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Simposio di scienziati: le prove sono favorevoli alla sigaretta elettronica

Nell'incontro organizzato dalla svizzera Arud su riduzione del danno e e-cigarette è emerso consenso generale sulla loro utilità.

Nel campo della riduzione del danno da tabacco, vediamo non solo un campo di ricerca in crescita dinamica, ma anche una solida base di prove chiaramente a favore dell’utilizzo di prodotti alternativi come le sigarette elettroniche e i riscaldatori del tabacco per smettere di fumare”. Queste le parole del professore tedesco Heino Stöver, direttore dell’Istituto di ricerca sulle dipendenze dell’Università delle scienze applicate di Francoforte, a conclusione del secondo simposio dal titolo “Riduzione del danno con le sigarette elettroniche”, tenuto dall’organizzazione svizzera no profit Arud. L’evento si è svolto in concomitanza con la quarta giornata della Cop9 per il controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale di sanità. A organizzarlo, oltre al già citato Heino Stöver, il dottor Philip Bruggmann, primario del Centro Arud per la medicina della dipendenza, e il professor Oliver Senn, vicedirettore dell’Istituto di medicina di famiglia presso l’Ospedale universitario di Zurigo.
Insieme a loro, a discutere non solo di riduzione del danno e sigarette elettroniche ma anche della adeguata regolamentazione di questi prodotti molti nomi noti della ricerca germanofona e non solo e un negoziante di Basilea, George Pisana, che ha raccontato la sua esperienza in prima persona nell’assistere i fumatori a passare, “un passo dopo l’altro”, alla alternativa a rischio ridotto. Certamente apprezzabile l’apertura di un simposio di scienziati all’esperienza di chi non viene dal mondo accademico ma ha conoscenza diretta con gli strumenti.
Di nicotina si è occupato, naturalmente visti i suoi studi, Bernd Mayer, a capo del Dipartimento di farmacologia e tossicologia dell’Università di Graz, in Austria. “La nicotina – ha spiegato – viene trattata in maniera ambivalente. Da un lato, la sostanza nei prodotti approvati dalla FDA come la gomma da masticare alla nicotina dovrebbe essere completamente innocua. Nelle sigarette elettroniche, tuttavia, si dice che la nicotina dia una forte dipendenza, persino fatale”. “Per essere chiari – ha concluso – non ci sono prove che la nicotina aumenti il rischio di malattie cardiovascolari, né nelle gomme né nelle sigarette elettroniche”. Ad approfondire il tema è intervenuto Tobias Rüther, psichiatra e psicoterapeuta presso l’Ospedale universitario di Monaco. “È improbabile – ha detto – che le sigarette elettroniche diano dipendenza come le sigarette di tabacco. Tutte le nuove forme di assunzione di nicotina sono meno dannose del fumo. Si può smettere di fumare con il loro aiuto? Probabilmente sì”.
Lo pneumologo berlinese Thomas Hering ha sgombrato il campo da un’altra obiezione dei detrattori dell’e-cigarette, quello della mancanza di studi sulle conseguenze a lungo termine del suo uso. “I potenziali effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche – ha affermato – non hanno molta importanza per i fumatori gravemente dipendenti, che sono vicini a perdere tutta la loro capacità polmonare. L’ulteriore perdita di capacità polmonare può essere interrotta in qualsiasi momento se i pazienti passano alle sigarette elettroniche”.
Fra i relatori c’era anche la statunitense Abigail Friedman, professore associato del Dipartimento di politica sanitaria della Scuola di salute pubblica dell’Università di Yale, che ha condotto importanti studi sulle conseguenze delle tasse sulle e-cig. “Negli Stati che hanno aumento le tasse sulle sigarette elettroniche – ha spiegato – i consumatori sono migrati al mercato online e nero o sono passati alle sigarette di tabacco”, concludendo che “i politici sono chiamati a mantenere più bassi possibile gli incentivi al passaggio al mercato nero ea promuovere la vendita e il consumo di prodotti regolamentati”.
Infine è intervenuto Jean-François Etter, professore di Sanità pubblica presso l’Università di Ginevra, che ha affrontato le accuse secondo cui le sigarette elettroniche sono una porta di accesso al fumo. “La maggior parte delle sigarette elettroniche – ha affermato Etter – non rende dipendenti quanto le sigarette di tabacco. Allora perché qualcuno preferisce svapare invece di fumare dovrebbe improvvisamente cambiare idea? Ciò non ha senso”. Insomma, pur nella vivace discussione, è emerso il consenso di tutti i partecipanti sul fatto che, in base alle attuali ricerche, le sigarette elettroniche sono uno strumento adatto per aiutare i fumatori, sia dal punto di vista medico-tossicologico che da quello della terapia delle dipendenze.

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