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Operazione contro canapa light, sequestrati anche liquidi per sigarette elettroniche

Ha coinvolto undici città italiane: oltre ai 120 flaconi, sottoposti a sequestro anche 1.496 prodotti preconfezionati fumabili pronti all’uso, 24.969 cartine e 23.057 filtri.

Ampia operazione di controllo su tutto il territorio nazionale degli esercizi commerciali che vendono canapa sativa light. Condotta dall’agenzia delle dogane e Monopoli in coordinamento con le stazioni dei carabinieri competenti per territorio, ha portato al sequestro anche di 120 confezioni di liquidi da inalazione (sia in flacone che in pod pronte all’uso). Alle rivendite è contestata la vendita di prodotti non idonei alla commercializzazione. “In numerosi casi – si legge nella nota Adm – questi sono risultati essere posti in vendita in modalità tali da renderne possibile l’assunzione per inalazione al pari di tabacchi lavorati e assimilati, in palese violazione della normativa vigente. Ad oggi, infatti, è consentita la commercializzazione della cannabis sativa con le mere finalità di promozione della filiera agroindustriale, delle coltivazioni, e per uso terapeutico”.

Parte della merce sequestrata (fotografia Adm)

Oltre ai 120 tra flaconi di liquido e cartucce precaricate, sono stati sottoposti a sequestro anche 1.496 prodotti preconfezionati fumabili pronti all’uso, 24.969 cartine e 23.057 filtri.
La questione relativa alla possibilità di vendere cannabis light o liquidi contenenti cbd è aperta almeno da quattro anni, quando cioé il governo diede il via libera alla vendita di cannabis light. Ma, come spesso succede, le successive normative sono andate in contrasto con la liberalizzazione del comparto. Tanto che, ad esempio, per ottenere una autorizzazione alla vendita di prodotti liquidi da inalazione occorre comunicare di non vendere alcun prodotto derivato dalla canapa. Le ultime due leggi di bilancio, così come richiesto in audizione dal direttore generale di Adm, avrebbero potuto normare il comparto con una modalità molto simile a quello della sigaretta elettronica ma il parlamento bocciò entrambe le volte le ipotesi di riforma. In mancanza di una normativa chiara, ad andarne di mezzo sono migliaia di lavoratori e commercianti costretti a barcamenarsi in un limbo regolatorio.

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