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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 2 all’8 gennaio

Grande eco il super rincaro dei liquidi da inalazione in Italia. E dagli Stati Uniti uno studio attribuisce anche alle tasse il calo dei consumatori di sigarette elettroniche.

MalesiaRinviata l’introduzione della nuova tassa sugli e-liquid
Il governo della Malesia ha posticipato l’introduzione di una nuova tassa sugli e-liquid a seguito delle vibranti proteste arrivate daiproduttori e dai consumatori del vaping. Lo ha riportato il quotidiano The Malaysia Reserve. La proposta prevede un’aliquota equivalente a 0,29 dollari per ml di liquido, che avrebbe potuto più che raddoppiare i prezzi al dettaglio delle bottiglie per sistemi aperti. “Non siamo sorpresi da questo rinvio, considerando il contraccolpo degli operatori del settore dello svapo e dei consumatori per l’elevata aliquota della tassa”, ha affermato l’analista di CGS-CIMB Securities, Kamarul Anwar. I produttori del vaping sostengono che la tassa renderebbe le sigarette elettroniche più costose di quelle tradizionali di di tabacco e costringerebbe l’industria a competere con prodotti del mercato nero molto meno costosi. Il rinvio lascia comunque sperare che ci siano ancora margini di trattativa.

GlobalAllarme sulla tassa italiana della World Vapers’ Alliance (Wva)
Arriva dall’estero una delle critiche più circostanziate all’aumento progressivo triennale della tassa sugli e-liquid deciso dal governo di Roma. In un comunicato congiunto con l’italiana Anpvu, la rete internazionale World Vapers’ Alliance (Wva) ha dichiarato di nutrire il forte timore che, a causa dei prezzi più alti, molte persone possano essere spinte a tornare al fumo combusto. “I grandi perdenti di questo aumento della tassa sono i consumatori e la salute pubblica” ha detto Michael Landl, direttore di Wva, “sembra che il governo sia determinato ad aumentare il numero di fumatori in Italia”. Carmine Canino, presidente di Anpvu e membro del Consiglio direttivo di Wva, ha aggiunto: “Le persone che vogliono stare lontano dalle sigarette o passare ad alternative meno dannose come le e-cig non dovrebbero essere utilizzate solo come fonte di finanziamento per la crisi del bilancio dello Stato. I politici italiani ed europei dovrebbero capire che gli aumenti delle tasse sul vaping costringeranno le persone a tornare a fumare”. L’approfondimento di Sigmagazine.

Consumatori contro la tassa italiana: spinge a tornare a fumare

 

GermaniaLe tesi della riduzione del danno sbarcano sull’autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung
Spazio alle tesi sulla riduzione del danno da fumo sulle pagine del più autorevole quotidiano tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). In un lungo articolo di inizio anno, il quotidiano di Francoforte ripercorre gli studi e l’impegno di Heino Stöver, che proprio nella città dell’Assia dirige il centro di ricerca sulle dipendenze. “Per i fumatori a lungo termine lo scienziato è convinto che la sigaretta elettronica sia effettivamente un’opzione”, scrive la Faz, “secondo gli studi, è più facile sbarazzarsi del tabacco con l’aiuto del vaporizzatore che con i cerotti alla nicotina o con le gomme da masticare, semplicemente perché la controparte elettronica del bruciatore di sigarette si avvicina di più all’aspetto tattile e visivo”. Stöver è infastidito dal fatto che il potenziale dannoso inferiore delle sigarette elettroniche non sia ancora notato da politici ed educatori sanitari, aggiunge l’autore dell’articolo, che conclude citando lo scienziato tedesco: “Anche tra i fumatori, il 61 per cento è dell’opinione che svapare sia pericoloso quanto fumare una sigaretta convenzionale, o addirittura più dannoso”.

SvizzeraPosition paper di Innco: perché non bisogna vietare gli aromi per liquidi
La rete internazionale di associazioni dei consumatori Innco ha pubblicato un position paper sul tema attualissimo degli aromi per liquidi. Intitolato “Position on potential bans of flavoured nicotine vapes”, il documento illustra lo stato del dibattito su possibili divieti che agita molte istituzioni pubbliche, dai comuni ai singoli Stati, fino all’Unione Europea. Per Innco, la principale giustificazione alla base dei promotori dei divieti – l’attrattività che gli aromi avrebbero nei confronti dei consumatori più giovani – è un fenomeno che in Europa di fatto non esiste e anche negli Stati Uniti è stato molto ridimensionato. Lo dimostra il calo del 60% dell’uso giovanile negli ultimi due anni. Il position paper è lungo 15 pagine, identifica cinque ragioni chiave che sconsigliano il divieto sugli aromi e conclude: “Crediamo fermamente che vi siano ragioni convincenti per non vietare i vaporizzatori “aromatizzati” (sigarette elettroniche)”. L’approfondimento del documento nell’articolo di Sigmagazine.

Innco, nuovo documento in difesa degli aromi per sigarette elettroniche

 

UsaStudio: la leva fiscale incide sul comportamento di fumatori e svapatori
Un nuovo allarme per il possibile aumento della tassa sulla sigaretta elettronica, contenuto nel disegno di legge di Joe Biden in faticosa discussione al Senato, arriva da un recente studio pubblicato sul Journal of Risk and Uncertainty, che esamina gli effetti delle tradizionali aliquote fiscali su sigarette e sigarette elettroniche sui tassi di consumo di tabacco da parte degli adulti. Lo studio intitolato “The effects of traditional cigarette and e-cigarette tax rates on adult tobacco product use” (Gli effetti delle tradizionali aliquote fiscali sulle sigarette e sulle sigarette elettroniche sull’uso di prodotti del tabacco per adulti) è giunto alla conclusione che l’aumento delle aliquote fiscali sui prodotti da svapo sono direttamente proporzionali all’aumento dei tassi di fumo. Nell’analisi, i ricercatori hanno monitorato i dati del Behavioral Risk Factor Surveillance System e National Health Interview Survey (Nhis) nel periodo dal 2011 al 2018, analizzando le variazioni delle modalità di utilizzo tra gli adulti negli Stati Uniti di sigarette tradizionali e prodotti da svapo a seguito delle tasse introdotte. Il risultato è che le politiche fiscali incidono molto sui consumatori. l team di ricerca ha scoperto infatti che tasse più elevate sulle sigarette tradizionali hanno ridotto il fumo degli adulti e aumentato l’uso di sigarette elettroniche da parte degli adulti. Allo stesso modo, le aliquote fiscali più elevate sulle sigarette elettroniche hanno aumentato l’uso di sigarette tradizionali e ridotto lo svapo. La politica ha dunque nelle mani una leva importante per favorire il passaggio dei fumatori a prodotti a minor danno e incidere così sulla salute dei cittadini.

SpagnaProposta di legge nazionale per vietare il fumo su tutte le coste e le spiagge
La Spagna potrebbe introdurre un divieto di fumo sulle spiagge esteso a tutto il territorio nazionale. Sarebbe la prima legge di tale portata nel mondo. La proposta è inserita in una proposta di modifica di legge presentata dal partito ecologista, a seguito di una sottoscrizione popolare che ha raccolto 283.000 firme e mira a combattere l’inquinamento causato dai mozziconi di sigaretta sulle 3.000 miglia di costa del paese. Salate le multe previste per chi trasgredisce, che potranno arrivare fino a 2.000 euro. Diverse regioni spagnole, tra cui Barcellona e le isole Canarie, hanno già introdotto divieti di fumo simili sulle spiagge, così come avvenuto per molte altre comunità costiere d’Europa. Ma, appunto, sarebbe la prima volta di una legge a valenza nazionale.

GlobalAssociazione Stop: i mozziconi di sigarette inquinano l’ambiente in maniera infida
E una denuncia sull’inquinamento prodotto dai mozziconi di sigaretta è stata rilanciata in settimana da Stop un’organizzazione di contrasto al tabacco. “Ogni anno ne vengono gettati nell’ambiente miliardi, circostanza che rende i mozziconi l’oggetto più disseminato del pianeta”, sostiene l’associazione. Le “cicche” costituiscono circa il 20% per cento dei detriti raccolti durante la pulizia degli oceani. Gli 1,3 miliardi di fumatori nel mondo contribuiscono alla diffusione nell’ambiente di circa 4,5 trilioni di sigarette ogni anno. I mozziconi di sigaretta gettati tendono ad accumularsi nei parchi, sulle spiagge, nelle strade, alle fermate degli autobus, poiché sono abbastanza piccoli da sembrare più innocui rispetto alla spazzatura più visibile. A causa delle loro dimensioni, è più probabile che vengano smaltiti in modo inappropriato. Molti finiscono dei tombini e da qui, attraverso la rete fognaria, nelle acque di fiumi e mari, amplificando l’inquinamento delle acque. La sensibilità delle amministrazioni pubbliche su questo tema è cresciuta negli ultimi anni e, come dimostra il caso spagnolo, aumentano i divieti e le corrispondenti sanzioni per chi getta i mozziconi nell’ambiente.

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