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Una nuova tecnologia digitale al servizio della sigaretta elettronica

Nuovi modi per garantire la tracciabilità dei prodotti e contrastare così contraffazione e commercio illecito.

Nel settore del tabacco, l’Italia è il primo produttore a livello europeo con una filiera che coinvolge circa 50 mila addetti. Al fine di salvaguardare il comparto e la salute dei consumatori le autorità in collaborazione con le associazioni di categoria stanno sviluppando strumenti e attività di contrasto a diverse forme di commercio illecito che risultano in aumento relativamente ai prodotti emergenti come il tabacco riscaldato e i liquidi per sigarette elettroniche. Fin dai primi anni di attività Trusticert si è specializzata nello sviluppo di software per l’automazione e la digitalizzazione di processi ad alta complessità come la trasmissione delle notifiche alle autorità centrali, la verifica di conformità di prodotto e il supporto intelligente all’etichettatura. Nell’ultimo anno e grazie ad importanti investimenti ci siamo dotati di una piattaforma per l’erogazione di servizi di tracciabilità tramite tecnologia blockchain.
La sfida più grande è stata di identificare tra le tante l’offerta migliore in termini di specificità e affidabilità senza dimenticare l’aspetto dei costi per il cliente. Se cinque anni fa blockchain era considerata una scheggia impazzita del panorama cypherpunk e sinonimo di criminalità digitale, oggi è diventata sinonimo di innovazione nel campo della crittografia avanzata, sistemi di pagamento e la promessa di una nuova internet più aperta, sicura e trasparente (nota anche come web 3.0). In seguito al lancio in sordina di bitcoin nel gennaio del 2009 come forma di pagamenti alternativa ai circuiti legati alle valute Fiat, nel 2015, dall’intuizione di un giovane informatico canadese Vitalik Buterin, si sviluppa il concetto di “smart contract”, uno strumento versatile finalizzato non alla sola transazione di valore ma anche in grado di risolvere molti problemi legati a diverse attività umane. Il concetto è relativamente semplice: se la blockchain offre un registro trasparente, condiviso e immutabile di informazioni sostituendo l’autorità centrale con una miriade di attori diffusi, lo smart contract è lo strumento che questi attori possono utilizzare per raggiungere il loro specifico obiettivo.
Sulla scia di questa idea nasce la blockchain 2.0 di Ethereum con la sua criptovaluta Ether. Sulla base di questa chain sono fioriti migliaia di progetti che si prefiggono gli scopi più disparati (dalla retribuzione di un utente sulla base della pubblicità che è disposto a vedere, alla possibilità di offrire prestiti di valuta in cambio di una percentuale sugli interessi, passando per la virtualizzazione di asset fisici nota come tokenizzazione – vedi Nft). In questo ecosistema nascente di servizi basati sulla decentralizzazione e la crittografia avanzata compaiono anche progetti il cui scopo è quello di offrire strumenti per la tracciabilità di oggetti del mondo reale. Blockchain si presta facilmente alla tracciabilità di asset digitali, essendo in grado di distinguere un file originale da una sua qualsiasi copia, mentre è meno immediato per una blockchain riflettere questa abilità nel mondo fisico. Da qui la necessità di un tag sull’asset fisico che colleghi il mondo reale con quello digitale. Il tema, noto come “digital twin”, non è per niente banale in quanto rappresenta il presupposto per poter risolvere problemi come la tracciabilità, rintracciabilità, contraffazione e molti altri a patto che sia opportunamente progettato e realizzato. Un tag può essere un Rfid, Nfc o più semplicemente un codice QR.
I presupposti sono i seguenti: costruire un prodotto fisico (ad esempio il liquido per e-cig), crearne una copia digitale (salvando in una banca dati blockchain le sue informazioni) e per ultimo collegare le due entità (tramite un QR code univoco). In questo modo si creano i presupposti per poter sfruttare sia le proprietà del mondo fisico che quelle del mondo digitale e la verifica di autenticità di un prodotto diventa estremamente semplice. Infatti, un bene che sul piano fisico può essere contraffatto senza dare la possibilità di distinguerlo facilmente dall’originale, porterebbe con sé anche il tag con tutte le sue informazioni compresa l’unicità del prodotto. In questo modo diventa virtualmente impossibile (più precisamente diventa molto sconveniente) contraffare prodotti impedendo ai consumatori e agli enti di controllo verifiche semplici ed efficaci. Applicazioni della blockchain in tal senso sono già in atto per garantire l’autenticità di prodotti di lusso come gioielli, tracciare provenienza e la rotta di diamanti e opere d’arte, ma con i giusti accorgimenti può essere adattata a qualsiasi bene.
Il maggiore limite di queste applicazioni è dovuto al fatto che la maggior parte di esse si basano sulla blockchain di Ethereum che, a causa del suo enorme successo e del suo protocollo, ha dei tempi e dei costi di utilizzo oscillanti e spesso proibitivi. Per queste ragioni abbiamo prima di tutto identificato una rete blockchain dedicata al settore industriale, con un costo di fees (o gas, in sostanza il costo di utilizzo) basso, stabile e svincolato da attività speculative, ottimizzata per la tracciabilità di prodotti anche di basso valore come un liquido per sigaretta elettronica, una confezione di pasta o una confezione di aspirina. Tra le possibili reti identificate abbiamo selezionato quelle con i requisiti di sicurezza e affidabilità maggiori, un team di sviluppo affidabile, una chain open source pubblica e decentralizzata, distribuita, dotata di un protocollo di crittografia post quantum. La blockchain identificata è Quadrans (i cui token sono Qdt), in quanto rispondente a tutti i requisiti elencati e inoltre associa smart contract sviluppati per la tracciabilità e rintracciabilità in conformità alle normative cogenti e volontarie del settore.
Riteniamo molto importante sottolineare che queste tecnologie ben si prestano a rispondere ad alcune esigenze del settore del fumo elettronico: dall’industria ai consumatori, senza dimenticare le autorità di controllo. L’industria è soggetta a una serie di obblighi imposti da regolamenti verticali (come la Tpd) e orizzontali (come il Codice del consumo); le presenti e le future normative causano alle aziende non poche difficoltà nel raggiungere la piena conformità in termini di etichettatura. Indicazioni come l’etichettatura ecologica destinata al consumatore e le schede di sicurezza destinata all’operatore professionale sono altri esempi di informazioni ingombranti che non trovano facile applicazione nel settore del vaping. Queste ed altre informazioni possono essere inserite tramite un tag QR code apposto sulla confezione. Il consumatore, oltre ad essere passivamente e inconsapevolmente tutelato da un maggiore tasso di legalità e di conseguenza essere sottoposto a minori rischi, può avere accesso ad informazioni in maggiore quantità e qualità come ad esempio evidenza di notifica, risultati di test sui prodotti, eventuali certificazioni volontarie, video relativi ad un utilizzo del prodotto in sicurezza, procedura per contattare i centri antiveleni o il supporto dei centri antifumo.
Questa è in estrema sintesi la natura di blockchain: una tecnologia che avvantaggia tutti i portatori di interesse poiché basata sulla distribuzione e sulla comunicazione del valore. La natura decentralizzata e vocata alla trasparenza della blockchain Quadrans offre le migliori premesse per consentire alle autorità di poter condurre verifiche indipendenti in tempo reale e a costi bassissimi sulla distribuzione dei prodotti tracciati. In questo quadro non possiamo però ignorare i limiti di queste promettenti tecnologie. Inserire e codificare tutte queste informazioni per ogni prodotto rappresenta un impegno e dei costi non indifferenti che potrebbero portare ad un aumento di prezzo di prodotto da scaricare sul consumatore. Inoltre una inputazione manuale delle informazioni è attività soggetta ad errori e adulterazioni. Ma anche in questo caso ci sono nuove soluzioni. Nuove generazioni di dispositivi IoT definiti “oracoli”, costituiti da sensori elettronici integrati con sistemi di connettività in grado di trasmettere il dato direttamente in blockchain, offrono una fonte incorruttibile e automatizzata di informazioni, aumentando drasticamente il valore delle informazioni e diminuendo altrettanto radicalmente i costi di gestione.
Grazie ad una serie di collaborazioni con aziende specializzate Trusticert offre la possibilità di inserire nei prodotti un tag univoco associato ad informazioni salvate in blockchain, acquisite manualmente o tramite oracoli, eventualmente certificando l’intero processo tramite organismi accreditati.

 

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