negativo non più vecchio di 48 ore. La speranza è che, anche grazie ai costi di partecipazione più economici, l’edizione abbia successo e non sia l’ultima sul territorio parigino.

VapExpo Parigi, l’organizzazione gioca l’ultima carta: “O va bene o chiudiamo”

 

UsaLa lunghissima storia del tabacco
Che non sia facilissimo affrancarsi dalla dipendenza dal tabacco può essere confermato da una circostanza: che l’uomo lo utilizzava fin dal lontano Pleistocene, ovvero 12.300 anni fa. È il risultato di una scoperta fatta da un gruppo di scienziati del Far Western Anthropological Research Group che hanno esaminato i resti di un campo rinvenuto del Grande lago salato dello Utah in cui era conservato un focolare umano intatto risalente proprio a quella data. Tra i resti sono stati rinvenuti semi di tabacco carbonizzati. Il tabacco – è l’ipotesi degli studiosi – sarebbe stato utilizzato dagli uomini ben prima di essere coltivato, circa 9 mila anni prima di quanto si pensava sinora.

Scoperta americana: l’uomo usava il tabacco già 12.300 anni fa

 

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