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Indagine su fumo e sigarette elettroniche tra studenti Statale di Milano

Tre studenti su 100 utilizzano strumenti elettronici a rischio ridotto; in pochi conoscono la differenza tra il vapore e il fumo passivo o l'aerosol del riscaldato.

Una indagine per conoscere le abitudini e le percezioni in materia di fumo e sigarette elettroniche tra gli studenti dell’Università Statale di Milano. Il questionario è stato suddiviso in quattro sezioni: abitudini al fumo, utilizzo di sigarette elettroniche e prodotti a base di tabacco riscaldato, esposizione a fumo passivo, conoscenze e opinioni.
Le risposte ricevute dagli studenti (con oltre il 60% di donne) sono state più di 7 mila, tra fumatori e non, con circa 6.600 questionari utilizzabili per l’analisi statistica, e sono state elaborate presso il Laboratorio di Tossicologia Ambientale e Industriale del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, sotto la guida di Silvia Fustinoni, docente di Medicina del Lavoro dell’Ateneo, con la ricercatrice Laura Campo. L’età media è di 23 anni, con un minimo 18 e un massimo di 71 anni, in linea con i dati anagrafici degli studenti iscritti alla Statale di Milano. Il 64% dei partecipanti si è dichiarato non fumatore, il 19% fumatore di sigarette tradizionali, il 10% ex-fumatore, il 3% utilizzatore di sigaretta elettronica o prodotti a base di tabacco riscaldato e il 4% utilizzatore duale, cioè sia sigaretta tradizionale che sigaretta elettronica o prodotti a base di tabacco riscaldato. Si sono osservate notevoli differenze tra le facoltà: si fuma di più a Scienze Politiche Economiche e Sociali (35%) e Giurisprudenza (33,6%) e di meno a Medicina e Chirurgia (19%) e Scienze del Farmaco (20,2%). La maggior parte ha iniziato a fumare perché influenzato dagli amici, per piacere o per stress e senso di emancipazione. La pandemia da Covid-19 ha cambiato le abitudini al fumo del 18% degli studenti: tra questi, il 58% ha smesso di fumare o ha diminuito il numero di sigarette tradizionali o elettroniche al giorno, mentre il 33% ha iniziato a fumare o ha aumentato il numero giornaliero di sigarette tradizionali o elettroniche.
Le sigarette elettroniche o i prodotti base di tabacco riscaldato sono utilizzate principalmente perché ritenute un’alternativa alla sigaretta tradizionale (43 e 46%), perché sono di moda o per curiosità (35 e 29%) e perché sono ritenute meno pericolose per la salute rispetto alla sigaretta tradizionale (34% e 43%). Quest’ultimo dato, in particolare, fa riflettere sulla comunicazione che ruota attorno i prodotti a rischio ridotto: un utilizzatore di dispositivi elettronici su quattro pensa che il vapore della sigaretta elettronica sia più dannoso dell’aerosol del tabacco riscaldato. percezione esattamente opposta di quanto evidenziato dalle numerose ricerche in materia.
Riguardo al fumo passivo, il 41% dei partecipanti ha dichiarato di essere stato esposto a fumo passivo nell’ultima settimana. Il fumo passivo di sigaretta tradizionale è ritenuto dannoso per la salute dal 94% dei rispondenti, mentre  il 56% ritiene dannoso per la salute anche il vapore passivo da sigaretta elettronica o da tabacco riscaldato.
Gli studenti sono ampiamente a conoscenza delle normative nazionali sul fumo, ad esempio il 96% conosce il divieto di fumo al chiuso nei locali pubblici, il 90% sa che è vietato gettare mozziconi per terra e il 79% sa che è vietato fumare in auto in presenza di bambini. Risultano invece poco conosciute le normative che riguardano la scuola: solo il 48% sa che una legge nazionale proibisce il fumo sia di sigaretta che di sigaretta elettronica e prodotti a base di tabacco riscaldato nelle aree all’aperto di pertinenza delle scuole e delle Università e solo il 51% è a conoscenza del Regolamento di Ateneo che recepisce questa normativa. I partecipanti si sono infine dimostrati favorevoli ad accogliere nuove iniziative dell’Ateneo per proteggere la salute dei non fumatori e per aiutare chi vuole smettere di fumare: il 64% vorrebbe maggiori controlli sui divieti di fumo esistenti, il 54% percorsi per smettere di fumare dedicati agli studenti, il 40% delle campagne informative sui danni del fumo e il 25% specifici corsi sulle tematiche del fumo.

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