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Cina – In vigore la legge che può cambiare il volto del mondo del vaping. E a Hong Kong ci si attrezza per il mercato nero
Gli occhi dei vaper di tutto il mondo sono questa settimana puntati sulla Cina: è la settimana in cui entra in vigore la nuova legge che regolamenta l’importazione, la distribuzione, la produzione e la vendita dei prodotti del vaping. I prossimi mesi ci diranno l’impatto che questa normativa avrà sull’industria di settore cinese in primo luogo e globale poi, data l’importanza della Cina nella catena produttiva e distributiva dei prodotti. Intanto negli ultimi giorni gli svapatori di Hong Kong hanno fatto scorta degli ultimi prodotti in vendita, alcuni dei quali smerciati dai negozianti a prezzi di saldo. Un sondaggio condotto dalla Hong Kong Newspaper Hawker Association ha rilevato che un terzo dei fumatori di Hong Kong utilizza prodotti alternativi alla nicotina. Circa 700 degli intervistati hanno dichiarato che non smetteranno di svapare dopo il divieto. Di questi il 90% ha dichiarato che ricorrerà ad altre modalità per ottenere i prodotti. Si immagina dunque un boom per il mercato nero, sicuramente ad Hong Kong, presumibilmente in tutta la Cina.
Vietati aromi, atomizzatori e fiere: la Cina affossa la sigaretta elettronica
Usa – Studio: smontato l’effetto gateway, l’e-cig ha piuttosto sostituito la cultura del fumo giovanile
L’e-cigarette ha sostituito la cultura del fumo giovanile. Una parola di verità in mezzo a tanta cortina fumogena arriva da uno studio basato su diversi anni di ricerca longitudinale ed econometrica e pubblicato sulla rivista Preventive Medicine. È intitolato “Effect of flavored E-cigarette bans in the United States: What does the evidence show?” e porta la firma di due studiosi americani che si sono già occupati del tema, entrambi della Boston University: Michael Siegel e Amanda Katchmar. Il focus della ricerca è negli Stati Uniti, lo Stato in cui più ha trovato terreno fertile nel dibattito pubblico e fra i politici la teoria dell’effetto gateway, quella che individua nella sigaretta elettronica la porta girevole utilizzata dai giovani per passare al tabacco combusto. Una teoria dura a morire, nonostante le plurime smentite che ha dovuto subire in ogni sede scientifica. In seguito a questa teoria, gli Usa hanno sperimentato un’ondata di demonizzazione verso la sigaretta elettronica e l’introduzione di restrizioni e divieti, tutti imposti in nome della tutela dei giovanissimi. Ebbene, lo studio americano di cui parliamo ora dimostra, dati alla mano, che non solo le sigarette elettroniche non introducono i giovani al fumo, ma anzi il vaping ha funzionato come sostituto della cultura del fumo giovanile. Sulla base della loro analisi, dunque, Siegel e Katchmar propongono una rivalutazione delle attuali politiche relative alla vendita delle sigarette elettroniche. L’ostilità verso il suo utilizzo può al contrario spingere i più giovani a tornare al culto della molto più dannosa sigaretta tradizionale: altro che effetto gateway!
Studio: fra i giovani la sigaretta elettronica sostituisce la cultura del fumo
Egitto – Il governo revoca il divieto di importazione e vendita delle sigarette elettroniche
Passo in avanti dell’Egitto in tema di vaping, ed è una buona notizia da un continente cronicamente afflitto da tassi di fumo troppo elevati. Il governo ha reso lecita l’importazione e la vendita di sigarette elettroniche e accessori per il vaping, revocando la normativa precedentemente adottata che le vietava. I fumatori egiziani potranno così tornare ad avere un’alternativa meno dannosa rispetto alla sigaretta tradizionale e praticare quelle terapie di riduzione del danno che, se condotte sino in fondo, possono portare alla cessazione del fumo. La decisione del governo ha anche una seconda motivazione: quella di contrastare il contrabbando illegale che si era diffuso nel Paese a seguito del divieto e la connessa evasione fiscale. Allo stesso tempo non sfugge ai fautori delle politiche di harm reduction la potenzialità insita in questa scelta del Cairo in termini di comunicazione per tutto il continente, a partire dalle nazioni a noi più vicine come quelle del Nord Africa.
L’Egitto fa un passo indietro: la sigaretta elettronica potrà essere venduta
Europa – Al via la campagna Ieva per illustrare le opportunità del vaping nella lotta al tabagismo
È partita questa settimana la campagna europea di sensibilizzazione promossa dall’Independent European Vape Alliance (Ieva). Obiettivo: informare i fumatori sul potenziale di riduzione del rischio della sigaretta elettronica rispetto al tabacco combusto. Secondo Ivea, che riunisce i produttori di fumo elettronico europei, uno dei problemi maggiori è legato alla poca conoscenza dei dati prodotti dalle ricerche scientifiche sul vaping e alla conseguente diffusione di luoghi comuni e informazioni errate. Un aspetto segnalato recentemente anche da alcuni studi internazionali sui comportamenti sociali riguardo ai temi legati al vaping: uno dei più recenti realizzato peraltro in Italia dal Coehar dell’Università di Catania. È necessaria un’informazione più corretta, sia verso i cittadini che verso gli operatori sanitari, spesso poco aggiornati sulle ricerche più nuove. Quel che accade in alcuni Paesi suscita tuttavia speranza. “Gli ultimi sviluppi in Nuova Zelanda e nel Regno Unito – ha detto infatti il presidente di Ieva Dustin Dahlmann – sono esempi di politiche di salute pubblica progressiste e illuminate. I leader politici e sanitari dovrebbero osservare attentamente questi risultati. Lo svapo può dare un contributo significativo alla riduzione dei tassi di diffusione del fumo”. La campagna di sensibilizzazione proseguirà nelle prossime settimane, attraverso i canali social delle sigle e delle aziende che aderiscono all’Independent European Vape Alliance, fra cui anche l’italiana Anafe.
Al via la campagna europea di sensibilizzazione per le sigarette elettroniche
Taiwan – Proteste delle associazioni del vaping contro l’ipotesi di vietare le sigarette elettroniche
È di una settimana fa la protesta delle associazioni di svapatori davanti al parlamento di Taipei contro la proposta di vietare le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco riscaldato. “Il governo deve rispettare i diritti dei vaper e dovrebbe offrire maggiori opportunità di scelta alle persone, invece di imporre divieti”, hanno scandito i manifestanti secondo quanto riportato dal quotidiano Taipei Times. Nello specifico, le critiche sono indirizzate alla Commissione parlamentare per il benessere sociale e l’igiene ambientale che intende apporre modifiche alla legge sulla prevenzione dei rischi del tabacco in modo da vietare le sigarette elettroniche.
Usa – Via libera alla prima sigaretta elettronica di un’azienda del vaping
La Food and drug administration degli Stati Uniti ha autorizzato una terza sigaretta elettronica. Si tratta della prima volta per un dispositivo prodotto da un’azienda del vaping. Dopo Vuse Solo di Reynolds (controllata da British American Tobacco) e Logic di Japan Tobacco International, è toccato quindi alla pod mod Njoy Ace ricevere il via libera per la commercializzazione sul mercato americano. Oltre al dispositivo, autorizzati anche tre tipi di cartucce (pod): classic tobacco, nelle due varianti a 24 e 50 mg di nicotina per ml, e rich tobacco a 50 mg/ml. Il giudizio per le ricariche al mentolo rimane ancora in sospeso, mentre l’autorizzazione è stata rifiutata per quelle al mirtillo e al melone, che pure erano state presentate dall’azienda. A questa decisione della Fda si accompagnano buone e cattive notizie per il mondo del vaping statunitense, che Sigmagazine sintetizza nel suo articolo di approfondimento.
Usa, autorizzata la prima sigaretta elettronica di un’azienda del vaping
Italia – Vapitaly, la carica degli stranieri
Un’eccezione italiana alla tradizionale impostazione internazionale di questa rubrica. E d’altronde, il ritorno di Vapitaly dopo le sospensioni negli anni più cupi della pandemia merita anche una deroga. Ma l’internazionalità resta garantita dal fatto che il 37% degli espositori delle oltre 100 aziende in rappresentanza di quasi 200 brand arriverà dall’estero. Saranno 14 i Paesi del mondo rappresentati nei saloni della fiera del vaping italiana, a testimonianza del rinnovato interesse dei produttori stranieri per un mercato sempre vivace.