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“Le tasse sui liquidi senza nicotina aumentano del 300%, sui liquidi con nicotina del 200%, sul tabacco riscaldato del 50% e nulla sulle sigarette tradizionali. È un mondo alla rovescia”. Non le ha mandate a dire Umberto Roccatti, presidente dell’associazione confindustriale dei produttori di sigarette elettroniche, ospite questa mattina di Largo Chigi, il format di The Watcher Post condotto da Piero Tatafiore.
Il dibattito in studio è stato incentrato sugli sviluppi europei del comparto della sigaretta elettronica, anche alla luce dell’approvazione del rapporto Beca e delle future revisioni delle direttive tabacchi (Tpd) e accise (Ted). Roccatti, pur salutando con favore l’approvazione del Cancer Plan che ha riconosciuto la sigaretta elettroniche come utile metodo per smettere di fumare, ha però evidenziato un segnale di preoccupazione: “Bisogna differenziare i prodotti a rischio ridotto dal tabacco combusto. Un problema del Beca è che vuole divieti orizzontali, sia per i prodotti del tabacco che a rischio ridotto, non fa distinzione. Questo minerà il raggiungimento di questi obiettivi fantasmagorici contenuti nel piano. Non si possono paragonare: ci vuole differenziazione fiscale ma anche dei divieti. Ad esempio – spiega il presidente di Anafe – se metto il divieto di fumo in spiaggia e lo estendo alle sigarette elettroniche la percezione della gente è che sono prodotti uguali. Così come se hanno la stessa fiscalità. E invece le sigarette elettroniche sono prodotti a rischio ridotto o estremamente ridotto”.
La grande scommessa per il 2022 è dunque riuscire a convincere il legislatore che il vapore non ha nulla a che vedere con il fumo, sia dal punto di vista fiscale (non contiene tabacco e può non contenere nicotina), che di salute pubblica (è 95 volte meno dannoso del fumo).