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Sigarette elettroniche: la supertassa manda alle stelle i prezzi dei liquidi

Il Parlamento ha ripristinato gli aumenti progressivi che in due anni porterà l'imposta sino a 2,5 euro ogni 10 millilitri.

I conti della serva. Così si diceva un tempo per spiegare nel dettaglio le spese sostenute agli occhi del signore. E quindi andiamo dritti al punto, facciamoli su quello che accadrà a partire da gennaio.
I liquidi senza nicotina e i liquidi con nicotina saranno gravati di una imposta rispettivamente circa di 1,5 e 2 euro, ovvero 50 centesimi in più rispetto all’anno scorso (senza tenere conto dello sconto temporaneo introdotto ad agosto e che scadrà il 31 dicembre). Verso la metà del mese di gennaio, poi, ci sarà l’adeguamento annuale del prezzo del tabacco che, in base all’equivalenza, alzerà il prelievo ancora di qualche centesimo. Non è inverosimile quindi dedurre che i liquidi pronti potrebbero subire un aumento secco del prezzo al pubblico di 1 euro a flaconcino da 10 millilitri.
Discorso ben più grave per quanto riguarda i cosiddetti mix and vape, ovvero i liquidi da 50 millilitri senza nicotina contenuti in flaconi da 60 millilitri. In questo caso l’imposta deve essere quintuplicata, quindi ogni prodotto dovrà sopportare di base una imposta di 7,5 euro. Per completare il liquido occorre però introdurre ancora 10 millilitri di base neutra (1,5 di tassa) oppure di nicotina (2 euro di tassa). Il computo totale potrebbe arrivare solo di imposta di consumo a 10 euro. A cui, ovviamente, andrà aggiunto il costo del prodotto e il ricavo del rivenditore: prezzo al pubblico, quindi, verosimilmente non inferiore ai 24 euro. Ma, attenzione: dal primo gennaio 2023 l’imposta subirà un altro aumento che la farà schizzare a 2 euro per i liquidi senza nicotina e 2,5 euro per i liquidi con nicotina. Questo significa che i mix and vape da 50 ml saranno gravati da una imposta totale di 10 euro a cui si dovranno aggiungere altri 2 o 2,5 euro a seconda che la miscela venga completata senza o con nicotina. Quindi non meno di 12 euro di sola imposta per un verosimile prezzo al dettaglio di non meno di 28 euro per poter garantire un minimo ricavo ai rivenditori.
Quale è quindi la soluzione? Probabilmente continuare a produrre e vendere liquidi scomposti, ovvero 20 millilitri di aroma a cui dovranno essere aggiunti altri 40 millilitri di base pronta, neutra o nicotinizzata che sia. In questo caso i primi 20 ml non sono tassati perché risultano non vaporizzabili e quindi esentasse, ma i rimanenti 40 millilitri subiranno da gennaio una imposizione che oscillerà tra i 6 euro (senza nicotina) e gli 8 euro (quattro booster di nicotina). Dal 2023 la forbice sarà ulteriormente maggiorata: 8 euro per completarlo senza nicotina e 10 euro utilizzando quattro flaconcini di nicotina. In questo caso il prezzo al pubblico potrebbe non essere inferiore ai 22 euro.
Si può ancora tornare indietro? I meno pessimisti sostengono che l’ultima parola non è ancora stata scritta. Se così fosse, però, bisogna scriverla in fretta perché le righe in pagina sono praticamente finite. C’è spazio solo per aggiungere il punto.

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