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Gli aromi, i gusti diversi dal tabacco, sono un elemento essenziale delle sigarette elettroniche e del loro successo, perché consentono agli utilizzatori di disabituarsi gradualmente al gusto delle sigarette. Infatti la maggior parte dei fumatori, dopo aver iniziato a svapare con aromi tabaccosi, passa sempre più a gusti dolci e fruttati, che nulla hanno a che vedere con il fumo. A ribadire ancora una volta l’importanza fondamentale degli aromi nei liquidi per il vaping è stato Konstantinos Farsalinos, durante un incontro online organizzato il 15 dicembre da Tobacco Harm Reduction.net. Il cardiologo greco ha illustrato i contenuti di un suo nuovo rapporto, “In favour of flavour”, dove esamina non solo le potenzialità dell’e-cigarette nella lotta al fumo e il ruolo degli aromi nei liquidi in questo contesto, ma anche i rischi sanitari che deriverebbero da un eventuale divieto. Insieme a lui, oratore principale, hanno animato l’incontro il professore tedesco Heino Stöver dell’Università di Francoforte, il medico sudafricano Kgosi Letlape, già presidente della South African Medical Association e Charles Gardner, direttore di Innco, moderati dal medico esperto di sanità globale Delon Human.
Farsalinos sa bene di cosa parla, perché egli stesso è un fumatore passato alla sigaretta elettronica. Ha fumato per venti anni, cercando di smettere in tanti modi: da solo o con i farmaci specifici, sia il bupropione che la vareniclina. È riuscito a smettere per brevi periodi, ma poi è sempre ricaduto nell’abitudine. Fino al 2012 quando, spronato da alcuni amici vaper, ha iniziato a condurre il suo primo studio scientifico sulla sigaretta elettronica e ha deciso di provarla. “Era febbraio del 2012 – ha raccontato – ed è stata l’ultima volta che ho fumato”. Per questo il medico sa molto bene cosa può funzionare e cosa no per far smettere di fumare.
Le persone fumano perché è un piacere, ha spiegato, e non funziona chiedere loro di smettere con prodotti “noiosi”, cioè senza sapore, come sarebbero le sigarette elettroniche senza gli aromi, ricordando che anche quello di tabacco è un aroma aggiunto. Le sigarette elettroniche, ha continuato, forniscono un’esperienza piacevole e simile al fumo e i gusti aiutano ad allontanarsi dal fumo tradizionale. A conferma di questo, ha aggiunto Charles Gardner nel suo intervento, le gomme da masticare alla nicotina sono disponibili in tanti gusti, ma non il tabacco. “L’industria farmaceutica sa benissimo – ha detto – che nessuno le comprerebbe se sapessero di tabacco”.
Kgosi Letlape ritiene che gli aromi siano l’incentivo per smettere di fumare: “Se tolgono l’incentivo, nessuno smetterà”. Ma poi ha allargato lo sguardo, sostenendo che chi dichiara di essere contro gli aromi è in realtà contro il vaping. “Costoro – ha affermato – sono l’equivalente dei no-vax. Per quanto riguarda il tabacco l’Organizzazione mondiale di sanità non sta dalla parte della verità e i nostri governi dovrebbero chiedergliene conto”. Stöver ha confermato la necessità di continuare a creare un movimento di scienziati favorevoli alla riduzione del danno e contro il principio della sola astinenza dal fumo, dichiarandosi preoccupato per l’intenzione di vietare gli aromi contenuta nel Piano europeo contro il cancro della Commissione europea.
A questo punto noi di Sigmagazine abbiamo chiesto a Farsalinos se pensa che questo processo europeo verso il divieto degli aromi sia arrestabile. “Sarà dura”, ha risposto con sincerità. Eppure, ha continuato non vi è alcuna prova scientifica che in Europa vi sia un problema di vaping fra i minori. Sembra che si cerchi la soluzione a un problema che non esiste e che il legislatore europeo abbia delle opinioni precostituite, derivate forse dall’Oms. Forse, ha continuato, si crede così di prevenire un problema, che però si sarebbe già dovuto verificare, visto che le e-cig sono sul mercato da almeno un decennio. Secondo il medico greco la Commissione rischia invece di creare nuovi problemi, come l’insorgere di mercati paralleli e l’uso di prodotti fai-da-te non regolamentati. “Il regolatore – ha detto – creerà un mercato irregolare”.
Farsalinos auspica invece che la questione sia affrontata con un approccio multidimensionale, in grado di trovare il giusto equilibrio fra i vari aspetti della questione. Ma anche l’industria del vaping deve fare la sua parte. Il problema secondo il cardiologo, infatti, non sta tanto negli aromi, quanto nel modo in cui vengono proposti. È innegabile, ha continuato, che soprattutto negli Usa siano spesso stati utilizzati confezioni, etichette e nomi accattivanti per i minori. Una pratica che denuncia da molti anni. Si tratta di un comportamento irresponsabile da parte di alcuni operatori, che però, secondo Farsalinos, può essere affrontato con delle leggi apposite, stabilendo degli standard e vigilando sulla loro applicazione. Di certo non vietando gli aromi.