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Sigarette elettroniche, tariffa di notifica: chi non paga è fuori dal mercato

Il chiarimento del Ministero della salute: non è obbligatorio pagare ma prodotti dovranno essere ritirati anche dagli scaffali.

Chi decide di non pagare la tariffa di notifica potrà ritirare i prodotti dal mercato senza alcun onere aggiuntivo. Dovrà però farlo entro il prossimo 29 luglio, altrimenti scatterà il recupero coatto della somma non corrisposta. Al momento, la norma non prevede sanzioni aggiuntive. Il chiarimento giunge direttamente dall’ufficio competente in materia di notifiche prodotti del tabacco e sigarette elettroniche del Ministero della Salute, da noi direttamente contattato.
Secondo quanto previsto dal Decreto Speranza dello scorso 7 marzo, alle aziende di produzione e importazione di sigarette elettroniche, liquidi e accessori, è fatto carico il pagamento dei costi di gestione amministrativa e tecnica delle notifiche dei prodotti. Sono stati quantificati in 108,22 euro per ogni singolo prodotto già notificato (sono oltre 65 mila quelli presenti nel database, ndr); le nuove notifiche effettuate successivamente al 30 maggio 2020, data di entrata in vigore del decreto, saranno soggette a una tariffa di 327,85 euro. In aggiunta, ogni singola azienda dovrà poi versare annualmente l’importo di registrazione di 293,53 euro (in maniera retroattiva dall’anno della prima notifica effettuata).
Se fino a qui il problema riguarda esclusivamente i produttori e gli importatori, a partire dal mese di agosto anche i negozianti potrebbero incontrare difficoltà. Si ricorda, infatti, che possono essere commercializzati soltanto i prodotti inseriti all’interno del portale europeo. Se qualche azienda decidesse di ritirare alcuni prodotti dal mercato per razionalizzare le spese di notifica, significherebbe che anche i rivenditori dovranno toglierli immediatamente dagli scaffali. Ad esempio: se un’azienda avesse notificato mille liquidi dovrebbe pagare oltre 100 mila euro di tariffa. Potrebbe dunque decidere di toglierne dal mercato la metà, così da dimezzare anche il costo. Ma quei liquidi dovranno essere tolti anche dagli scaffali dei negozi perché non sono più legittimati al commercio. In caso contrario e di controllo, la sanzione sarebbe a carico del rivenditore per omesso controllo della legittimità di un prodotto alla vendita.

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