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Vittime di bullismo per aver usato la sigaretta elettronica sul lavoro

Indagine britannica condotta su un campione di 2 mila persone. E c'è chi è stato addirittura licenziato.

Se la sanità britannica è la prima al mondo in materia di applicazione delle politiche di riduzione del danno da fumo, lo stesso non si può dire per i datori di lavoro che operano sul territorio di Sua Maestà. Secondo una indagine commissionata da un’azienda di vendita online su un campione di 2 mila persone, il 20 per cento di chi utilizza la sigaretta elettronica sul posto di lavoro ha segnalato di avere problemi con colleghi. Addirittura 44 persone hanno dichiarato di essere stati oggetti di atti di bullismo; in tredici affermano di essere stati licenziatti proprio a causa dell’utilizzo della sigaretta elettronica. Come in Italia, anche nel Regno Unito non è vietato svapare nei luoghi al chiusi, eppure lo studio ha riscontrato che il 75% dei vaper non è autorizzato a utilizzare la sigaretta elettronica se non nei locali preposti al fumo. Una circostanza che lascia perplessi: anche per questo la prossima battaglia britannica sarà volta a rendere obbligatorio, laddove ne venga fatta richiesta, un luogo in cui poter svapare senza però doverlo condividere con i fumatori. Si ricorda che la buona educazione vale più di qualsiasi legge: chiedere sempre ai vicini di scrivania o di stanza se dà fastidio il vapore e se si può fare qualche tiro senza ovviamente annebbiare il locale.

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