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La delegazione del Regno Unito non chiederà l’istituzione di un gruppo di lavoro sulle sigarette elettroniche durante la Cop9 della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale di sanità, che inizierà il prossimo 8 novembre. Almeno questo è quanto emerge dalle risposte del sottosegretario alla salute Maggie Throup. La domanda era stata posta da Mark Pawsey, membro della Camera dei comuni e presidente dell’Intergruppo parlamentare sul vaping. Era stato proprio l’intergruppo, nel suo rapporto dello scorso aprile, a suggerire la creazione del gruppo di lavoro, in modo che nel 2023 i partecipanti alla Conferenza delle parti avessero anche dei materiali che prendevano in considerazione le prove scientifiche sugli strumenti di riduzione del danno da fumo.
L’idea era stata prontamente accolta da associazioni dei consumatori britanniche, come New Nicotine Alliance UK, che aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione destinata ai rappresentanti parlamentari. Ma non sembra questa la strada che il governo intende intraprendere. L’interrogazione di Pawsey chiedeva “al Segretario di Stato per la sanità e l’assistenza sociale se la delegazione del Regno Unito alla nona conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms prevedesse di richiedere la formazione di un gruppo di lavoro intersessionale per ascoltare le prove sull’uso di dispositivi per lo svapo come strumenti di riduzione del danno”.
La risposta di Maggie Throup non è purtroppo quella sperata da Pawsey e dai sostenitori del vaping di tutto il mondo. “Non abbiamo in programma di farlo”, ha risposto, aggiungendo poi: “Tuttavia, illustreremo il nostro approccio pragmatico e basato sull’evidenza scientifica nei confronti delle sigarette elettroniche”. Insomma, sembra che il Regno Unito potrebbe deludere le aspettative di chi sperava in un muro contro muro con l’Oms, preferendo difendere la sua posizione sulla sigaretta elettronica con un approccio più dialogante. Sperando che basti.