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Il 50% dei francesi e più dell’80% degli svapatori d’oltralpe considerano la sigaretta elettronica un alleato efficace nella lotta al tabacco e chiedono alle istituzioni pubbliche un intervento deciso. A dirlo è il “Barometre 2022”, la tradizionale indagine commissionata dall’associazione di produttori France Vapotage e condotta da Harris Interactive. Si tratta di un sondaggio organizzato online fra il 12 e il 26 maggio scorsi su un campione di 3.033 persone, rappresentative della popolazione francese con più di 18 anni. Nonostante questo, e nonostante il riconoscimento da parte di Santé Publique France come strumento più utilizzato e più efficace per smettere di fumare, l’immagine dell’e-cigarette in Francia resta ancora fragile e vittima da una parte della carenza di informazioni, dall’altra di una comunicazione basata sull’allarmismo. È questo, spiega France Vapotage, che frena molti fumatori a fare il passaggio dal fumo al vaping.
Il successo del vaping in Francia si fonda, secondo l’indagine, su degli aspetti ben identificabili: piacere, prezzo, accessibilità e aromi. E infatti alla domanda sul motivo della preferenza della sigaretta elettronica rispetto agli altri sostituti farmaceutici a base di nicotina, il 59% risponde perché permette di conservare alcuni piaceri della sigaretta tradizionale, come la gestualità e gli aspetti sociali. Il 29%, inoltre, spiega che gomme e cerotti non sono stati efficaci per loro, o ritiene che non lo sarebbero. L’altro fattore importante è il prezzo, che al momento nel Paese è molto più basso rispetto a quello del tabacco. Ma attenzione, secondo il Barometro più della metà degli attuali svapatori rischierebbe di ricadere nel fumo se il prezzo dei liquidi raggiungesse quello di un pacchetto di sigarette tradizionali. Già solo un aumento compreso tra 50 centesimi e 1 euro potrebbe indurre a un ritorno al fumo più di un terzo dei consumatori intervistati.
Lo stesso pericolo si corre nel caso di restrizioni alla disponibilità del prodotto o agli aromi negli e-liquid. Anche in questo caso oltre la metà dei vaper francesi sarebbe a rischio di ricaduta nel tabacco se diventasse più difficile reperire i propri prodotti a causa di restrizioni dei canali di vendita, se vi fossero ulteriori restrizioni sull’uso della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, o se fossero vietati i liquidi ai gusti fruttati, dolci e freschi, consentendo solo quelli al tabacco. Un elemento da tenere a mente, soprattutto a livello di decisioni europee. L’indagine si è occupata anche della tendenza di questo ultimo anno, le sigarette elettroniche usa e getta. Come altrove, anche i Francia i pareri sono piuttosto divisi. Il 43 per cento dei fumatori esclusivi e il 23% degli svapatori ritiene che possano essere utili per provare l’e-cig e valutare se fa al caso proprio per sostituire il tabacco o nei casi in cui si sia dimenticato il proprio vaporizzatore. Emerge però la preoccupazione che il prodotto possa attirare i minori e i non fumatori e per evitarlo gli intervistati chiedono maggiore informazione.
Non è questa l’unica richiesta rivolta alle autorità francesi che emerge dal Barometro. Secondo l’indagine, i francesi vogliono maggiori informazioni sulle attuali conoscenze scientifiche (lo chiede l’87%) e sul corretto uso della sigaretta elettronica (85%). Chiedono poi che il vaping sia soggetto a una regolamentazione separata da quella del tabacco (70%) e che le istituzioni pubbliche incoraggino i fumatori a passare al vaping (57%). Non sarebbe impensabile per un Paese in cui il presidente Emmanuel Macron, il primo ministro Élisabeth Borne e il portavoce del governo Olivier Veran (già ministro della salute) usano la sigaretta elettronica.