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L’Istituto superiore di sanità lancia piattaforma Smettodifumare

Consigli, quiz e supporto per chi vuole abbandonare il fumo. La documentazione fornita sulla sigaretta elettronica risale però a dieci anni fa.

Si chiama “smettodifumare” ed è la nuova piattaforma web messa a punto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per aiutare le persone che hanno deciso di dire addio alle sigarette. Al suo interno si trovano informazioni e servizi di sostegno secondo il protocollo redatto dall’Organizzazione mondiale di sanità (Oms), oltre a una serie di strategie secondo loro utili per vincere la battaglia contro il fumo. “Molti studi dimostrano che senza un sostegno solo il 4% dei tentativi di smettere di fumare avrà successo“, si legge in una nota dell’Iss. Sulla piattaforma è anche disponibile una guida in pdf per chi vuole smettere di fumare, una mappa con i centri antifumo dislocati in Italia, un questionario per valutare la propria conoscenza in materia. Il tema della sigaretta elettronica è soltanto sfiorato, nel senso che si evidenzia che sia il vapore che l’aerosol dei riscaldatori di tabacco non sono innocui perchè contengono nicotina. Tra i documenti messi a disposizione, anche due ricerche condotte dall’Iss e dal Ministero della Salute italiano: purtroppo risalgono rispettivamente al 2012 e al 2013, quando cioé i dispositivi elettronici e i liquidi di ricarica non solo erano agli albori ma non erano neppure regolamentati.

La sezione del sito smettodifumare dedicata alla sigaretta elettronica

Ad esempio, il rapporto del Consiglio superiore di sanità evidenziato nella piattaforma “smettodifumare” recita testualmente: “Il Consiglio si è riservato di riesaminare la questione [sulle sigarette elettroniche] non appena si rendano disponibili a livello nazionale e internazionale nuovi e rilevanti elementi“. In dieci anni gli elementi “nuovi e rilevanti” sono stati migliaia, tra cui quello curato dall’istituto di sanità inglese, considerato la pietra miliare a sostegno della riduzione del danno da fumo. Non a caso la differenza tra le due agenzie di sanità pubblica è sostanziale: mentre gli inglesi dopo aver condotto ricerche si sono convinti che per smettere di fumare è fondamentale attraversare un periodo di transizione attraverso l’utilizzo della sigaretta elettronica, gli italiani sono fermi nella convinzione che non esistano vie di mezzo tra la dipendenza e la non dipendenza, affidandosi esclusivamente alle terapie psicologiche e ai farmaci contenenti nicotina. Quella stessa nicotina che con la sigaretta elettronica viene assunta attraverso nebulizzazione ma che, probabilmente, non essendo sotto controllo e gestione medico-sanitaria, in questo caso è vista, è proprio il caso di dirlo, come fumo negli occhi.

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