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In Thailandia un ministro vuole legalizzare la sigaretta elettronica

Nel Paese in cui possedere un'e-cig può portare in carcere, un membro del governo apre alla riduzione del danno da fumo.

Da sempre considerata l’inferno degli svapatori, la Thailandia è il Paese dove si finisce in carcere per il possesso di una sigaretta elettronica. Ne sanno qualcosa non solo i cittadini locali, ma anche malcapitati turisti che avevano portato con se il proprio dispositivo. Eppure qualcosa potrebbe stare per cambiare proprio nel Paese asiatico più ostile al vaping.
La stampa locale riporta, infatti, che il Ministro per la digital economy and society, Chaiwut Thanakamanusorn, ha dichiarato ieri di stare esplorando modi per legalizzare la vendita delle sigarette elettroniche. Non solo. Il ministro ha aggiunto di ritenere l’e-cigarette una scelta più sicura per chi vuole smettere di fumare, ricordando che la Thailandia conta ancora 10 milioni di fumatori. Almeno 67 Paesi, ha continuato Thanakamanusorn, hanno approvato la sigaretta elettronica come alternativa meno nociva al fumo, mentre la Thailandia rifiuta ancora di accettarle. Eppure secondo lui si potrebbe trasformare il tabacco coltivato nel Paese in prodotti per il vaping ed esportarli, a vantaggio tanto della Tobacco Authority locale che dei coltivatori.
Siamo dunque a una svolta? Di certo c’è da registrare che le associazioni pro vaping e l’industria (Big Tobacco in primis) non hanno mai smesso di promuovere la causa della riduzione del danno, nonostante l’intransigenza del governo. Ora si potrebbe aprire uno spiraglio, ma è troppo presto per cantare vittoria. Il quotidiano Bangkok Post, infatti, riporta la contrarietà delle associazioni antifumo riunite nella National Alliance for a Tobacco-Free Thailand alle posizioni espresse dal Ministro Thanakamanusorn. Per ora la buona notizia è che il dibattito sia stato aperto da esponenti del governo.

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