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Consumatori canadesi contro il divieto di aromi per sigarette elettroniche

Ha superato le 11 mila firme la petizione presentata alla Camera dei comuni e promossa dall'associazione Rights4Vapers.

Sono stati oltre 11 mila i canadesi che hanno firmato la petizione Fight4flavours promossa dall’associazione dei consumatori Rights4Vapers e indirizzata alla Camera dei Comuni, il ramo eletto del Parlamento. La raccolta di firme, sponsorizzata dal parlamentare conservatore dell’Ontario Philip Lawrence, chiede alla Camera di “proteggere i diritti e la salute dei vaper canadesi adulti assicurando che una gamma ragionevole di prodotti aromatizzati per lo svapo rimanga disponibile per aiutarli a smettere di fumare e adottare un’alternativa più sicura, e che la Camera esorti Health Canada a tenere conto delle opinioni di decine di migliaia di consumatori canadesi che hanno presentato osservazioni su questo problema”.
Lo scorso giugno, infatti il Ministero della salute ha annunciato una nuova regolamentazione che, con l’obiettivo dichiarato di proteggere i minori, intende vietare qualsiasi aromatizzazione diversa da tabacco, menta e mentolo nei liquidi per sigarette elettroniche. Una misura che, spiega la portavoce di Rigths4Vapers Maria Papaioannoy, “non farà che spingere gli svapatori a tornare al fumo e non incoraggerà i fumatori a provare l’e-cigarette, un comprovato strumento di riduzione del danno da tabacco”.
In realtà la stessa Health Canada appare ben conscia del pericolo. Infatti nel documento di proposta della regolamentazione ammette: “Dopo l’entrata in vigore della proposta, si prevede che alcuni utenti duali che attualmente utilizzano prodotti per il vaping aromatizzati non sostituiranno i loro acquisti con prodotti da svapo al tabacco e alla menta o mentolo. Sceglieranno di acquistare più sigarette, compensando così la perdita di vendite di prodotti per lo svapo al tabacco e alla menta o mentolo”. Un prezzo che evidentemente la sanità canadese è disposta a pagare anche di fronte ai 48 mila fumatori che ogni anno, secondo i dati della Canadian Lung Association, muoiono per malattie fumo-correlate.
La correlazione fra i divieti sugli aromi nei prodotti del vaping e l’aumento dei fumatori è già stato rilevato da uno studio di Abigail Friedman dell’Università di Yale, negli Usa, che ha analizzato il caso della città californiana di San Francisco. Ma c’è un esempio anche nello stesso Canada, nella provincia della Nova Scotia che ha vietato gli aromi per le sigarette elettroniche nell’aprile del 2020. Anche qui nel 2021 si è visto un netto incremento delle vendite di sigarette, mentre nulla si sa sull’efficacia della misura per allontanare i minori dal vaping.
Si usa spesso il termine conseguenze non intenzionali per descrivere gli effetti negativi dei divieti sugli aromi, ma dopo molti anni di discussioni e ripetuti studi queste conseguenze sono note. Sarebbe più appropriato chiamarle per quello che sono realmente: danni collaterali”, commenta Darryl Tempest della Canadian Vaping Association, l’associazione degli operatori di settore. “Il dibattito su questi divieti – continua Tempest – è sempre così concentrato sulla loro giustificazione, che nessuno sembra chiedersi se funzionano. Si continua a citare la Nuova Scozia come modello per il divieto sui minori, ma la provincia non ha ancora prodotto dati sui tassi di svapo tra i giovani dopo il divieto”.
Health Canada e il governo – conclude la rappresentante di consumatori Papaioannoy – hanno il dovere di proteggere la salute di tutti i canadesi: fumatori, vaper e non fumatori. Migliaia di cittadini hanno fatto sentire la propria voce firmando la nostra petizione”. La speranza è che il governo sia disposto ad ascoltare.

 

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