L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Sigarette elettroniche: maggioranza spaccata, rimane la supertassa

Emendamento della Lega non mette d'accordo le anime del Pd e dei Cinquestelle. Nessuna possibilità di votazione: liquidi supertassati vanno fuori mercato.

Nulla di fatto. Nonostante il parere positivo del Dipartimento delle finanze del Ministero dell’economia, la spaccatura intestina ai partiti di maggioranza ha dato semaforo rosso all’abbassamento dell’imposta sui liquidi da inalazione per sigarette elettroniche. Nonostante la rigidità della Lega allineata sull’approvazione, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico si sono spaccati affossando di fatto l’emendamento che avrebbe dato respiro alle aziende e ai negozianti autorizzati alla vendita di liquidi da inalazione. La proposta sostenuta dalla Lega non ha ottenuto l’appoggio unitario degli altri due gruppi e così il tentativo di rimodulare l’imposta di consumo è mestamente fallito al chiuso della commissione bilancio del Senato. Mentre i Cinquestelle si sono divisi ideologicamente tra “contiani” – a cui appartiene il direttore generale di Adm Minenna – e “dimaiani” (che avevano dimostrato interesse verso l’emendamento leghista), i Democratici invece hanno subito una frattura geografica, con i toscoemiliani a favore della riforma, anche in virtù degli importanti investimenti territoriali di Pmi sul territorio e del tentativo del presidente della Regione Emilia Romagna di ricoprire un importante ruolo nazionale nel partito. Formalmente l’emendamento risulta accantonato quindi, di fatto, è come se fosse stato messo in archivio in attesa di tempi migliori. Degli oltre 2 mila emendamenti alla legge di bilancio saranno circa un centinaio quelli ad avere luce verde e, certamente, non ci sarà quello che poteva ridare ossigeno al comparto dei liquidi da inalazione.
In questo modo rimane in vigore la riforma fiscale voluta nel 2020 dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte (M5S) e dal suo ministro dell’economia Roberto Gualtieri (Pd). Una stangata spalmata in tre anni (uno è già trascorso) e che nel 2023 porterà i liquidi senza nicotina e con nicotina a dover sopportare l’esorbitante imposta rispettivamente di 2 e 2,5 euro ogni 10 millilitri. A partire da gennaio e per tutto il 2022 l’imposta sarà invece di 1,5 euro (senza nicotina) e 2 euro (con nicotina). A nulla sono valsi i tentativi di accordo e compromesso chiesti dalla Lega: “Senza una riforma organica del comparto tabacchi non se ne fa nulla“, sarebbe stata la motivazione dei contrari. La batosta potrebbe portare il prezzo di vendita al pubblico dei liquidi per sigarette elettroniche ad un aumento di almeno il 500% in soli dodici mesi.
E mentre i liquidi da inalazione subiranno una pressione fiscale stratosferica, è interessante osservare come le bustine di nicotina potranno continuare a essere commercializzate senza alcuna regola, senza alcuna imposta di consumo e senza alcun controllo. Con buona pace dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

 

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