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“L’uso, esclusivo o meno, della sigaretta elettronica non rappresenta un fattore di rischio per la persistenza o il passaggio all’uso di tabacco combustibile nei giovani adulti che consumano alcool”. L’ennesima smentita del cosiddetto “gateway effect”, la teoria secondo la quale le e-cigarette introdurrebbero soprattutto i più giovani al fumo tradizionale, arriva da uno studio appena pubblicato su Nicotine and Tobacco Research. Il lavoro intitolato “Is e-cigarette use associated with persistence or discontinuation of combustible cigarettes? A 24-month longitudinal investigation in young adult binge drinkers”, è stato condotto da un team di ricerca internazionale, coordinato da Victor Martinez-Loredo del Dipartimento di psicologia e sociologia dell’Università di Saragozza, in Spagna. Gli altri autori sono Alba González-Roz dell’Università delle Isole Baleari, Lynne Dawkins della britannica London South Bank University, Desmond Singh sempre dell’ateneo di Saragozza, James G. Murphy dell’Università di Memphis negli Usa, e James MacKillop della St. Joseph’s Healthcare Hamilton/McMaster University in Canada.
Scopo dello studio era capire se nel tempo l’uso della sigaretta elettronica promuovesse l’uso persistente di tabacco combustibile o piuttosto la sua interruzione. E, poiché – spiegano gli autori – “il consumo di alcol è associato a un maggiore rischio di effetti negativi del tabacco sulla salute e a una maggiore probabilità di utilizzo di sigarette elettroniche”, la ricerca si è concentrata su un sottogruppo ad alta priorità: i giovani adulti cosiddetti “binge drinker”. Cioè quei ragazzi indicativamente fra i 19 e i 29 anni che hanno l’abitudine di assumere grandi quantità di alcool in un intervallo di tempo molto ristretto, con le conseguenze facilmente immaginabili.
Sono stati utilizzati di dati relativi a 1.002 binge drinkers, il 58,5% dei quali femmine, di età media pari a 22,14 anni. Il 60% proveniva dagli Stati Uniti e il restante 40% dal Canada, concentrandosi sull’uso di tabacco combustibile e della sigaretta elettronica nel mese precedente. La dipendenza dalla nicotina è stata misurata utilizzando il test Fagerström della dipendenza dalle sigarette, mentre il consumo dell’alcol è stato valutato utilizzando il questionario sulle conseguenze dell’alcol per giovani adulti. I modelli di fumo di sigaretta e l’uso di sigarette elettroniche sono stati identificati grazie all’analisi di transizione latente nell’arco di 24 mesi.
Ma veniamo ai risultati. Nel corso di due anni, gli utilizzatori duali (cioè che fumavano e svapavano) erano passati principalmente all’astinenza completa o all’uso esclusivo di sigaretta elettronica. Anche per i fumatori esclusivi – afferma lo studio – “la transizione più comune è stata l’astinenza, seguita dalla persistenza dello stato di consumatore di prodotti combustibili”. Cioè, la maggior parte ha smesso di fumare e il resto ha continuato. Per quanto riguarda gli utilizzatori di e-cigarette, a passare all’astinenza dopo 24 mesi è stato il 63%, mentre il 37% ha continuato a svapare. A passare dal vaping al fumo è stato lo 0%, con buona pace dei sostenitori del gateway effect.
“L’uso duale nei giovani adulti che bevono in modo eccessivo – conclude lo studio – è associato nel tempo all’interruzione del consumo di tabacco combustibile e l’uso della sola sigaretta elettronica non è stato associato al successivo uso di tabacco combustibile”. Quindi, continuano gli autori, “i risultati suggeriscono che l’uso duale o esclusivo di e-cigarette non rappresenta un fattore di rischio per la persistenza o il passaggio all’uso di tabacco combustibile, con l’uso duale che riflette un modello di transizione dall’uso di prodotti combustibili all’interruzione”. Insomma, la sigaretta non introduce al fumo, anzi spinge i consumatori duali a smettere di fumare.