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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 6 al 12 febbraio

Mentre in Canada si protesta contro il divieto di vendita di liquidi aromatizzati, negli Stati Uniti fa breccia una ricerca che conferma l'utilità dei gusti dolci per smettere di fumare.

UsaStudio: chi svapa con aromi dolci accresce le possibilità di smettere di fumare
Una ricerca americana conferma la maggiore predisposizione di chi usa liquidi aromatizzati a smettere di fumare. Si tratta del risultato di uno studio osservazionale condotto sui cosiddetti “dual users” da un team di ricerca composto da Eva C. Rest, Kristin N. Brikmanis e Robin J. Mermelstein della University of Illinois di Chicago. Si intitola “Preferred flavors and tobacco use patterns in adult dual users of cigarettes and Ends” e puntava a indagare, tra le varie cose, anche se le preferenze per gli aromi potessero collegarsi a variazioni nell’utilizzo delle sigarette tradizionali ed elettroniche nell’arco di un anno. L’esito ha confermato l’ipotesi e i ricerctori hanno potuto confermare che chi utilizzava gli aromi dolci aveva maggiori possibilità di smettere di fumare entro l’anno. “Questi risultati sono importanti per futuri interventi e regolamentazioni del vaping”, hanno concluso gli autori. ma altri interessanti dati della ricerca sono riassunti nell’articolo pubblicato su Sigmagazine.

Sigarette elettroniche, con aromi dolci più probabilità di smettere di fumare

 

MalesiaAnnuncio del ministro: vogliamo vietare lo svapo a chi è nato dopo il 2005
Il governo malese ha intenzione di vietare i prodotti del vaping a tutti i cittadini nati dopo il 2005. È quanto affermato dal ministro della Salute Khairy Jamaluddin, in un intervento alla fine della scorsa settimana nel corso una riunione del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra. Lo riportano diversi media internazionali. Una svolta che contraddice le impressioni diffuse nelle settimane precedenti, che la Malesia si avviasse a politiche più aperturiste nei confronti del vaping, specie se messe in correlazione con le restrizioni e le chiusure prevalenti nei paesi asiatici. La regolamentazione del settore, chiesta anche a gran voce dagli imprenditori del vaping (come riportato nel paragrafo successivo) aveva suscitato molte speranze, tanto da spingere l’associazione pro-vaping Caphra, che ha come focus proprio l’area Asia-Pacifico, a diramare un comunicato molto ottimistico: “Nonostante la sua incredibile efficacia nel ridurre i tassi di fumo e le morti, molti paesi dell’Asia-Pacifico insistono ancora nel vietare lo svapo. La legislazione e la regolamentazione in sospeso della Malesia invieranno un grande messaggio al mondo che lo svapo è il futuro, non un nemico”. L’annuncio del ministro Jamaluddin sembra invece proprio spegnere la speranza di un messaggio proiettato nel futuro.

 

MalesiaGli industriali del vaping avevano chiesto al governo una regolamentazione del settore
Prima dell’annuncio sul prossimo divieto di vaping per gli under 17, i rappresentanti dell’industria del vaping avevano reiterato al governo malese la richiesta di una regolamentazione del settore, attesa da molto tempo. L’introduzione di una tassa sui prodotti del vaping è stata una misura estemporanea e legata a necessità di cassa, per nulla inquadrata in una cornice sistemica, avevano detto. Già lo scorso anno, la Malaysian Vape Chamber of Commerce aveva sollecitato un quadro normativo, sostenendo che questa mossa avrebbe avuto un effetto positivo sull’economia locale, creando più posti di lavoro e attirando investimenti diretti esteri. Indagini statistiche hanno evidenziato l’esistenza di oltre 3.300 aziende legate direttamente all’industria dello svapo, con una forza lavoro di oltre 15.000 lavoratori. Un settore peraltro in crescita che avrebbe bisogno di certezze normative (e non tanto di tassazioni estemporanee) per potersi sviluppare in maniera armonica, anche nell’interesse dei consumatori. Ma la probabilità di un divieto di svapo per chi è nato dopo il 2005 sembra cambiare completamente l’approccio del governo sul vaping e offuscare le speranze degli imprenditori del settore.

 

CanadaHa già raccolto 11 mila firme la petizione contro il divieto degli aromi
Una protesta sotto forma di petizione contro i divieti per gli aromi nei liquidi è stata lanciata dall’associazione dei consumatori Rights4Vapers e indirizzata alla Camera dei Comuni, il ramo eletto del Parlamento. Fight4flavours è il nome dato all’iniziativa, che ha nel frattempo già raccolto 11 mila firme e si propone di “proteggere i diritti e la salute dei vaper canadesi adulti assicurando che una gamma ragionevole di prodotti aromatizzati per lo svapo rimanga disponibile per aiutarli a smettere di fumare e adottare un’alternativa più sicura”. I promotori temono che i divieti riproducano anche in Canada gli effetti deleteri misurati in altre realtà proibizioniste: un ritorno alle molto più dannose sigarette tradizionali da parte di coloro che attraverso le ecig (e i liquidi aromatizzati) avevano avviato il faticoso processo di disassuefazione dal tabacco, oppure una migrazione massiccia verso il mercato illecito del contrabbando. Che è anche, sia ricordato per inciso, un mercato meno sicuro sui prodotti e quindi per la salute. L’articolo di Sigmagazine, che illustra nel dettaglio motivi e obiettivi dell’iniziativa di protesta canadese, riferisce anche delle conseguenze che questa nuova ondata di proibizionismo sugli aromi ha provocato nelle realtà in cui ha già prodotto legislazioni restrittive.

Consumatori canadesi contro il divieto di aromi per sigarette elettroniche

 

AustraliaCome volevasi dimostrare: il mercato nero prospera dopo divieti al vaping
Come avvenuto in molti altri paesi che hanno percorso la strada del proibizionismo, divieti e restrizioni hanno causato anche in Australia lo sviluppo del mercato nero del vaping. Importazione e vendita di ecig sono vietate dall’inizio dello scorso ottobre. In appena quattro mesi la situazione è degenerata. La descrive un reportage del quotidiano inglese Daily Mail, riportando episodi paradossali vissuti dai propri inviati. Come quella di conducenti del servizio Uber che mostrano un menu ai passeggeri sui sedili posteriori, mentre gli ordini vengono poi serviti dal vano portaoggetti. Come si stabilisce il contatto? Il Daily Mail racconta che tutto si svolge attraverso i social media come Instagram o TikTok, dove sono pubblicizzati account tipo “UberVape”, che in alternativa promettono anche la consegna gratuita. Sono condizioni che ricordano una versione moderna del proibizionismo negli Stati Uniti negli anni ’20 e ’30 del Novecento, commenta il tabloid inglese, aggiungendo che è ancora presto per una valutazione statistica del volume delle importazioni e delle vendite illegali.

 

UeSettimana importante per le sorti del vaping: le posizioni degli eurodeputati italiani
Il destino della sigaretta elettronica in Europa vivrà uno dei momenti chiave nella settimana che si apre, quando in Parlamento si succederanno il dibattito conclusivo e la votazione sul rapporto della Commissione Beca che interviene sul Piano di lotta contro il cancro. Il testo finale traccerà le linee guida di cui la Commissione dovrà tenere conto in fase di redazione delle direttive che, per quel che riguarda il vaping, si chiamano Tpd (Direttiva europea tabacchi) e Ted (Direttiva sulle accise del tabacco). In vista di questo appuntamento, due eurodeputati italiani in prima fila a sostegno del vaping hanno ribadito le loro posizioni. Si tratta di  Pietro Fiocchi e Aldo Patriciello, la cui intervista comparsa sul quotidiano L’Opinione è stata ripresa in parte da Sigmagazine.

“Non solo salute, la sigaretta elettronica è anche lavoro e sviluppo”

 

UsaCalifornia, in nome dell’ambiente al bando cicche di sigarette e prodotti monouso del vaping
Secondo un articolo del Los Angeles Times, i legislatori della California vogliono vietare i filtri per sigarette, le sigarette elettroniche e i prodotti per vaporizzatori monouso con l’obiettivo di avvantaggiare l’ambiente e la salute pubblica. I sostenitori del disegno di legge affermano che i filtri per sigarette non offrono benefici per la salute ma costano allo stato milioni di dollari per ripulire e rilasciare microplastiche tossiche nell’ambiente. Il disegno di legge riguarda anche i prodotti di vaporizzazione monouso, che contengono batterie e liquidi che danneggiano l’ambiente. I prodotti di vaporizzazione riutilizzabili e ricaricabili resterebbero invece ancora utilizzabili. Ai trasgressori sono previste multe fino a 500 dollari. Simili progetti di legge precedentemente proposti non hanno avuto successo.

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