© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Sono iniziati oggi, in modalità virtuale, i lavori della Cop9, la nona Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale di sanità. Poiché i suoi lavori non sono pubblici, si stanno già inseguendo le voci più disparate su quanto sta accadendo. Nell’impossibilità di confermare o smentire le notizie che arrivano da molteplici fonti, ci atteniamo per ora a quanto è certo, perché visibile.
La Cop9 è stata aperta del presidente Esmaeil Bagahei Hamaneh, ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran, che, dopo i convenevoli di turno, ha detto alcune cose di interesse per il mondo della sigaretta elettronica. Prima di tutto che, come previsto dall’ordine del giorno provvisorio dello scorso agosto, la discussione sostanziale sui nuovi ed emergenti prodotti sarà rinviata alla Cop10 del 2023. Hamaneh ha parlato di “sfide che questi prodotti pongono per l’applicazione completa della Convenzione”, ricordando comunque che le conclusioni delle precedenti Cop6, 7 e 8 offrono alle parti molte informazioni, compreso il riconoscimento che debbano essere soggetti alle misure di controllo del tabacco dell’Fctc e forniscono un “ampio margine per regolamentarli o vietarli”. Per il resto il presidente iraniano si è dilungato sull’interferenza dei lavori dell’industria del tabacco e “di chi lavora per i suoi interessi”, che ora accusano la Cop di mancanza di trasparenza. Una accusa che Hamaneh respinge, spiegando che documenti in discussione e i risultati degli incontri sono disponibili in diverse lingue. Evidentemente, secondo lui, tanto deve bastare, anche se non si possono seguire né le discussioni, né i lavori.
Il tema è stato prontamente ripreso dal capo del Segretariato della Convenzione, Adriana Blanco Marquizo, che ha affermato di avere la soluzione e il giusto strumento per combattere l’epidemia del tabacco, cioè l’Fctc, la cui applicazione però è limitata da due ostacoli: la mancanza di risorse economiche e l’interferenza dell’industria del tabacco. Quest’ultima, secondo Blanco Marquizo, ha approfittato della crisi pandemica per avvicinare i governi con scarse risorse e presentarsi come la soluzione. “Loro hanno creato l’epidemia del tabacco – ha detto – e ora mettono in pericolo i nostri progressi, dipingendoci come non adeguati”. Rimane da chiedersi come mai nel novero dei “cattivi” non rientrino i governi di quei Paesi che sono proprietari, in parte o in toto, delle industrie del tabacco nazionali, come la Cina o l’India e che pure siedono alle Conferenze delle parti.
Elementi interessanti sono emersi anche dalle dichiarazioni dei leader delle parti, questa volta affidate a messaggi video registrati. La commissaria per la salute dell’Unione europea, Stella Kyriakides, ha rilasciato dichiarazioni preoccupanti, parlando dei nuovi prodotti con nicotina e senza tabacco come una nuova sfida per il tobacco control. Citando il Piano europeo contro il cancro, la commissaria ha detto che è stato richiesto un aggiornamento della Raccomandazione del Consiglio relativa agli ambienti senza fumo, in modo da comprendere anche i nuovi prodotti, e che l’Ue adeguerà la Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd), rendendola adeguata ai nuovi sviluppi.
Le buone notizie arrivano, ovviamente, dal Regno Unito. Nel suo messaggio la sottosegretaria per la salute Maggie Throup ha prima snocciolato i successi del suo Paese nel controllo del tabacco, spiegando che la loro politica è quella di evitare che i giovani inizino a fumare e aiutare i fumatori a smettere. “Continueremo – ha affermato – a far passare i fumatori a prodotti meno dannosi, come le terapie sostitutive con nicotina e le sigarette elettroniche regolamentate”. Throup ha spiegato come questo sia possibile grazie a un quadro normativo che scoraggi i giovani e i non fumatori ad usarle. “È un approccio che sta dando i suoi frutti – ha concluso – i tassi dei fumatori sono i più bassi di sempre”.