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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 6 al 12 marzo

La Scozia mette in pratica il celebre motto einaudiano "Conoscere per deliberare": cittadini chiamati a consigliare il governo su come utilizzare al meglio le potenzialità della sigaretta elettronica. Intanto dalla Gran Bretagna ennesimo studio smentisce il gateway effect.

Gran BretagnaGiovani e sigarette elettroniche, un nuovo studio polverizza la teoria dell’effetto gateway
Un nuovo studio aggiunge una mattonella importante nella confutazione di una delle teorie che per lungo tempo ha goduto di immeritato credito soprattutto presso la stampa generalista e presso i politici di molti Paesi. Parliamo del cosiddetto “effetto gateway”, secondo il quale l’uso dell’e-cig introdurrebbe i giovani al fumo e che ha costituito la giustificazione per l’ondata di regole e limitazioni abbattutesi sul mondo del vaping negli ultimi anni. La ricerca si intitola “Association of quarterly prevalence of e-cigarette use with ever regular smoking among young adults in England: a time–series analysis between 2007 and 2018” ed è stata condotta da tre noti ricercatori dello University College London: Emma Beard, Jamie Brown e Lion Shahab. Obiettivo: valutare come i cambiamenti nella prevalenza dell’uso delle sigarette elettroniche tra i giovani adulti siano stati associati a cambiamenti nella diffusione del fumo in Inghilterra tra il 2007 e il 2018. L’esito dello studio nelle parole testuali dei ricercatori: “La prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche tra la popolazione giovanile in Inghilterra non sembra essere associata ad aumenti o diminuzioni sostanziali della prevalenza del fumo”. Gli autori, infatti, non hanno trovato nessuna associazione statisticamente significativa tra la prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche e l’aver mai fumato regolarmente (usato come indicatore dell’iniziazione) tra i soggetti di età compresa tra 16 e 24 anni.  Un approfondimento dei risultati di questa complessa ricerca nel dettagliato articolo su Sigmagazine.

Nuovo studio britannico: la sigaretta elettronica non introduce al fumo

 

Gran BretagnaIl governo scozzese coinvolge i cittadini per la legge sul vaping
Conoscere per deliberare. Uno dei motti più famosi delle Prediche inutili di Luigi Einaudi, economista piemontese e secondo presidente della Repubblica italiana, potrebbe adattarsi perfettamente alla decisione assunta dal governo scozzese in materia di sigarette elettroniche. Piuttosto che legiferare d’imperio su un tema che coinvolge direttamente la vita dei cittadini, l’esecutivo guidato da Nicola Sturgeon ha scelto di interpellare direttamente gli scozzesi con una consultazione pubblica. Lo strumento adottato è quello di un questionario, pubblicato direttamente nelle pagine del sito web istituzionale e che rimarrà in evidenza sino al prossimo 22 aprile, giorno di chiusura della consultazione. Nella parte introduttiva si offre al cittadino il punto del dibattito sul vaping, illustrando le varie e articolate posizioni dei diversi governi, della comunità scientifica e degli operatori sanitari, e si precisa l’obiettivo del governo scozzese: “Miriamo a ridurre i tassi di fumo al 5% o meno della popolazione entro il 2034”, si legge testualmente, “lo svapo potrebbe aiutarci a raggiungere questo obiettivo e anche aiutare le persone a smettere di fumare, il che è noto per essere molto dannoso per la salute. Questo è un equilibrio difficile da trovare e le tue opinioni nell’aiutarlo a trovarlo sono preziose”. Il contributo dei cittadini sarà dunque rilevante per trovare il giusto equilibrio tra le libertà degli individui, le opportunità sanitarie e la tutela dei minori. Una strategia di buon senso, che punta a coinvolgere l’opinione pubblica su un tema che merita di essere dibattuto in ogni suo aspetto: it’s  democracy, stupid!

Sigaretta elettronica e lotta al fumo: la Scozia chiede consiglio ai cittadini

 

TaiwanLegge sulle-cig, il governo si confronta ma conferma la linea dura
Continua il confronto sull’emendamento alla legge sul tabacco che coinvolgerebbe anche le sigarette elettroniche. In settimana si è svolto nella capitale Taipei un dibattito pubblico sull’opportunità di regolamentare le sigarette elettroniche che, secondo il resoconto del The Taipei Times, ha dimostrato come diversi punti di vista di politica pubblica possano essere discussi razionalmente. I partecipanti al dibattito hanno dibattuto a lungo i pro e i contro della futura regolamentazione delle e-cig, sollevando argomenti come la salute pubblica, le opzioni di entrate fiscali e anche l’uso adolescenziale. La teoria dell’effetto gateway, che l’ennesimo recente studio citato in questa stessa rubrica considera priva di riscontri empirici, è alla base delle preoccupazioni del legislatore. Nonostante la disponibilità al confronto (il dibattito è stato pubblico), le autorità taiwanesi non sembrano voler deflettere dalla linea dura nei confronti dell’e-cig. Il governo di Taiwan ha infatti approvato un mese e mezzo fa una bozza di emendamento al Tobacco Hazards Prevention Act, che aumenterebbe l’età legale per fumare dagli attuali 18 a 20 anni e imporrebbe il divieto di sigarette elettroniche e prodotti del tabacco aromatizzati.

 

Ucraina/ItaliaLa solidarietà corre lungo il filo dell’accademia
Un sostegno concreto al mondo accademico ucraino, anch’esso vittima della guerra scatenata dalla Russia, è arrivato dal Centro di ricerca sull’harm reduction di Catania (Coehar) che ha deciso di accogliere nei suoi laboratori e presso il suo centro i ricercatori ucraini in fuga dai bombardamenti. Le spese di viaggio e di alloggio – si legge in una nota emessa dal centro – saranno interamente coperte dal Coehar che darà così ai ricercatori ucraini la possibilità di lavorare insieme ai colleghi italiani usufruendo degli spazi dei laboratori siti presso la Torre Biologica di Catania. “La scienza come fonte di solidarietà e risposta per la pace”, è stato il commento di Riccardo Polosa.

Ricercatori ucraini trovano rifugio al Centro di ricerca antifumo di Catania

 

CongoDonne in prima fila nella lotta alla dipendenza dal tabacco
Sono le donne a essere in prima fila in Africa nella lotta alla dipendenza dal tabacco. Lo ha evidenziato la sezione congolese di Tobacco Harm Reduction (THRC), approfittando della giornata della donna per mettere in luce un aspetto poco rimarcato delle società africane. “La storia del tabagismo delle donne in Africa è una storia di grande successo”, hanno scritto i rappresentanti di THRC sul loro account Twitter, “e si può dire che la loro resistenza al tabacco dovrebbe essere incoraggiata esaltandone il valore sociale”.

 

UsaUna nuova legge contro la nicotina sintetica rischia di dare un nuovo colpo a industria e consumo della sigaretta elettronica
Un disegno di legge presentato al Congresso degli Stati Uniti potrebbe dare alla Food and Drug Administration la facoltà di intervenire per normare o vietare del tutto la commercializzazione della nicotina sintetica, vanificando il ricorso a questa sostanza da parte di alcune aziende anche per scavalcare le pesanti incombenze burocratiche e finanziarie necessarie per ottenere l’autorizzazione alla vendita di liquidi per sigarette elettroniche. Si tratta di una sostanza non derivante dal tabacco, ma creata in laboratorio per destinazione commerciale. È priva di nitrosammine specifiche del tabacco, di tossine, di sostanze cancerogene, è inodore e insapore. Ma in tempi non molto lunghi il suo impiego potrebbe essere molto ristretto. Per questo sono intervenute le associazioni che tutelano i consumatori, come la World Vapers’ Alliance, gruppo di difesa globale per la riduzione del danno da fumo. Wva ritiene che, se approvato, il nuovo regolamento danneggerà gli attuali fumatori, i consumatori di sigarette elettroniche e un’intera industria già negli ultimi tempi particolarmente vessata. Salute ed economia rischiano di essere ulteriormente compromesse: l’ennesimo divieto, questa volta della nicotina sintetica, minaccia la disponibilità di alternative meno dannose al fumo come lo svapo e rischia di mettere fuori servizio migliaia di negozi di vaporizzatori.

Un altro duro colpo alla sigaretta elettronica: al vaglio divieto nicotina sintetica

 

Gran BretagnaAmministrazioni locali chiedono al governo di abbassare l’Iva sulle sigarette elettroniche dal 20 al 5%.
La Local Government Association (Lga), organismo che rappresenta tutte le amministrazioni locali dell’Inghilterra e del Galles, ha proposto al governo britannico un abbassamento dell’Iva sulle sigarette elettroniche dal 20 al 5%, in modo da parificarla a quella applicata alle gomme e ai cerotti con nicotina. “Sempre maggiori evidenze indicano che le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare”, è la tesi dei rappresentanti di Lga, “e un recente studio suggerisce che coloro che usano prodotti del vaping, come le e-cigarette, hanno il doppio delle probabilità di smettere di fumare, rispetto a chi usa cerotti con nicotina”. Motivo più che sufficiente per facilitare l’accesso ai prodotti del vaping anche attraverso un’intelligente leva fiscale, che renda la sigaretta elettronica concorrenziale e competitiva rispetto agli altri prodotti di riduzione del danno anche dal punto di vista economico. “Ogni sterlina investita dal governo in servizi gestiti dai comuni contribuisce ad alleviare la pressione su altri servizi come il Servizio sanitario nazionale, la giustizia penale e il welfare”, ha detto David Fothergill, presidente del Community wellbeing board dell’Lga.

Amministrazioni locali inglesi chiedono Iva al 5% sulle sigarette elettroniche

 

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