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Studio australiano: sigaretta elettronica aumenta cessazione al fumo sino al 124%

Elaborato dal Centro di ricerca dell'University of New South Wales di Sidney, suggerisce al governo di rendere anche più accessibili i liquidi con nicotina.

E dopo il controverso rapporto richiesto dal Ministero della salute alla Australian National University, arriva a stretto giro il primo studio australiano basato su dati reali sull’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare. E viene fuori tutta un’altra storia, in cui l’uso della sigaretta elettronica aumenta le probabilità di smettere di fumare del 68-124%. Il lavoro in questione porta la firma di Mark S. Chambers del National Drug and Alcohol Research Centre della University of New South Wales di Sidney e si intitola “Effect of vaping on past-year smoking cessation success of Australians in 2019 – evidence from a national survey”. Sarà pubblicato prossimamente sulla rivista Addiction, ma è già disponibile online, avendo superato completamente il processo di revisione.
Partendo dalla constatazione che tutte le analisi sull’efficacia dell’e-cigarette nella cessazione del fumo si basano su indagini condotte negli Stati Uniti o nel Regno Unito, Chambers ha ritenuto di dover realizzare uno studio specifico per il suo Paese. Infatti, mentre nei due Paesi citati i prodotti del vaping sono facilmente acquistabili, le normative vigenti in Australia rendono difficile procurarsi sigarette elettroniche non nicotina. Questo studio, quindi, aveva lo scopo di stimare l’effetto dell’uso di sigarette elettroniche per tentare di smettere di fumare in Australia. I dati, analizzati tramite modelli di regressione logistica multivariata, sono quelli relativi al 2019 del National Drug Strategy Household Survey, una indagine sul consumo di alcool, tabacco e droghe illegali nella popolazione australiana. In tutto 1601 fumatori che avevano cercato di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti la rilevazione. Il successo del tentativo è definito con l’astinenza per almeno quattro settimane.
I risultati di Chambers indicano che gli australiani che hanno tentato di smettere di fumare con la sigaretta elettronica hanno avuto il 68% in più di possibilità di riuscirci. La percentuale aumenta se dal campione si escludono coloro che hanno provato l’e-cig solo una o due volte. Ma i migliori risultati li hanno ottenuti gli australiani che si riforniscono di liquidi da siti esteri, in Australia l’unico modo legale per ottenere miscele con nicotina. Per loro le probabilità di riuscire a smettere di fumare aumentano del 124%, se paragonati a chi non ha usato l’e-cig. “L’uso di sigarette elettroniche per tentare di smettere di fumare – conclude quindi lo studio – sembra essere associato a un maggiore successo tra gli australiani che hanno tentato di smettere di fumare nel 2019, rispetto agli australiani che hanno tentato di smettere senza sigarette elettroniche”.
Si tratta di dati molto importanti e non solo perché confermano quelli rilevati negli anni scorsi sia in Usa che nel Regno Unito. Lo sono soprattutto perché in Australia c’è un quadro normativo e una comunicazione istituzionale ostile al vaping, che certamente scoraggia i fumatori dall’uso dell’e-cig. È naturale supporre che le cessazioni sarebbero molte di più in un ambiente più incoraggiante. Lo suggerisce lo stesso autore dello studio, quando commenta che “rendere più agevole l’accesso alle sigarette elettroniche con nicotina in Australia potrebbe aiutare alcuni fumatori australiani a smettere”.

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