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“Se il danno delle sigarette è 100, quello della sigaretta elettronica è 4”

Fabio Lugoboni, responsabile di Medicina delle dipendenze dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona, riconosce le potenzialità dell'e-cig purché non venga utilizzata alternandola alla sigaretta tradizionale.

Non appare spesso alla ribalta nazionale ma quando parla pubblicamente lascia sempre il segno. Fabio Lugoboni, responsabile di Medicina delle dipendenze dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, fa parte della cerchia di medici illuminati che affrontano la lotta al fumo anche attraverso gli strumenti di riduzione del danno.
Ai microfoni dell’emittente Telenuovo, presentando un innovativo progetto pilota per dire stop al fumo attraverso la somministrazione di citisina, farmaco non distribuito nelle farmacie ma fino a tre volte più potente dei cerotti e delle gomme alla nicotina, si è soffermato anche sulle potenzialità della sigaretta elettronica.
Se noi pensiamo alla sigaretta elettronica come uno strumento per smettere di fumare alla stregua delle gomme alla nicotina – ha spiegato Lugoboni – cioè la prendo, la uso per mese e poi smetto con tutto non è lo strumento più idoneo. Questo è un punto importante. La persona deve passare a un mantenimento con la sigaretta elettronica. Il primo passaggio deve essere sigaretta elettronica e basta, non l’uso duale, cioè un po’ di sigaretta elettronica e un po’ di sigarette. Questo è fallimentare. Niente è più forte di una abitudine, però una vecchia abitudine si cambia con una nuova abitudine. Io cito sempre il compianto Umberto Veronesi che diceva che se metà dei fumatori italiani quest’anno passasse alla sigaretta elettronica noi il prossimo anno avremmo 30 mila morti in meno. E diceva anche, se il danno della sigaretta tradizionale è parificato a 100, quello della sigaretta elettronica è parificata a 4, perciò la metà della metà della metà della metà della metà”.

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