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Sigarette elettroniche: stimati 68 milioni di utilizzatori nel mondo

Secondo una ricerca pubblicata su Harm Reduction Journal sono ancora troppo pochi: rappresentano infatti solo una piccola parte del 1,1 miliardi di fumatori.

Si stima che in tutto il mondo gli utilizzatori di sigarette elettroniche siano stati 68 milioni nel 2020. È questa la cifra che compare in una ricerca da poco pubblicata su Harm Reduction Journal. Troppo pochi, secondo gli autori del lavoro intitolato “Estimation of the global number of e-cigarette users in 2020”, perché dimostrano che la transizione dei fumatori a uno strumento meno dannoso è lento, visto che per il 2018 si stimavano 58,1 milioni di svapatori. Una porzione molto piccola rispetto all’1,1 miliardi di consumatori di tabacco combusto.
A effettuare la ricerca, coordinata da Tomas Jerzyński dell’Università di Varsarvia, Gerry Stimson dell’Imperial College di Londra e Harry Shapiro e Grzegor Król dell’organizzazione britannica Knowledge Action Change, quella che stila il Global State of Tobacco Harm Reduction, un atlante della riduzione del danno da fumo. “La combustione del tabacco è la principale causa di morbilità e mortalità legate al tabacco – scrivono nell’introduzione alla ricerca – Le sigarette elettroniche sono innovazioni potenzialmente dirompenti con un potenziale considerevole per la salute della popolazione. Una domanda chiave è se le sigarette elettroniche stanno sostituendo le sigarette di tabacco, il che richiede la mappatura della loro prevalenza”.
Un compito non facilissimo, visto che molti Paesi per via dei costi non raccolgono dati sull’uso delle e-cigarette. I dati certi disponibili nel 2018 riguardavano infatti 49 Paesi che coprivano 2,8 milioni di adulti. Ne rimanevano esclusi quasi altrettanti, 2,9 miliardi, cioè quasi metà della popolazione mondiale adulta. Per sopperire a questa mancanza, gli autori avevano utilizzato il metodo della somiglianza tra nazioni della stessa regione e condizione economica, prendendo in esame anche sondaggi specifici, situazione normativa sulle sigarette elettroniche e altri strumenti. Così hanno stimato la prevalenza media del vaping per ciascuna delle regioni considerate dall’Organizzazione mondiale di sanità. Le stime del 2018 sono poi state adeguati in base alla crescita del mercato dei prodotti del vaping e altri parametri per arrivare alla proiezione del 2020, appunto 68 milioni di svapatori globali.
Il numero degli svapatori non è ben distribuito nel mondo e questo è un ulteriore problema. Sempre in riferimento ai dati del 2018, 29,3 milioni di vaper vivono nei paesi ad alto reddito e 19 milioni in quelli ad alto medio reddito. Nelle zone a basso medio reddito i consumatori sono 7,8 milioni e solo 2,1 in quelle a basso reddito. Purtroppo, però, è proprio in queste due ultime categorie di Paesi che è concentrato l’80% dei fumatori mondiali. In particolare, utilizzando le regioni dell’Oms, lo studio stima che 18,7 milioni di svapatori sono nell’area delle Americhe, 15,3 in quella europea, 11,2 nella regione del Pacifico occidentale, 4,6 nel Sud-est asiatico e 4,1 in Africa.
Pur ammettendo che quella di 68 milioni è la stima più ottimistica, gli autori ritengono che si tratti di una buona diffusione delle sigarette elettroniche, se si considera che sono sulla maggior parte dei mercati da solo un decennio e che molti Paesi non le sostengono o addirittura le vietano. E che anche dove i prodotti del vaping sono regolamentati la pubblicità e la promozione è controllata. “Tuttavia – concludono – data la dimensione globale del fumo di tabacco (1,1 miliardi di persone), i progressi nell’adozione di prodotti alternativi sono lenti. Coloro che usano le sigarette elettroniche sono ancora una piccola parte di coloro che fumano”.

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