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Studio: bisogna correggere le errate percezioni dei medici sull’e-cigarette

Un lavoro americano dimostra che il 60% ritiene tutti i prodotti del tabacco (compresa la sigaretta elettronica) ugualmente dannosi.

Man mano che aumentano le prove scientifiche dell’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare, la comprensione da parte dei medici dello strumento nel contesto della riduzione del danno deve tenere il passo con le evidenze emergenti attraverso efficaci opportunità formative. Tali opportunità dovrebbero riguardare la sicurezza e l’efficacia delle sigarette elettroniche e correggere le percezioni errate secondo cui tutti i prodotti del tabacco sono ugualmente dannosi”. Lo afferma, nelle conclusioni, uno studio della Rutgers University nel New Jesrsey, appena pubblicato su Jama Network Open. L’obiettivo del lavoro, intitolato “Communication Between US Physicians and Patients Regarding Electronic Cigarette Use” era appunto quello di comprendere come e cosa i medici americani comunicano ai loro pazienti sul tema della sigaretta elettronica.
Gli autori, Cristine D. Delnevo del Rutgers Center for Tobacco Studies e Michelle Jeong e Arjun Teotia della Facoltà di medicina della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School, hanno condotto un sondaggio trasversale fra il 2018 e il 2019, ascoltando 2058 medici di diverse specialità: medicina di base, medicina interna, ostetricia e ginecologia, cardiologia, pneumologia e oncologia. Il primo dato che salta all’occhio è piuttosto sconfortante: il 60% dei medici riteneva erroneamente che tutti i prodotti del tabacco (comprese le sigarette elettroniche) fossero ugualmente dannosi. I pazienti avevano fatto domande sull’e-cigarette al 69,8% dei medici e il 21,7% di questi ha dichiarato di aver raccomandato il vaping a un paziente.
Lo studio rileva anche che erano più propensi a consigliare la sigaretta elettronica gli pneumologi, i cardiologi, i medici sostenitori una prospettiva di riduzione del danno e quelli che avevano essi stessi fumato. In ogni caso questi medici erano più propensi a raccomandare l’e-cigarette solo dopo la richiesta del paziente. I ricercatori hanno anche chiesto ai medici cosa avrebbero consigliato a due diversi pazienti che volevano smettere di fumare: una giovane donna fumatrice leggera che non aveva ancora provato a smettere e un uomo più anziano che fumava molto e aveva provato a smettere molte volte usando metodi diversi. Lo studio ha rilevato che i medici erano significativamente più propensi a raccomandare sigarette elettroniche ai forti fumatori, mentre ai fumatori leggeri suggerivano prodotti approvati dalla Fda, come gomme alla nicotina o pastiglie.
Dunque è fondamentale che i pazienti stimolino i loro medici sugli strumenti di riduzione del danno, ma questi dati di mostrano che c’è ancora molto da fare. “Questi risultati – commenta infatti Delnevo, autrice principale dello studio – dimostrano che è fondamentale affrontare le percezioni errate dei medici e formarli sull’efficacia delle sigarette elettroniche, in particolare correggendo l’idea che tutti i prodotti del tabacco sono ugualmente dannosi, mentre è un fatto che il tabacco bruciato sia di gran lunga il più pericoloso”.

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